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IL MONDO E' BELLO PERCHE' "AVARIATO": FACEBOOK RITIENE UNA MAMMA CHE ALLATTA UN ATTO OSCENO


Baci etero omo lesbo all’italiana alla francese alla come ti pare, ok. Bestemmie, docce hot & immagini hard, accoppiamenti multipli con avvitamento in diretta al Grande Fratello et similia, ok. Crani fracassati, corpi dilaniati, riprese di morti violente, ok. In barba alle fasce protette, in tutti i canali, compresi quelli “per bambini”, il sesso alluso o esibito non è un tabù e quindi ok pure a quello. Per i siti porno con tutte le sfumature (guai dire devianze) basta un click e in internet vedi di tutto e anche di più. Su Youtube non si contano i filmati di bullismo, le riprese fintamente vietate di ciò che accade in classe, nei bagni delle scuole, nelle camere da letto, sopra e sotto le lenzuola. Se hai bisogno di una foto perché tuo figlio, alle elementari, deve fare un approfondimento di scienze, è bene che presti attenzione a cosa scrivi sul motore di ricerca, perché se digiti “maiale” esce di tutto, tranne il suino richiesto. E però… però non fateci vedere una donna che allatta un bambino perché – quella sì – turba. Peggio. E’ considerata (questa!) un’“immagine che offende il senso del pudore”.Solita bufala dei cattolici pro life, dirà qualcuno che, abituato – contento lui – ad essere “fatto imparare” (licenza poetica della puntigliosa, che cerca un sinonimo soft e politicamente corretto al participio passato “indottrinato”) in effetti questa notizia mica la trova su certi quotidiani che contano (la puntigliosa prima di scrivere verifica. Abbiate pazienza: le hanno insegnato così).Eppure… eppure è accaduto. Un utente italiano si è visto l’account bloccato per 24 ore e dal suo profilo di Facebook è stata rimossa l’immagine di una donna di colore che allatta. Il social network di Mark Zuckerberg evidentemente ritiene l’allattamento un atto osceno.La notizia si commenta da sé.Ho due figli ormai grandi, ho allattato per quasi un anno e mezzo ciascuno di loro e la ricordo come un’esperienza tra le più belle della mia vita: di una dolcezza e di una intimità che non ha eguali. Un atto così “naturale”, così profondamente umano, che gli artisti, immortalandolo, nel corso dei secoli ci hanno donato affreschi, statue e dipinti non solo di mamme e neonati, ma anche della Madonna che allatta Gesù, e nessun cattolico mai si è sognato di considerare tali immagini offensive.Fa pensare, e molto, dunque, che si possa considerare lesiva del senso del pudore la foto di una donna che offre la mammella al figlio, mentre viviamo in un’epoca che punta l’obiettivo (fotografico e non) sulla farfalla di Belen; che chiude un occhio (metaforicamente, perché in verità lo sgrana per vedere meglio) sul nudo artistico (?) dei seni esibiti alle sfilate; sulle donne di plastica, e cioè post ritocchi; sul decolleté oversize di Francesca Cipriani prima e dopo lo scoppio della protesi; sul gossip morboso da buco della serratura. C’è da riflettere se si considerano “arte” i nudi in silicone inglobati in blocchi di resina da Serra e Renzetti (in arte Santissimi) e si paga il biglietto per vedere i cadaveri di Gunther Von Hagens sottoposti alla tecnica della plastinazione, mentre creano scandalo e “non si possono vedere” le labbra di un bimbo che succhiano il latte dal seno di una mamma.E però il mondo è bello perché è vario (e qualche volta anche… avariato), perché, come sempre, ci sono i distinguo. Girando per i social network, infatti, ci si può facilmente imbattere nell’immagine di una donna che allatta una scimmia, di un’altra che porge il seno al proprio cane malato e anche – copio ciò che ho letto – in “una singolare sequenza in cui una donna indiana allatta il proprio bambino e contemporaneamente un piccolo di antilope. Il documentario testimonia il rapporto tra l’uomo e la natura nel popolo dei Bishnoi nel deserto del Rajasthan in India. Lì si venerano animali di ogni specie ed essi fanno parte della famiglia. L’armonia fra l’uomo e l’animale è al culmine, come esigono la filosofia e i principi di vita di questa comunità del deserto”.Insomma: le foto politically and animalistically correct, ok. Anche su Facebook. Solo l’immagine che possa richiamare alla memoria un’idea “normale” di una maternità “normale” stona, anzi turba. Ergo, zitti tutti. Va censurata. Senza “se” e senza “ma”.- Saro Luisella - CulturaCattolica.it -