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L'Infinito Gioco di Ciò che Sempre È [Vita].
 

 

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Rinascere ad ogni istante.

Post n°447 pubblicato il 09 Agosto 2023 da RoHarLu

Abbiamo fatto tanta strada, acquisito molti contributi e condivisioni, arricchito la nostra anima di molta conoscenza, e compiuto tante scelte, alcune che ricordiamo con piacere, altre un po’ meno.

La strada che ci riporta alla Sorgente è lastricata di molto sforzo e fatica, ammesso che esistano cose del genere. Ma ad ogni passo, la meta diventa sempre più vicina.

A questo punto però viene voglia di chiedersi, perché mai abbiamo preso l’ardita decisione di “uscire” da quella Origine, forse esaurientemente confortevole, che indubbiamente tutti noi siamo?

Si dice che il moto abbia inizio con Quella che esprime il desiderio di conoscere se stessa, e di esplorare tutte le sue inesauribili potenzialità. Così noi, sue indefinite parti olografiche, siamo diventati gli strumenti di questa ricerca interminabile, che mai e poi mai avrà un qualche limite nel gioco smisurato del Tutto ciò che È.

Abbiamo avuto – e continuiamo ad avere - tante convinzioni e pseudo-certezze. Alcune fin da prima la nascita, altre ereditate dalla famiglia, dalla consapevolezza sociale, e dalle strutture organizzate di questo strano sistema.

Man mano che la comprensione si amplifica comunque, se si è nella direzione giusta, alcune roccaforti e principi vengono giù, frantumandosi, mentre altri corrono a conquistare il loro posto.

È un processo curioso, perché sembriamo accumulatori seriali di cianfrusaglie mentali il cui scopo è quello di durare appena lampo.

Perché non smettere allora?

Tuttavia, senza riferimento alcuno è forse impossibile affrontare una qualsiasi forma di presenza. Così, il percorso continuerà ad essere pieno di cartelloni riportanti precetti e massime, con l’augurio che non nascondano anche altri tipi di dispacci nascosti tra le righe o nella parte recondita del manifesto.

Forse l’ultimo vagito sarà quell’estremo bagliore di intenzione prima della conclusiva fusione in quell’oceano che è prima di qualsiasi idea iniziale.

Però, se abbiamo imparato qualcosa da questo eterno peregrinare, è che a niente possiamo prestare seria e definitiva attenzione.

È un po’ come quando si naviga. Ci si ferma in qualche porto, gettando l’ancora, ma è solo per qualche rifornimento o per dare un’occhiata in giro. Non si possono mettere radici, e al tempo giusto occorrerà far ritorno alla nave per una nuova ripartenza.

Ci hanno fatto credere, e così ci hanno costretto probabilmente a ritornare in questa ben mascherata segreta prigione, perché questo era solo il loro concreto ed avaro interesse - che avevamo molto da riparare, che potevamo fare le cose in maniera perfetta, che potevamo trovare amici sinceri e partner affidabili, e interpretare vite memorabili, in grado di lasciare segni incancellabili nel luccicante etere terrestre.

Ci abbiamo creduto e siamo ritornati. Indefinitamente. Ricascandoci ogni volta.

Adesso però, forse, dovremmo aver capito. E tutto questo potrebbe non interessarci più.  

E potremmo avere imparato che non esiste niente di ciò che può essere garantito, perché non è il loro mondo, ma il nostro, e che non abbiamo bisogno di amici e partner perfetti, o di straordinarie avventure. Perché, se lo vogliamo, potremo crearlo a nostro piacimento, in qualsiasi istante e in qualsivoglia angolo dell’universo.

O, addirittura, forgiare un nostro universo con l’energia che ci compete, dove tutto funzioni secondo quello che il nostro cuore riesce ad immaginare e concepire.

Pertanto, con questa consapevolezza, sempre non risolutiva e senz’altro mai immutabile, possiamo rinascere a nuova esistenza, se è ciò che vogliamo. Uscire da ogni casa di pena, da ogni matrice etero indotta, e ritornare alla Sorgente. Oppure viaggiare comunque liberi da ogni bagaglio e pesantezza, con il pieno controllo di noi stessi e di qualsiasi realtà ci possa appartenere.

E nel riconoscimento accurato e perfetto di ciò che è veramente la Fonte primigenia di Tutto ciò che È. Namasté.. Marius L.  

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