ASCOLTA TUA MADRE

TESTIMONIANZA DI SILVIA BUSO/LA GRAZIA PIU' GRANDE: RISCOPRIRE DIO


I primi giorni di novembre, si è svolto un incontro di preghiera organizzato dall’amico Willy e come ospite d’onore c’era Silvia Buso.La ragazza padovana, ha offerto volentieri la sua testimonianza al centinaio di persone presenti, raccontando come improvvisamente è stata colpita dalla malattia, come l’ha affrontata e come la Madonna a Medjugorje sia stata artefice della sua conversione e guarigione . Ecco la trascrizione della testimonianza e a seguire il video:«Mi chiamo Silvia, ho 23 anni e sono di Padova. La prima volta che sono andata a Medjugorje era il 24 giugno 2005, avevo 17 anni ed erano nove mesi che ero in carrozzina, paraplegica senza poter camminare, né muovere le gambe. Fino ai primi di ottobre del 2004, all’età di 16 anni, ero una ragazza normale che andava a scuola, amici, danza, nuoto. Improvvisamente nel giro di pochi giorni, si è bloccato tutto, pur avendo tutti gli esami medici negativi.Sono nata e cresciuta in una famiglia cristiana, cattolica. Andavamo ogni domenica a Messa, però da parte mia era vissuta come un’abitudine, senza che sentissi la Messa con amore. Quando mi sono ritrovata in carrozzina, io e la mia famiglia abbiamo vissuto momenti duri e dolorosissimi. Nei mesi successivi sono peggiorata perdendo peso e sono incominciate le crisi epilettiche, limitando ancor di più la mia vita, e delineando anche un crollo emotivo.Mia madre è stata la nostra forza: non trovando risposte dai medici, si è rivolta ad un sacerdote che aveva un gruppo molto devoto alla Madonna. Così abbiamo incominciato a seguire il gruppo ogni venerdì, pregando insieme il Santo Rosario, andando a Messa e all’Adorazione. Seguivo i miei genitori però, solo perchè non potevo stare da sola a casa. Una sera, poco prima di Pasqua, si avvicina una signora e mi dona una medaglietta Miracolosa, benedetta durante un’apparizione a Medjugorje. Tornando a casa l’ho appesa al collo. Dopo le vacanze di Pasqua - all’epoca frequentavo la terza liceo scientifico ma a causa della malattia, avevo interrotto le lezioni -, mi sono fatta dare il programma e da aprile a maggio ho studiato a casa. Nel mese di maggio, dedicato alla Madonna , mia madre decide di frequentare il gruppo tutti i giorni e non solo al venerdì, pregando almeno il Rosario e andando a Messa. All’inizio non è stato facile per me, ma dopo qualche settimana, ho incominciato a sentire il bisogno di andarci, perchè solo lì riuscivo a sentire un po’ di pace. Il non poter fare le stessa cose che facevano i miei coetanei, in quel luogo mi pesava di meno.A giugno ho superato gli esami. Il 20, la mia fisiatra, mi comunicò che la settimana successiva non ci sarebbe stata, dovendo accompagnare sua madre a Medjugorje. Ho chiesto se potevo andar anch’io con loro, e dopo tre giorni, mi ritrovai sul pullman per Medjugorje, insieme a mio padre. Siamo arrivati la mattina del 24, festa di Giovanni Battista, ma anche anniversario della prima apparizione. Siamo andati subito a Messa e al pomeriggio, abbiamo ascoltato la testimonianza di Ivan Dragicevic.Siamo venuti a conoscenza che la sera il veggente avrebbe avuto un’apparizione sul monte Podbrdo. Sentendo la parola monte, ho subito detto che non ci sarei andata, essendo impossibile salire con la carrozzina. Le persone che erano con me, insistevano nel farmi venire, dicendomi che magari potevo salire sulla sedia gestatoria portata dai ragazzi della Comunità Cenacolo. Ma anche in questo caso ho rifiutato, proprio perchè con la sedia sarei stata più in alto e quindi più in vista, commiserata dagli altri. Altre persone si sono offerte per portarmi in braccio e