Marius Lion

Viveka e Vairagya.


Siamo esseri divini. Dobbiamo però ricordare di esserlo innanzitutto, e re-imparare ad esserlo, perché è perfettamente ovvio che, chi più chi meno, lo abbiamo quasi totalmente dimenticato.Ci siamo incarnati qui per tutta una serie di motivi che, anch’essi, non ricordiamo totalmente, e sicuramente, o con molte probabilità, non pensavamo che sarebbe stata un’avventura così stranamente dura. Forse eravamo stati avvisati, o lo avevamo magari appreso, da studi e ricerche. Però la realtà, l’identificazione, e la mancanza delle giuste congiunzioni, è sempre tutto molto diverso da come si apprende in “teoria”.Si dice ad esempio che siamo qui per imparare. Ma non tutte le lezioni, ammesso che esista qualcosa del genere, provengono dall’Universo o dal Creatore. È molto probabile che una gran parte di accadimenti negativi che abbiamo nostro malgrado  registrato nelle nostre vite provengano da una cerchia di controllori oscuri che, grazie alla perdita della loro anima e della connessione con la Sorgente, si sono elevati arbitrariamente a divinità di questo spazio. E, magari, come accade ad esempio nell’informatica, hanno creato dei virus per venderci l’antivirus, malanni per venderci le medicine, creato panico e paure per controllarci e nutrirsi di noi. Quindi, molte problematiche, o quasi tutte, sono create da coloro che fanno credere di possedere i rimedi, e che vogliono guadagnarci qualcosa. Che poi anche le presunte soluzioni non sono mai tali, perché il più delle volte fanno finta di aggiustare qualcosa, intervenendo disastrosamente su altro.È una realtà curiosa questa, che chi vive, o tenta in tutti i modi di farlo, l’integrità, ha moltissime difficoltà a comprendere chiaramente. Perché si può crollare, ma che senso ha portarsi dietro tutti gli altri? È da folli e malvagi pervertiti, tipo i faraoni – la genia oscura - che alla loro morte si portavano dietro l’intero loro staff.Certo, possiamo pensare che avendo accettato questa sfida magari ritenevamo di avere forti possibilità di successo. E, in effetti, sembra che ci stiamo dirigendo verso questa conclusione, che, ogni giorno di più, malgrado tutti gli sforzi del buio e della sua tecnologia, si appalesa sempre più, facendoci ritrovare il sorriso e la fiducia. Ma come si dice, fino all’ultimo mai abbassare la guardia. Perché abbiamo a che fare con rivali di una malvagità da noi totalmente sconosciuta. Questo lo si vede anche dai loro tirapiedi, quelli cioè che si sono venduti, e spesso per competenze misere e insignificanti rispetto a quanto dovranno poi versare al Cosmo per corretta compensazione, visto che nella creazione nulla viene regalato. La gran parte di questi ultimi infatti mostra una spietatezza mista a scelleratezza, talmente gratuita quanto inutile e insensata, da rasentare la più ottusa delle demenze. Non possiamo nemmeno avercela con loro quando capitiamo nei loro raggi d’azione. Già perché siamo tutti uno, e il creatore ha manifestato l’indivisibile, seppur possa sembrare i “molti”. Ma anche perché, e basta appena un minimo di lungimiranza, è talmente orribile ciò che li aspetta che si ha difficoltà solo a pensarci.Del resto dovremmo anche ringraziarli, perché hanno tentato strade spaventose che è meglio risparmiarsi, fornendoci quindi un efficace esempio di ciò che non è in alcun modo necessario testare. E al di là della presunta illusorietà del tutto, la cosiddetta maya degli orientali, visto che il dolore comunque sembra sempre molto vero, è indiscutibilmente più appagante un sogno meraviglioso e stupefacente piuttosto che un incubo terrificante. Oppure, al limite, un perfetto distacco (vairagya) – che, peraltro, va sempre di pari passo con la discriminazione (viveka) tra ciò che è vero (la Sorgente) e ciò che non lo è, o, in ogni caso, transeunte (la manifestazione) – da qualsiasi risultato delle nostre comunque indispensabili azioni e movenze. Namasté.. Marius L.