ASCOLTA TUA MADRE

15 APRILE FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA


La prima volta che sentii parlare della Divina Misericordia è stato il giorno della morte di papa Giovanni Paolo II. Era il 2 aprile dell’anno 2005. Come dimenticarlo?Lessi che la Divina misericordia, che egli tanto aveva amato e venerato in vita, l’aveva accolto fra le Sue braccia proprio alla vigilia della festa. Non ne avevo mai sentito parlare e desiderai approfondire. Così scoprii come suor Faustina Kowalska, da lui proclamata beata, e poi santa, aveva avuto per anni la visione di Gesù che le aveva chiesto di far dipingere la Sua immagine, così come le appariva: con una veste bianca e due meravigliosi raggi che partivano dal Suo cuore, uno rosso ed uno bianco. E Gesù aveva spiegato a suor Faustina che i raggi erano il sangue e l’acqua scaturiti dal Suo petto il giorno della crocifissione, quando un soldato gli squarciò il cuore con la lancia. Incredibilmente, da quella ferita provocata dall’odio, è scaturita la Misericordia di Gesù sul mondo intero. E’ la potenza di Dio che trasforma e rende nuove tutte le cose, che anche dall’odio può far nascere un amore senza fine. Due raggi luminosi, due sorgenti di vita, di purificazione per i peccatori. Gesù stesso disse alla suora che quella era “l’ultima tavola di salvezza” per i peccatori, che veniva offerta a tutti. Anche coloro i cui peccati fossero “come lo scarlatto”, potevano accostarsi senza timore alle due sorgenti e invocare la Misericordia Divina.La prima domenica dopo Pasqua, giorno che Gesù stesso ha scelto per la Sua festa, la Sua Misericordia scenderà come un fiume sulle anime dei peccatori, su tutte le persone che si recano ad adorare la Sua immagine e, con cuore pentito, implorano il perdono per le colpe commesse. Quale grazia più grande Gesù avrebbe potuto concederci? E chi di noi potrebbe dire di non averne bisogno? Oggi più che mai, in un mondo secolarizzato, dove i valori sono stati ribaltati, dove il male è stato travestito da bene, da diritto da pretendere, dove l’uomo ha la pretesa di vivere senza Dio e di sostituirsi a Lui in tutto, anche nella creazione, dove la parola libertà è ormai solo un pretesto per giustificare anche l’omicidio, la Misericordia Divina è davvero come l’ultimo grido di allarme della sentinella che veglia sulla città, “l’ultima tavola di salvezza”, appunto. In quel giorno, ha promesso Gesù, infinite saranno le grazie concesse, e non bisogna aver timore di chiederne tante. L’unica condizione richiesta è la purificazione dell’anima attraverso il sacramento della confessione e della comunione. Tutte le colpe saranno perdonate.Mi colpì così profondamente l’immagine di questo fiume, della Misericordia che avrebbe inondato la Chiesa e avrebbe concesso infinite grazie a tutti i peccatori, che desiderai conoscerla. Così, un giorno mi recai nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, che si trova ad un centinaio di metri dalla basilica di san Pietro. Anch’io volevo immergermi e lasciarmi travolgere da quel fiume di grazie. E’ un’esperienza che non si può raccontare così com’è. Bisogna viverla.Era un pomeriggio qualsiasi. Non avevo mai visto tante persone sostare dinanzi ad una chiesa, prima della sua apertura, in silenziosa attesa. C’erano studenti, signore eleganti, altre persone dall’apparenza povera, suore, stranieri, anziani, bambini. Tutti noi, come mendicanti di misericordia, attendevamo di entrare. Alle 14 e 55 si aprì il portone. Sulla soglia comparve una giovanissima suora dai bellissimi lineamenti. Il suo volto era diafano, pareva quello di un angelo. Le persone entrarono silenziosamente e si sistemarono nei banchi, molte in ginocchio di fronte all’immagine di Gesù. Alle ore 15,00, puntuale, iniziò la recita della coroncina. Bellissima, cantata e suonata. Ti entrava nell’anima. E tu eri lì, dinanzi a Lui che ti guardava e ti trafiggeva con il Suo sguardo. Ovunque ti mettessi, il Suo sguardo ti seguiva. Gesù aveva detto a suor Faustina che era lo stesso sguardo che Egli, morente, aveva sulla croce. Uno sguardo d’amore che ti cattura, ti affascina e t’innamora perdutamente. C’erano lì giovani uomini, in giacca e cravatta, inginocchiati con le mani aperte verso l’alto e pregavano. Era uno spettacolo commovente ed inconsueto. E le lacrime inondavano molti visi: che gran miracolo! Da allora, tantissime volte sono tornata in quella chiesa, meravigliosa appendice del Vaticano, in via della Conciliazione. Non dimenticherò mai la prima volta che ci sono andata proprio nel giorno della Festa della Divina Misericordia. Non si poteva entrare in chiesa tanto era affollata. Ma nessuno andava via. Ci sistemammo, come altre persone, sulle scale dell’entrata laterale posta sulla facciata destra della chiesa. Stretti, inginocchiati in posizione scomoda, eppure ognuno cercava di far posto all’altro. La Misericordia c’era per tutti. Alle quindici iniziò la coroncina: “O Sangue e Acqua che