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L'Infinito Gioco di Ciò che Sempre È [Vita].
 

 

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La comunicazione degli inizi..

Post n°252 pubblicato il 02 Dicembre 2018 da RoHarLu

Dopo che ci siamo divisi dal creatore, ciascuno alla ricerca delle proprie sperimentazioni, e delle possibilità esplorative di quell’accenno di manifestazione, non abbiamo mancato neanche di perderci nell’aggrovigliato labirinto di quella parte del tutto.

Le opportunità e le circostanze erano molteplici, pur all’interno di una qualche forma di pianificazione, così venne facile per qualcuno provare forme di superamento di sempre maggiore consistenza.

Fu quando ci si infiltrò in maniera vigorosa nelle densità più fitte che si originarono confusione, dubbi, e problematiche varie nella chiara visione.

Chi conservava ancora un minimo di consapevolezza, ma in quell’attimo, per il tramite di quella parte di creatore che si celava nel suo intimo,  aveva perso il filo di collegamento con la Sorgente, cominciò ad interpretare male le possibilità di estrinsecazione del potere creativo, cominciando a avvertire in quell’ammasso di disordine una buona occasione per saggiare forme di manipolazione, condizionamento, suggestione e controllo, atte a trattenere altre anime, come lui derivazione di quella stessa Sorgente, in forte limitazione e soggezione.

Noi tutti siamo uno. Così, in un attimo, possiamo accedere l’uno all’altro, e “comprenderci” in qualsiasi modo dovessimo scegliere. Ma, nella confusione, queste opportunità si perdono [provvisoriamente], e i collegamenti diventano meno percettibili, e più tortuosi da gestire.

Nel momento attuale – pur tuttavia anch’esso di breve transizione – non solo ci esprimiamo a parole, cosa che rende già ardue varie altre forme di comunicazione, ad esempio a distanza o con esseri di eventuali altri piani e dimensioni, ma, addirittura, quegli stessi termini adoperati risultano già di difficoltosa interpretazione. Non solo perché utilizziamo abitualmente linguaggi differenti, ma perché, pur avvalendoci degli stessi idiomi, tendiamo ad attribuire a locuzioni, parole, voci, e altre forme espressive - atteggiamenti, segni, gestualità, comportamenti - significati talmente dissimili – frutto di nostre esperienze e altre interlocuzioni più o meno gradevoli in differenziate realtà – che una onesta e corretta forma di dialogo tra due parti, pur entrambe animate da ogni migliore intenzione, ma, forse, di molto poche pazienza e umiltà, come è altamente frequente su questo piano, risulta pressoché impossibile.

Abbiamo immagazzinato, nel corso delle nostre tante peregrinazioni, così tante informazioni, e pregiudizi, e concetti e preconcetti, e ci siamo così tanto convinti, o qualcuno di nostra “simpatia” ci ha così tanto convinto, di questo o quello, che qualsiasi fatto, vicenda, evento, ancora prima di nascere, entrerà in maniera rigida e incontrollata in una “categoria” dei nostri archivi, e, senza appello alcuno, e senza varianti alcune, da lì mai più uscirà.  

E in nessun caso garantiremo alcun beneficio, di dubbio o verità, a questo o quello, perché, nella confusione estrema, e a tratti oscura, dei codici ai quali abbiamo dato credito, tutto questo non può essere contemplato, pena il crollo delle nostre già fragili esistenze.   

Il fatto è che non solo abbiamo dimenticato [e ci hanno fatto dimenticare] quella forma di comunicazione da Cuore a Cuore la quale rimane la sola istintiva, vera, immediata e integrale nelle sue forme conoscitive, ma tendiamo anche ad ignorarla coscientemente, quasi come fosse un danno per l’intero equilibrio del nostro essere.

Altro fatto è che abbiamo smarrito uno dei più solenni fini del nostro viaggio verso l’abbraccio incondizionato all’universo intero, che era quello di ammirare la solenne Opera dell’Essere Uno e dei Molti che egli è ad un certo punto temporaneamente e illusoriamente diventato.

Anche se non bisogna mai disperare, perché in un attimo possiamo riscattarci, e fermarci, attendendo, nell’attenzione finale, cosa di se stesso, quel singolo aspetto di creazione, vuole esprimere, e trasmetterci. Riprendendo in quel modo, quell’Unità con noi che, comunque, mai aveva lasciato. Namasté.

 

Con tutto il Rispetto della Sovranità di ciascuno consentitomi dalla Grazia, un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita]. Marius L.  

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