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ABBIAMO CERTI VALORI NELLA NOSTRA SOCIETA' CHE VORREMMO TUTELARE NONOSTANTE GLI ATEI BENPENSANTI


A leggere certe affermazioni sui siti internet (soprattutto in quelli che si ritengono sempre dalla parte della ragione) viene da pensare che «battere sui tasti del pc» sia una occupazione interessante.Una volta il Card. Ratzinger parlava di una chiesa «autooccupata», preoccupata di sfornare documenti, senza accorgersi che la drammaticità della situazione richiedeva ben altro. Leggendo alcuni dei siti di questi atei benpensanti, mi accorgo che questa «autooccupazione» è diventata uno sport nazionale.È in gioco l’uomo, la sua sopravvivenza, la sua verità, la possibilità di luoghi di vita e di bellezza; ci si industria a fare affari a spese della povera gente; i giovani non hanno più punti di riferimento… e che cosa si pensa? Quali sono le priorità? Distruggiamo la Chiesa, facciamo salire in cattedra gli atei, decostruiamo la famiglia…Due fatti emblematici: su Repubblica l’ineffabile Augias ricorda che un solo vescovo in Italia ha avuto il coraggio di affermare che la sentenza della Corte di Cassazione, a proposito dei diritti alle coppie gay, creava un vulnus nella Costituzione della Repubblica italiana. Se questo è vero, possibile che l’odio anticristiano obnubili così la mente anche dei cattolici, tanto da non sapere più reagire? Troppo nota è la poesia del pastore Martin Niemöller per commentarla ulteriormente: Prima vennero per i comunisti.    «Prima vennero per i comunisti, / e io non dissi nulla / perché non ero comunista. / / Poi vennero per i socialdemocratici / e io non dissi nulla / perché non ero socialdemocratico / / Poi vennero per i sindacalisti, / e io non dissi nulla / perché non ero sindacalista. / / Poi vennero per gli ebrei, / e io non dissi nulla / perché non ero ebreo. / / Poi vennero a prendere me. / E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa.»La seconda cosa: il premio Nobel e presidente della Liberia, Ellen Johnson Sirleaf, alla giornalista che con insistenza richiede il suo pensiero sulla questione dei gay, risponde con pacatezza: «Ci piacciamo come siamo» e «Abbiamo certi valori nella nostra società che vorremmo tutelare». E di fronte allo sconcerto della giornalista ribadisce con dignità la sua posizione.Bene, abbiamo anche noi «certi valori nella nostra società che vorremmo tutelare» e non saranno le minacce degli atei, la crudeltà di un certo fanatismo islamico, le bordate di Repubblica & C., il comportamento cauto e politically correct di altri cattolici a zittirci.Grazie, pastore Niemöller, perché ci hai ricordato il dovere di non tirarci indietro!Mangiarotti Don Gabriele - CulturaCattolica.it -