Creato da RoHarLu il 01/01/2012
L'Infinito Gioco di Ciò che Sempre È [Vita].
 

Messaggi del 27/04/2019

Da Amore ad Amore. [In Memoria di Baba]..

Post n°271 pubblicato il 27 Aprile 2019 da RoHarLu

Tutto ciò che esiste è creazione, atteso che ciò che è prima, o al di là, ha riferimento solo con il “non moto”, qualsiasi genere o forma possa assumere quest’ultimo.

Noi siamo parte di quel Creatore, e ne siamo altresì il prodotto attivo.

Tuttavia, non siamo proprio delle creature, e, possiamo allo stesso modo affermare che non ci sono correttamente limiti a ciò che siamo, e possiamo, in qualsiasi direzione o movenza, essere.  

Se dovessimo avventurarci nella ricerca del Creatore per tutto l’Universo, forse non riusciremmo a trovarlo con rigorosa precisione, perché, nella nostra indefinita sovranità, nell’abbracciare la manifestazione di qualsiasi altro Creatore - e, quindi, qualsiasi cosa possa mai essere inventata e/o immaginata – nella profonda concatenazione ne diventiamo partecipi, arrivando persino ad esserne in qualche modo vincolati, pur conservando la possibilità di liberarcene in qualsiasi momento.

Così, se viviamo  i “concepimenti” di altri “sub_Logos”, e la nostra vita ne dovesse divenire pregna, nella sostanza loro sono gli attuali creatori della nostra vita, seppur mai lo potranno essere di ciò che esattamente noi siamo.

Nel riacquistare la padronanza delle nostre vite ed espressioni, prendendo coscienza delle nostre reali origini, una componente sempre maggiore di rivelazioni ci apparterrà, nel senso che ne saremo i più diretti emanatori, contribuendo più attivamente in tal modo ad impreziosire la creazione complessiva.

Nella tranquilla consapevolezza di ciò che effettivamente siamo, dovremmo pertanto avvicinarci a qualsiasi Creatore, e al Logos stesso, da “pari”, senza sterili riverenze, seppur con il giusto – e riconoscibile - rispetto che una qualche coordinata spazio temporale possa richiedere.

La comprensione è ciò che più di ogni cosa rappresenta ogni Creatore. Perché un Creatore che si riconosce già come tale, è sempre serenamente disponibile ad “accogliere” ogni sua generazione. E, nell’accettazione di questo, la considerazione e conseguente attenzione per ogni altro “figlio” di qualunque altra madre, è un logico e successivo passo.

Chi ha cercato finora di gestire questa particolare estensione, nella parte opposta in verità, alla direzione indicata dalle prime derivazioni del primo Creatore, ha soprattutto imposto la separazione come strumento primario di controllo.

Per tale ragione, lungo la strada della rinascita, qualsiasi accenno di unione, di “connessione”, tra gli esseri, è così amato e desiderato dal germe di vita che si desta in ciascuno.

Noi chiamiamo questa connessione, che avviene a livello di Cuore, “innamoramento”, Amore. Amore romantico, a volte.

Per questo chi si sta “risvegliando” tende ad “innamorarsi”  così facilmente, senza per questo avvertire alcun tipo di “lesione” nei confronti di alcun altro essere, vicino o lontano che sia.

In verità, ciò che per noi è questa forma di innamoramento, per i “maestri” è una naturale forma di interazione tra gli esseri. Ogni maestro si incontra con altre essenze solo a livello di Cuore, connettendosi con quel nucleo. Pertanto, se dovesse usare il nostro linguaggio, egli è sempre “innamorato”.

Ed è per questo che quando incontriamo un “maestro”, se il nostro Cuore è appena aperto, ce ne innamoriamo subito. Perché avvertiamo istantaneamente quella connessione. Così come avviene con le nostre anime gemelle, e con molte delle nostre anime compagne.

Ho sempre parlato in altri spazi di come mi sono “innamorato” di Bhagavan Baba, fin dal primo momento in cui lo cominciai a vivere nel mio Cuore e nella mia mente.

In realtà, con quella locuzione è a quel tipo di connessione che mi sono sempre riferito. Che poi è il legittimo criterio di “riconoscimento” di ogni maestro già degno di questo nome.

Ho anche detto che, spesso, è quasi difficoltoso rimanere nei pressi di un qualche maestro, causa l’enorme stravolgimento delle emozioni che ciò produce. Anche se ciò comporta altresì, anche una maggiore difficoltà a staccarsene.

Così, in questo giorno del “ricordo”, per quanto possa giovare, è appena questo che voglio rilevare. La Grazia di incontrare questo tipo di esseri, e di aver vissuto - e la Bellezza di poter vivere ancora e ancora, e sempre e sempre - quella forma di connessione.

Da Cuore a Cuore. Da Amore ad Amore. Namasté!

 

Con tutto il Rispetto della Sovranità di ciascuno consentitomi dalla Grazia,

un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita]. Marius L.  

 
 
 

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