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TIBET- CINA/LHASA E' DIVENUTA UN INFERNO PER I TIBETANI. ECCO COME VIVONO


Una rarissima testimonianza oculare della vita dei tibetani della capitale, anonima per motivi di sicurezza, racconta la verità sul Tibet: “I tibetani stanno sparendo, i monasteri diventano caserme e gli appartamenti privati del Dalai Lama sono stati venduti a un uomo d’affari cinese. I soldati sono ovunque e fanno quello che vogliono. I monaci sono pronti a digiunare fino alla morte contro queste violenze“.In Tibet "i tibetani stanno sparendo: vivono in aree limitate da mura e da filo spinato, costretti ad ascoltare e cantare inni comunisti, guardati a vista dalle armi cinesi. Oltre 7mila persone sono state sbattute in un campo di rieducazione tramite il lavoro, e i monaci sono in sciopero della fame". E' il racconto di una fonte che ha appena lasciato Lhasa: anonima per motivi di sicurezza, traccia la vera situazione della provincia occupata con la forza dai comunisti di etnia han.La sua testimonianza è preziosa, perché il governo centrale cinese impedisce da tempo a reporter e turisti di visitare il Tibet e la capitale, Lhasa. Le auto-immolazioni dei monaci, le proteste di piazza e le violenze sporadiche anti-Pechino hanno riportato la questione tibetana al primo posto nei pensieri della leadership comunista, che reagisce con durezza a ogni azione della popolazione locale. Oggi è il Losar, il capodanno tibetano, ma in Tibet "non si festeggia. Troppo dolore". Di seguito il testo completo del racconto.Sono appena tornato da Lhasa. I tibetani stanno scomparendo: ognuno è terrorizzato dal bagno di sangue che sembra inevitabile. Al momento a Lhasa vivono circa 1,2 milioni di cinesi di etnia han e 200mila tibetani. La maggioranza di questi vive in aree quasi del tutto circondate da stazioni militari, con mura alte più di due metri: alcune di queste hanno in cima il filo spinato. L'isolamento dà l'impressione di quello che era il Ghetto di Varsavia.All'interno delle "aree chiuse" operano soldati armati, membri delle squadre speciali e poliziotti, che controllano le strade 24 ore al giorno. Le canzoni e le marce militari si possono udire durante tutto il corso della giornata. I camion della Swat [squadra anti-terrorismo ndt] e gruppi di veicoli anti-proiettile simile ai carri armati passano per la zona ogni giorno. Sulla torretta di ogni veicolo ci sono 3 o 4 soldati armati di fucili d'assalto o mitragliatrici, puntati contro i tibetani. Questi devono portare le proprie carte di identità in ogni momento: quelli che vivono a Lhasa devono registrarsi dalla polizia.Al momento ci sono circa 134 nuovi posti di blocco militari, che fermano a caso pedoni e veicoli. Oltre alle caserme dentro e fuori Lhasa, all'interno della città ci sono posti di blocco militari permanenti con 10 soldati ciascuno. Alla cerimonia del Kalachakra, celebrata nel gennaio 2012 a Bodh Gaya in India dal Dalai Lama, hanno partecipato circa 10mila tibetani provenienti dal Tibet: di questi, 3mila erano informatori del governo.Appena rientrati in Tibet, gli altri 7mila sono stati mandati tutti nei campi di rieducazione tramite il lavoro per un minimo di 3 mesi. Gli anziani hanno implorato le guardie di tornare a casa, dato il freddo dei campi di lavoro, ma sono stati ignorati. In molti casi, alcuni familiari di questi anziani sono andati nei campi con delle coperte per i loro congiunti, ma le autorità hanno detto loro che non erano più nel campo e non sapevano dove fossero.In ogni caso, gli agenti hanno interrogato tutti gli arrestati: hanno chiesto che lavoro facessero (e li hanno fatti licenziare), hanno eliminato pensioni e altri benefici e hanno iniziato a chiedere nomi e professioni dei loro parenti. Poi hanno iniziato dei controlli "casuali" e hanno fermato i parenti di queste persone per "controlli". Gli agenti hanno fermato un bus con sopra 50 monache tibetane dirette a un ritiro: un informatore ha detto alla polizia che parlavano male del governo. Al momento non si sa dove siano.Un artista tibetano ha disegnato un tibetano che guarda un orologio e ha intitolato il quadro "Aspettando": è stato arrestato per il simbolismo sovversivo usato nell'opera. Mi hanno detto che molte persone sono state portate via dalla pubblica sicurezza e sono sparite nel nulle. I punti di controllo nella Regione sono usati per tenere i tibetani non residenti a Lhasa lontani dalla capitale. Inoltre se su una macchina fermata ci sono un monaco o una monaca, i poliziotti li costringono a scendere e a proseguire a piedi.Il Palazzo Potala di Lhasa è un luogo di pellegrinaggio per tibetani, in particolare durante il Losar: ma nessuno può passare dai posti di blocco e Pechino ha imposto un limite di tibetani che possono stare nella capitale. Qualche tempo fa, nel Palazzo vivevano tra i 300 e i 400 monaci: ora sono 36. Nelle stanze dei lama ora vivono militari e poliziotti. Anche se è considerato un patrimonio dell'umanità, il Potala è divenuto una caserma cinese. Nel monastero interno ora ci sono i bunker militari.Il monastero Jokhang è talmente pieno di soldati che devi stare attento a non pestarli, quando lo visiti. Nel monastero Drepung vivevano fra i 7 e i 10mila monaci: ora sono 500. Nel monastero Sera erano 6mila, oggi sono 200. Attorno a questo monastero la polizia è particolarmente presente, controllano tutto compreso il luogo dove i monaci discutono. Il Palazzo Norbulingka era la casa di 300 monaci: oggi non sono più di 10.I piccoli appartamenti privati del Dalai Lama sono stati venduti a un uomo d'affari cinesi e per vedere il parco Nobulingka, anche questo patrimonio dell'umanità, si deve pagare un biglietto. Mi dicono che 100 monaci sono pronti a digiunare fino alla morte contro questa situazione. Lhasa (AsiaNews)