Creato da RoHarLu il 01/01/2012
L'Infinito Gioco di Ciò che Sempre È [Vita].
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Post n°251 pubblicato il 01 Dicembre 2018 da RoHarLu
Quando tutto iniziò, quell’essere che era Uno non aveva ancora idea di come si sarebbe sviluppato lungo il percorso di espansione, e, più tardi, in quello di contrazione, seppur tutto fosse potenzialmente contenuto in ciò che egli era. Nel qui ed ora, essendo concentrati in una minuscola parte di creazione, all’interno di una infinitesima porzione di spazio, facciamo fatica anche solo ad immaginare che questo gioco sia iniziato in un qualche modo, andando avanti in svariatissimi altri, senza altresì accennare in alcun senso a fermarsi. Senza contare poi le volte che il processo possa essersi verificato, in un infinito del quale abbiamo difficoltà a conoscere termini, gradi e contorni. Così, pur non sapendo come eravamo agli inizi, sappiamo tuttavia come siamo ora, o, perlomeno, ne serbiamo le possibilità, e se ci voltiamo un pizzico all’indietro, ma anche se scrutiamo quanto ci orbiti intorno, possiamo vedere anche quanto siamo cambiati, e quanto abbiamo guadagnato in integrità, onore e Amore per noi stessi. Spesso non possiamo non notare che altri che vivono nei nostri pressi, facciano più fatica a conquistare se stessi, e a rispettare la propria autentica natura anche, la quale ultima, risalendo nei tempi, deriva da quella stessa fonte dalla quale ogni cosa è quindi scaturita. Così manifestano altresì grosse problematicità alla considerazione degli altri, delle altrui dignità, delle altrui regalità e sovranità. Che poi questa carenza di attenzione rappresenta nella sostanza la vera degenerazione, nella sostanza il suo lato oscuro, della Creazione,. Il fatto ulteriore del non rispettarsi e del non amarsi, è che esso inevitabilmente porta anche a non concedersi ciò che più si desidera, a non donarsi alcunché, cosa che per i figli dello stesso creatore dovrebbe rappresentare poi la cosa più elementare del mondo. Anche quando potrebbe bastare poco per cambiare il copione della propria vita - uno sforzo appena percettibile, una parola soltanto sussurrata - la tendenza a negarsi una qualsiasi felicità, e a farsi tempestare dalle frustrazioni e farsi sommergere dalle basse emozioni, e da esitazioni, titubanze, paure, dubbi e turbamenti, rimane sempre la costante su questo piano. Investigare sulle forze esterne che contribuiscono a queste anomalie può essere utile, ma significa anche espropriarsi del proprio vero e reale potere. Siamo la stessa essenza di quella Fonte alla quale prima si accennava, così non possiamo essere meno di quella, perlomeno qualitativamente. Quindi, credere in noi stessi, partendo da quella premessa, non può non essere un buon punto di partenza. Dal confidare in noi stessi a convincerci, o, cosa migliore, concludere, che più che meritare di essere felici noi siamo anche quella stessa felicità, quelle emozioni, quell’Amore che tendiamo a proibirci, il passo è veramente breve. Tutto passa ovviamente dalla scelta, perché, essendo creatori, possiamo optare per qualsiasi cosa, volgendoci persino in direzione della nostra indubitabile parte oscura. Tuttavia la scelta più augurabile in questo tempo, in ossequio al nostro attuale standard di consapevolezza, è la scelta d’Amore, che è anche la celebrazione della maestosità delle nostre origini. Namasté.
Con tutto il Rispetto della Sovranità di ciascuno consentitomi dalla Grazia, un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita]. Marius L.
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