Creato da RoHarLu il 01/01/2012
L'Infinito Gioco di Ciò che Sempre È [Vita].
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Spesso abbiamo difficoltà ad accettare la realtà che ci circonda. Perché abbiamo dei ricordi. Anzi, quasi certezze. Sappiamo che molte cose non sono necessarie. Il dolore, la malattia, la scarsità. Sappiamo che possiamo manifestare tutto ciò che vogliamo in un attimo. Che basta un piccolo vortice nel vuoto, e l’energia/materia diventa ciò intendiamo.Eppure siamo preda della confusione, che è una legge potente di questo piano. Dell’illusione. È questo uno spazio di libertà. Di libero arbitrio. Ma non da tutti viene inteso allo stesso modo. E chi lo intende in tutta la sua estensione, e magnificenza, se condivide lo stesso spazio con altri che esprimono idee diverse, rischia di soccombere. È come se ci muovessimo su una terra di serpenti velenosi. Chi ama e apprezza la libertà, chi ha scelto gli “Altri” più che se stesso, accetta la piena libertà di espressione di tutti. Perfino nella loro scelta di fare agli altri del male. Forse spera, e fino alla fine, che riuscirà a fare cambiare loro idea, ad essere se stessi ma senza paura, e senza più desiderio di tirannia, di dominio, di offesa, nei confronti degli altri. Chi invece vede solo se stesso, e interpreta tutto in termini di potere, supremazia, conquista, non può, per conformazione mentale, accettare lo stesso per gli altri. Perché andrebbe contro la propria libertà di possederli, di conquistarli, di dominarli. Così, alla fine, non ci si intende. E qualora si dovesse scegliere di condividere lo stesso spazio, occorrerebbero delle regole molto complesse, che non è detto, per quanto già espresso, che funzionino perfettamente. Perché si creerebbe una situazione problematica da gestire, che genererebbe a sua volta un equilibrio altamente instabile. Quindi, con molta probabilità, uno dei due gruppi, dovrebbe fare spazio all’altro. E adeguarsi, se è suo desiderio sopravvivere [in quello spazio]. Ovvero, scegliere una nuova area di sperimentazione.Il dilemma di questa parte di universo, in queste frequenze che stiamo sperimentando, è soprattutto questo. Amare la libertà, è qualcosa di tendenzialmente totalitario. L’Amore è già qualcosa di estremamente assolutistico. Qualcosa che per la sua stessa intrinseca e primaria natura, è destinato ad includere ogni cosa, pena la sua “corruzione” e il suo allontanamento dall’innocenza originaria.Amare la libertà e desiderarla per se stessi, e non per gli altri, è senso di una visione equivoca delle cose. Chi ama veramente la libertà, lo fa percependo quest’ultima nella sua genuinità e nel suo incorrotto splendore. E il suo Cuore rischia di spezzarsi ad ogni negazione, perfino a stento accennata, di questa essenzialità.Per questo è così difficile far coesistere le differenti visioni. Perché le intrinseche nature di entrambi gli estremi protendono, pena la loro stessa sopravvivenza, verso questo intento globalizzante.Perciò, alla fine, si potrà solo scegliere l’una o l’altra. Almeno fino a quando sarà necessario, visto che ad un certo punto delle frequenze la dualità non sarà più ammessa, e tutto sarà liberato in un’unica soluzione. Namasté.Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita]. Marius L.
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