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LA GANG MONTI: RUBARE AI POVERI PER DARE AI RICCHI


Leggendo le cronache politiche, la prima cosa che mi colpisce è il coro di Osanna che ormai si innalza, da parte della stampa di regime, per ogni azione di questo “governo”, per ogni parola pronunciata dal Loden e dai suoi adepti, in un crescendo di affermazioni apodittiche di verità assolute, indiscutibili. Si sta operando un incretinimento popolare impressionante. Addirittura mi è capitato di sentire alla radio una canzonetta che esaltava i “sacrifici” compiuti per amore dell'Italia. C'è un risveglio di patriottismo tanto rombante quanto preoccupante.Tutto bene e tutto bello, se questo entusiasmo indotto e questo neo-patriottismo celebrassero un vero cammino, di tutto il popolo italiano, verso la soluzione dei suoi guai.imbroglioMa è lecito nutrire qualche perplessità perché o è stata di recente cambiata la lingua italiana, e le parole hanno assunto nuovi significati, oppure la presa in giro (per non dire di peggio) del popolo italiano è così palese da spingere a fare i complimenti ai registi della propaganda di regime, perché il loro lavoro di annebbiamento è stato efficacissimo. Se infatti ci si fermasse un attimo a riflettere realmente su alcune affermazioni provenienti dalla gang, ci sarebbe di che liberare Palazzo Chigi e dintorni con gli idranti.Mi riferisco in particolare a due recenti affermazioni, una della ministra Fornero-Merola e l'altra del Loden.Partiamo dalla signora Fornero-Merola.Tutti gli organi di informazione hanno di recente pubblicato due dati, in verità scoprendo l'acqua calda: il lavoratore italiano è un sottopagato rispetto ai suoi colleghi degli altri Paesi europei, e il costo del lavoro è in Italia molto più elevato che in altri Paesi europei.Orbene, tra il costo del lavoro lordo (ovvero, ciò che effettivamente il datore di lavoro sborsa) e lo stipendio (ovvero il netto che arriva in tasca al lavoratore) la differenza è data dai carichi fiscali, previdenziali e assicurativi. Ne consegue, andando a buon senso e presumendo che la lingua italiana non sia cambiata, che è nelle trattenute che qualcosa non funziona. Sono eccessive, altrimenti non si capirebbe perché a un costo del lavoro più elevato rispetto alla media europea, corrisponda uno stipendio più basso (sempre con riferimento a tale media). A questo punto le strade sono due: ridurre le ritenute fiscali, previdenziali, eccetera, o non ridurle. Certo, si può benissimo decidere di non ridurle, adducendo la mancanza di risorse.Ma si va nella fantascienza, quando si afferma, come ha fatto appunto la Ministra lacrimante, che “bisogna aumentare la produttività”. Aumentare la produttività è sempre una bella cosa – coi dovuti limiti – ma nel caso specifico cosa c'entra? Nulla, nel modo più assoluto. Il problema per il lavoratore sottopagato resta, come prima, irrisolto. Le aziende, dove possono, si limitano a trasferire la produzione all'estero. Di certo il lavoratore che deve tirar la cinghia con uno stipendio che al netto mensile supera magari di poco il migliaio di euro, ha tutto il diritto di sentirsi preso in giro.E passiamo al prof. Loden.Recentissima è l'affermazione del Poglavnik di voler adottare provvedimenti normativi diretti – tra le altre cose - al “graduale spostamento dell'asse del prelievo dalle imposte dirette a quelle indirette”. (Vedi, ad esempio, su Adnkronos).Nulla è più iniquo della tassazione indiretta, che colpisce in modo indiscriminato tutti e che quindi grava percentualmente in misura ben più pesante sulle classi più deboli. Non a caso la Costituzione prevede che il sistema fiscale si ispiri a criteri di progressività, proprio perché si considera equo che chi più guadagna, paghi di più anche in termini percentuali. La tassazione indiretta è invece cieca, colpisce tutti. Facciamo un esempio: l'eccezionale carico di imposte sui carburati per autotrazione ci porta ad avere benzina e gasolio tra i più cari del mondo. Poiché la gran parte delle merci è trasportata su gomma, gli aumenti dei prezzi dei carburanti si traducono anche in aumenti di tutti i prodotti, alimentari compresi. Chi guadagna tanti bei soldini al mese – come i ministri che felicemente ci governano – non si turba certo se le patate o il merluzzo aumentano. Chi invece vive sulla Terra, e non nell'Empireo, e deve tirare la fine del mese, si troverà sempre più nei pasticci.Tra l'altro una dichiarazione d'intenti come quella sopra riportata è anche una bella confessione di impotenza, o di mancanza di volontà, di operare una vera lotta all'evasione, che non si fa certo con le sceneggiate dei rastrellamenti della finanza ai negozi delle località di vacanze.Naturalmente l'imposizione indiretta è molto più semplice e sicura. Peccato che il costo fiscale venga via via trasferito nella vendita del bene o del servizio sull'ultimo soggetto, il consumatore finale, che non può far altro che pagare, senza più rifarsi su nessuno.Domandina: poiché è tecnicamente impossibile fare un'imposizione indiretta che tenga conto dei redditi effettivi dei soggetti che partecipano allo scambio, compravendita, eccetera, dove va a finire la giustizia fiscale? Il pensionato al minimo e l'amministratore delegato della grande azienda pagano la stessa imposta indiretta quando vanno a comprarsi due etti di insalata. Questo è giusto?Domande senza risposta, anche perché ci viene quotidianamente insegnato che ciò che discende dalle stelle, ovvero dal governo del prof. Loden, è giusto di per sé stesso, a prescindere dai contenuti, dagli effetti, dall'equità. Noi, sudditi, possiamo solo adorare e obbedire. Amen.Tra l'altro, dobbiamo gioire perché l'onnipotente BCE ha di recente riempito di soldini anche le banche italiane. Che bello. Sappiamo dunque che il credito ormai viene diretto dai banchieri europei (soggetti privati, che operano, ovviamente, per ottenere profitto) e che quindi un progresso economico può esserci solo per somma decisione europea, poiché senza credito non può esserci crescita economica.Naturalmente chi parla della necessità che lo Stato si riappropri del potere di emettere moneta, ponendo fine al vergognoso guadagno derivante dal signoraggio, è zittito ed emarginato.In casa nostra è tuttora in corso il braccio di ferro con gli enti locali per l'imposizione della Tesoreria unica, che porterebbe a una centralizzazione napoleonica delle risorse. In più, i nostri fantastici governanti, come abbiamo visto, ci dicono, con grande chiarezza, che dobbiamo essere più produttivi (se non riusciremo a mangiare, sono fatti nostri) e che le imposte saranno via via sempre più indirette, ossia ciecamente spietate.Sian al dirigismo più assoluto, con un fatale abbraccio tra socialismo e liberalismo. Né questo deve stupirci, perché entrambi sono figli della stessa distorsione, ossia di una visione della vita il cui centro non è l'uomo e il suo bene, bensì l'economia e il profitto. Partendo da premesse folli, si arriva a fare follie.Sarebbe però opportuno che, poiché le programmate follie sono esplicitamente dichiarate, il popolo italiano si svegliasse. Siamo molto vicini alla rovina, molto più vicini di prima. - di Paolo Deotto -riscossacristiana.it -