ASCOLTA TUA MADRE

PREPARIAMO LA FESTA ALLA MAMMA: MADRE E' SINONIMO DI AMORE


Il sole risplende sulle montagne del Signore, la bellezza di una donna virtuosa adorna la sua casa (Siracide 26,16).Il termine Madre, ieri come oggi, è sinonimo di amore, di affezione al bene, di premurosa custodia nei confronti della propria famiglia e dei figli. Indica il quotidiano sacrificio di un cuore che vive per i suoi cari e che trova la sua gioia nel servire, senza cedimenti né ripensamenti.Penso alle nostre mamme. Penso a quelle che ci hanno lasciato e già si trovano al cospetto di Dio; penso a quelle che ancora ci accompagnano qui, sulla terra, magari cariche di anni e di malanni, ma pronte, come una volta, a rimproverare benevolmente il nostro disordine e a richiamarci, un po’ imbronciate, per le nostre mancanze, piccole o grandi, quasi fossimo i loro bimbi di un tempo.“Per le mamme –scriveva Guareschi- i figli restano sempre dei bambini e –se stesse soltanto in loro- continuerebbero a farli dormire eternamente nella culla. E, vedendo un metro e mezzo di gambe fuor dal lettuccio, non direbbero: Mio figlio è cresciuto. Direbbero: La culla del mio bambino è ristretta… ” (da “La favola di Natale”).Si parlava della donna, una volta, come dell’ “Angelo del focolare”: che bella espressione, a ben pensarci! L’Angelo è colui che custodisce e difende chi gli è affidato; vigila sul cammino dei più deboli, li sorregge e li incoraggia, senza mortificarli; si preoccupa del loro sostentamento e li afferra con la destra, quando sono in pericolo. Immagini del genere rischiano, forse, di far sorridere qualcuno, insofferente di fronte ai retaggi di un passato ormai morto e sepolto: eppure il fascino e la freschezza che effondono arrivano fino ai nostri giorni! Così, dice il Signore, “ … una donna perfetta chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore… In lei confida il cuore del marito… Fallace è la grazia e vana è la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare” (cfr. Proverbi 31,10-31).Noi, figli, siamo spesso disabituati a riconoscere il bene ricevuto e a dire semplicemente: grazie! Vorrei farlo qui, ora, a nome di tutti, ringraziando Dio per il dono della maternità, riflesso “al femminile” dell’eterno amore di Dio per l’uomo.Vorrei ringraziare il Signore per le nostre mamme, per il loro coraggio e per la loro fedeltà, per la loro dedizione assoluta alle proprie famiglie, in tempi spesso non facili. Vorrei ringraziarle per la loro preghiera silenziosa e per le loro lacrime nascoste, per la loro pazienza e per la loro Fede incrollabile. Il loro esempio cristiano è il dono più bello che abbiamo ricevuto, patrimonio di un passato che non è nostalgia né vuoto tradizionalismo, ma è passione per la Vita e santa audacia, nell’affrontare gli ostacoli e le prove quotidiane.Vorrei ringraziarle perché hanno sopportato i nostri capricci infantili, le nostre crisi adolescenziali, la giovanile presunzione di essere noi i padroni del mondo. Sono restate là, al loro posto: hanno saputo guardare oltre, sperando contro ogni speranza e trovando in Dio la forza di andare avanti e di sostenere le fragilità nostre e dei nostri padri.E’ vero, i tempi sono cambiati, l’evoluzione della società ci ha fatto progredire, ha aperto anche alla donna prospettive e possibilità nuove. Ma bisogna peraltro riconoscere quali danni incalcolabili abbia provocato la cultura oggi dominante. Stiamo aiutando le giovani generazioni a emanciparsi sempre di più, con il risultato di produrre spesso cuori insoddisfatti, insofferenti a tutto, incapaci di progettare e costruire insieme il presente e l’avvenire. In particolare, abbiamo riempito di illusioni il mondo e l’immaginario delle nostre ragazze, preoccupate solo di apparire, di somigliare a qualche “top-model” di successo, ingannate da una bellezza soltanto esteriore e non di rado devastate –come i loro coetanei- dal “sesso facile e dallo spinello libero”.Non voglio essere catastrofista: il bene c’è ancora, e come! Preoccupa, però, la facilità con la quale si offusca e si offende la vera dignità personale, si calpestano i fiori più belli che vivono nel giardino del cuore. Tutto si cura, a tutto si educa tranne che al rispetto di sé, alla scoperta del proprio “io” interiore e della gioia che nasce dalla vera libertà, che è frutto dello Spirito e dominio di se stessi; che esige prudenza, capacità di sacrificio e apertura sincera al mistero della Grazia.Vorrei poter dire alle ragazze di oggi: il mondo ha bisogno di voi, future mamme del Nuovo Millennio! Ha bisogno ancora della vostra premura e della vostra abnegazione, della vostra vocazione a ricondurre le famiglie –che il buon Dio vi affiderà- e la famiglia umana all’Amore e alla verità. Abbiamo e avremo sempre bisogno di voi, della vostra dolcezza e della vostra riservatezza, della vostra bontà e della vostra pazienza e comprensione. Beate voi, se lo spirito del Vangelo vivrà nelle vostre anime e fluirà un giorno nelle vostre case, illuminandole, ancora una volta, delle vostre virtù e della vostra santità!E vorrei ringraziare Dio per il dono di Sua Madre. È il Cuore che riassume tutti gli accenti e i toni più belli della maternità. Madre di Gesù e Madre nostra: di noi, accolti come figli nel dolore infinito del Venerdì Santo, come ultima eredità di amore del Crocifisso.A Lei affido il cuore di tutte le nostre mamme.[Tratto da “Maria di Fatima”, rivista del movimento Famiglia del Cuore Immacolato di Maria (rivistamariadifatima@yahoo.it)] - di P. Mario Piatti icms - ZENIT -