ASCOLTA TUA MADRE

PERICOLO OCCULTISMO: "TUTTA LA MIA VITA NELLE MANI DI UNA MAGA"


Il centro di aiuto Gris (Gruppo ricerche informazioni socio religiose) per chi non riesce a liberarsiIn questi anni, mi creda, ne ho viste di tutti i colori. Ma c’è un aspetto che caratterizza quasi tutte le storie di chi cade preda di sedicenti maghi e di gruppi settari: loro ti rubano la vita, non solo i soldi». Marcella Pioli, 59 anni, medico, è la presidente della sezione torinese del Gris (gruppo ricerche informazioni socio-religiose), che opera con l’appoggio della Diocesi e il cui obiettivo è quello di informare, e prevenire i fenomeni di dipendenza legati al variegato universo dell’occultismo.Il centro di ascolto (la sede è in corso Matteotti 11, tel 339/1035723) composto da esperti, psicologi e volontari in contatto con la Questura, segue in media una trentina di casi l’anno. «Naturalmente - osserva la dottoressa Pioli - il fenomeno è molto più diffuso ma le vittime hanno paura ad esporsi temono ritorsioni e la condanna di chi pensa che in fondo se la sono cercata…». Anime che hanno vissuto sull’orlo dell’inferno e che quando riescono a strapparsi da chi le soggiogava si ritrovano sole distrutte dai sensi di colpa.Né ci si può rifugiare nell’idea che a cadere nella rete dell’occulto siano soltanto gli sprovveduti. «Ci cascano in molti, a prescindere dall’estrazione sociale e dai titoli di studio. Penso, per esempio, al caso di un professionista che da vent’anni non fa un passo senza prima aver consultato una maga». Perché si finisce in braccio ai maghi o alle psico-sette? Gli esperti parlano di solitudine e fragilità. «Accade - commenta ancora la Pioli - dopo un lutto, una separazione, un problema sul lavoro. Le loro ricette offrono soluzioni rapide, “efficaci”. Vittime e carnefici cercano una cosa sola: il potere. Sulle persone o sugli eventi».In quale caso si può davvero di setta? «Non diamo giudizi - risponde - o patenti sulle idee di un determinato gruppo. Ma se, per esempio, nessuno può mettere in discussione la volontà del leader o se è vietato avere rapporti con i fuoriusciti, allora è legittimo parlare di gruppi settari». Il meccanismo di entrata in contatto è simile. Quasi sempre c’è un amico che fa da garante-apripista. All’inizio è luna di miele il leader o il gruppo «bombardano d’amore» il neofita che sostituisce quei «nuovi amici che lo capiscono bene» con la famiglia la quale diventa responsabile di tutti gli errori. «Qualcuno è arrivato ad accusare i propri genitori di averlo violentato da piccolo», conferma la Pioli. Inesorabilmente il leader o il sensitivo sovrappone alla personalità della vittima una nuova personalità: l’io, dicono, «rinasce» ma è un io adolescenziale, facilmente manipolabile. «Se poi - dice Pioli -, dopo l’euforia iniziale, i risultati non arrivano la colpa è del soggetto che non ha lavorato abbastanza non ha partecipato a corsi successivi sborsando altri soldi».Come uscirne? «Per fortuna il nostro io non si può cancellare del tutto: a volte c’è l’insistenza di un amico vero, o la constatazione della vittima che i capi non seguono le regole che propugnano oppure il fatto che le formulette non funzionano. Quando notate che un amico o un parente si isola, usa un gergo stereotipato e sta cambiando troppo, è il momento di chiedere aiuto». Sperando che non sia troppo tardi. - Mauro Pianta - vaticaninsider.lastampa.it -