Creato da RoHarLu il 01/01/2012
L'Infinito Gioco di Ciò che Sempre È [Vita].
 

 

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La Fonte della Vita...

Post n°285 pubblicato il 28 Giugno 2019 da RoHarLu

Tutto è consapevolezza. Ma la consapevolezza è solo essenza, mentre l'essenza è a sua volta presenza.

Quindi tutto esiste solo perché è “presente”. E perché c'è un “Io”, o un “Sono”.

L'Io Sono è in effetti ciò che tutti quanti tendono a chiamare “Dio”. E l'Io sono è in questi termini il dio di questo Universo.

Potremmo cambiare corpi, che sono poi – come diceva un Maestro - vestiti, e volti, sembianze, figure, forme, ma l'io sono sarà la costante di ogni mutamento e movenza.

Così, se l'io sono è il dio di questo universo, noi stessi siamo quel dio. Ognuno di noi, ogni essere, è quel dio.

Questo dovrebbe farci prendere un po' più sul serio, e garantirci molto più onore, e rispetto, e considerazione, di quanti e quante ce ne riconosciamo, e, ancora di più, di quanti e quante ce ne dovessero tributare gli altri.

Ma la prima azione spetta solo a noi stessi.

Vivendo in una realtà controllata, e manipolata, e gestita sul modello padrone-servo, i pochi che per qualche loro patologia, o anomalia di sistema, desiderano il dominio sui propri simili - avendo optato per il “servizio a se stessi”, in luogo del servizio agli altri - cercano di trovare e usare tutti i mezzi, leciti o molto meno tali, per indurre ciascuno nella convinzione che non possiede valore alcuno, e che non dispone di altro mezzo, e soluzione, che l'accettare una materialità limitata, forgiata da scarsità e carenze, da caos e confusione, da dramma e superstizione.

Questo ha plasmato nei tempi una massa di esseri privi di qualsiasi autostima e spogli di ogni potere – ma semplicemente e solo perché, nella loro piena, pur dimenticata, sovranità, hanno provveduto a trasferirlo ad altri.

Per questo il primo imperativo per tutti noi, è di riprendere il comando della nostra vita, e delle nostre scelte, e rimpadronirci di tutta l'autorità che è diritto divino di nascita di ogni individuo.

E per questo il primo amore, il primo “ti amo” deve essere prioritariamente per noi stessi, in quanto figli dello stesso Creatore, e di ogni sub-Logos da esso originato.

Perché, se dovessimo rivolgerci al Sole Centrale, che è il Logos di questa Galassia, o al Sole Centrale delle Galassie di nostra pertinenza, o al Sole centrale di tutto l'universo manifestato, e gli - o “le”, in quanto madre generatrice – chiedessimo di assisterci, di supportarci nella brama di recupero della nostra maestria, o le chiedessimo di aiutarci ad essere amati, perché, come sembra, appare il modo più semplice per sentirci meno soli, e abbandonati alla periferia di noi stessi, probabilmente nel donarci una splendida sfera di Luce bianco brillante, ci esorterebbe di porgerla delicatamente nella mente, nel cuore, e nelle mani della persona amata a dimostrazione di tutto il nostro Bene, e al fine di rivestirla di tutto il nostro coinvolgimento. Ma, più certamente, ci direbbe anche: “Amato figlio, perché non cominci da te stesso?”. “perché innanzitutto, non riempi d'amore te stesso?.. Perché, come prima impresa, non proclami il tuo eterno amore a te stesso?”.

E questo perché, per noi stessi – senza commettere sacrilegio alcuno – noi siamo - e dovremmo considerarci - gli esseri più importanti in esistenza. Perché non si può amare nessun altro se non si è per se stessi, prima di ogni altro, stracolmi di tutto l'amore che si è in grado di possedere.

È un po' come un antico maestro soleva rispondere sull'anima gemella a tutti coloro che ansavano per ritrovarla, in questo spazio così bisognoso di risanamento. “Visto che la tua anima gemella è te – così si esprimeva quel saggio - come potrebbe amarti se tu per primo, non riesci ad amare te stesso? Come potrebbe essere un grande amante per te, se tu, da parte tua, non lo saresti per te stesso?”.

Ed è in effetti anche per questo che le reunion delle anime gemelle – già osteggiate fino all'inverosimile, e con tutti gli espedienti possibili e immaginabili, dai controllori, che ne sono terrorizzati più di ogni altra cosa – così come paventano, e disprezzano, lo stesso amore romantico - avvengono così di rado, malgrado da questo incontro si riesca a liberare una straordinaria e infinita quantità di guarigione, sia per gli interessati che per l'intero pianeta. Perché gli stessi protagonisti, anche perché manipolati, influenzati, e “adulterati” dalla consapevolezza sociale e dalle tecnologie dei sorveglianti, ingenuamente ne sono spaventati, intimoriti dal maestoso potere che dalla sacra connessione inevitabilmente deriverebbe.

Il fatto è che ci hanno così tanto convinti ad avere paura delle emozioni, dei sentimenti, e della stessa unione, in tutte le fisionomie – dal fisico all'intellettivo, dall'emozionale all'animico, dal cuore al mentale – si dovessero manifestare, e ce li hanno così tante volte, in tante vite, in tante esperienze, associati alla disperazione, all'angoscia, ai dolori estremi, che arriviamo a non lesinare persino ferocia e durezza, e spietatezza, a chi, in qualche modo o senso, avendo deciso prima di noi di “saltare il fosso”, e andare oltre i propri mali, ed incarnare la Luce e lo splendore in ogni aspetto della propria esistenza, ha inteso regalarci quell'attimo di cielo al fine di colorare le nostre realtà.

Però questo non dovrà in alcun modo fermarci, e, ancora meno, bloccarci. Perché se la prima espressione di volontà dell'Ideatore è stata la Luce, subito seguita dall'Amore, è quella – insieme a quest'altro – che rimane sempre base e fondamento dell'intero Cosmo.

Quindi, come possiamo non fidarci di ciò che è nella sostanza l'inizio della Vita?

Con tutto il Rispetto della Sovranità di ciascuno consentitomi dalla Grazia,

un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita]. Marius L.

Namasté!

 
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