scaturisti dal cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi, confido in Te”. Queste parole, cantate dalla voce purissima della suora e suonata dall’organista, sembravano scavarti nel profondo dell’anima e penetrare in ogni spazio aperto del tuo cuore sino a riempirlo tutto. Non ho mai visto da alcuna parte un simile raccoglimento. Con gli occhi chiusi, tutti pregavano, vedendo con gli occhi del cuore quell’Immagine che, dall’esterno, pur non riuscivano a vedere. Eppure tutti la sentivamo straordinariamente presente. Il più grande miracolo era proprio quella grande fede che respiravi intorno a te, e desideravi averne almeno quanto il tuo vicino. Sentivi davvero la carezza della Misericordia, come una brezza leggera che ti sfiorava il viso e ti rinnovava l’anima. E le grazie davvero si fanno scoprire. Dinanzi a quell’immagine, avviene un miracolo invisibile agli occhi. Un miracolo fatto di parole silenziose, nell’intimo del cuore, di domande che trovano risposta, di paure che si acquietano, di dolori che si placano, di mali che guariscono. In una bellissima omelia, padre Joseph Bart, rettore di quella chiesa, un giorno disse che ogni persona che si inginocchiava dinanzi a Gesù Misericordioso, abbandonava lì la sporcizia dell’anima e, quando andava via, era pulita, rinnovata. E’ esattamente quel che si prova. Io ho avuto anche la fortuna di confessarmi ad un sacerdote che, straordinariamente, mi leggeva dentro. Mi disse: ”Signora, quando una persona si confessa dinanzi a Gesù e Gesù perdona, quella persona diventa nuova, pura. Io le dico che dovrei inginocchiarmi ogni volta che viene davanti a me qualcuno che si è confessato da Gesù ed ha avuto il suo perdono…quella persona è sacra…” Quando si ha la grazia, la gioia di conoscere la Divina Misericordia, la vita cambia. Non diminuiscono le difficoltà, ma le affronti con una forza nuova, nella certezza che non sei sola. Gesù stesso ha detto: “Proteggerò ogni creatura che diffonderà il culto alla Divina Misericordia come una madre protegge il suo bambino…la difenderò come mia gloria… prometto già su questa terra la vittoria sui nemici e la vita eterna dopo la morte.”Ha anche detto che Egli, nell’ora della morte, ci sarà accanto non come Giudice ma come Salvatore e l’anima agonizzante, accanto alla quale sarà recitata la coroncina, avrà una morte serena. Io ho sperimentato quanto fosse vera questa promessa per aver recitato accanto a mia madre questa preghiera il giorno in cui è volata in cielo, fra le braccia della Divina Misericordia. Una morte serena, con un viso bellissimo, trasfigurato di luce, e con gli occhi che guardavano Qualcosa di meraviglioso, invisibile a noi che le eravamo accanto. Il suo sguardo era lo stesso sguardo d’amore, colmo di quella gioia che solo una madre sa dare, che rivolgeva a me, sua figlia, ogni volta che mi guardava. Ella aveva visto qualcosa che la stava riempiendo d’amore. Così, con dolcezza infinita, senza un sussulto, ha chiuso gli occhi e si è abbandonata tra le Sue braccia. Ne sono certa: Gesù era lì. Era lì per accogliere una Sua creatura che tanto lo aveva amato in vita, era lì per tenere la Sua mano sul mio capo, sul mio cuore. Non sentivo dolore. Percepivo chiaramente la potenza del miracolo che stava avvenendo. La morte di mia madre è stata bellissima. Vere tutte le promesse di Gesù. E’ stata così bella che, dopo due mesi ho voluto recarmi a Cracovia, dove Gesù appariva a suor Faustina, per ringraziarLo. In una chiesa gremita di fedeli silenziosissimi, un giovane sacerdote polacco celebrava la messa. Io vedevo le persone che lo ascoltavano estasiate dalle sue parole. Dinanzi alla stupenda immagine di Gesù, pensai: “Gesù, non comprendo questa lingua, né le cose meravigliose che sta dicendo il sacerdote, ma Tu fammi capire la Tua parola”. Ed è stato bellissimo il dialogo intessuto in silenzio, un dialogo fatto di tenerezza e di Misericordia, un incontro con la certezza di avere accanto mia madre che mi stava accarezzando. Dopo la messa andai a parlare a quel sacerdote. Capiva l’italiano. Vide la foto di mia madre, la benedisse e mi disse: ”Ora lasciala nelle mani di Dio perché lì sarà felice!”.Da quando è entrata nella mia vita la Misericordia Divina non mi ha più abbandonata.Io l’ho cercata con fiducia, che è l’unico recipiente che ci viene chiesto per attingere le grazie. La Misericordia Divina mi è stata accanto nel lutto, confortandomi, nella malattia, ridonandomi la vita, nelle persecuzioni, donandomi consolazione e conforto, e vittoria in ogni difficoltà. Domani sarà la Festa della Divina Misericordia. Il miracolo si ripeterà nella chiesa di Santo Spirito in Sassia e ovunque si veneri la sacra immagine di Gesù Misericordioso. A Sora si celebrerà nella Chiesa di san Bartolomeo Apostolo, alle ore 9,45 e nell’abbazia di san Domenico alle ore 18,45. Un’occasione per il mondo intero. Un augurio a tutti di poterla sperimentare. Paniccia Antonella - CulturaCattolica.it -