allora ho accettato: ai piedi della collina, ho lasciato la carrozzina e a due a due, mi hanno portato fino in cima. Erano circa le otto di sera quando siamo arrivati, mentre l’apparizione era alle dieci. Mi sono inginocchiata tra le pietre come potevo, ed ho iniziato a pregare.Quello è il primo ricordo di preghiera fatto veramente con il cuore. Quelle due ore sono volate via. Non ho pregato per me: ritenevo che ci fossero altre persone ben più meritevoli di ricevere un miracolo da Dio, più sante, più brave, molto devote. Pregavo per le persone lontane che stavano male. Il mio capo gruppo, seduto vicino a me, mi ha detto di rivolgermi alla Madonna, perchè di lì a poco, sarebbe scesa dal cielo ascoltando ognuno di noi. Allora Le ho chiesto la forza per accettare ed affrontare serenamente una vita in carrozzina, perchè a diciassette anni, un futuro così mi spaventava.Durante l’apparizione a Ivan, alla mia sinistra ho visto una luce. Bianca, bellissima, molto accesa e forte, però si poteva guardare perchè non mi accecava. Quando l’ho vista, ho preso paura ed ho abbassato gli occhi per non guardarla, ma era troppo bella e non riuscivo a non guardala. Così, durante tutta l’apparizione, con la coda dell’occhio ho sempre guardato questa luce. Finita l’apparizione, quando sono iniziati i canti e le preghiere, non ho più visto questa luce. Mi sentivo chiamare da tutte le parti, sentivo il mio nome intorno a me. Allora mi hanno preso in braccio per portarmi giù, ma dopo qualche metro sono caduta, sbattendo la testa, il collo e la schiena sulle pietre, senza però farmi niente.Mi ricordo di essere stata su un materasso morbidissimo e non su quelle pietre così dure e spigolose. Ricordo anche una voce dolcissima, che mi parlava e calmava come coccolandomi. Dopo qualche minuto, non so quanti, ho aperto gli occhi e c’era mio papà che piangeva. Però per la prima volta dopo nove mesi, riuscivo a sentire le mie gambe, le sentivo che si appoggiavano su qualcosa. Allora ho detto a mio papà: “sono guarita, cammino” e così grazie a Dio, è stato. Ricordo che c’era una mano tesa davanti a me. L’ho afferrata e mi sono ritrovata in piedi come se fosse la cosa più naturale. Sono scoppiata a piangere, perchè era una cosa più grande di me, mai potevo immaginare questo.Mi hanno sorretto fino a giù e poi ho iniziato a camminare. Avevo le gambe molto sottili, però ero tranquilla che non sarei mai caduta, perchè sentivo dei fili invisibili alle spalle che mi tenevano, ed ero certa che non mi avrebbero lasciato cadere e farmi male. Il mattino dopo, verso le cinque, siamo saliti sul Krizevac per la Via Crucis. Sia per salire che per scendere, ero la prima del gruppo. Le gambe si sono pian piano rafforzate.Verso settembre i fili non li ho più sentiti. Continuavo però ad avere crisi epilettiche, ma grazie a Dio poi sono passate. All’inizio ero molto timida e non facevo testimonianze e poi avevo tantissime crisi durante la giornata. Padre Ljubo Kurtovic, presente a Medjugorje, era venuto verso Torino per un incontro di preghiera e mi hanno detto di andare per dire grazie a Dio e rendere lode del dono che mi ha dato. Titubante, sono andata sapendo che avrei fatto il Rosario, la testimonianza e poi sarei subito andata via. Così è stato, ma prima di andar via, padre Ljubo ha pregato su di me, mi ha benedetta e da lì a pochi giorni sono scomparse tutte le crisi epilettiche. Dopo un anno ho smesso di prendere i farmaci e adesso, grazie a Dio , sto benissimo.La grazia più grande che Dio potesse fare a me, ma anche alla mia famiglia, è stata la grazia di riscoprire Dio, della fede, della conversione. Il cammino è molto lungo: abbiamo iniziato e poi continuerà per tutta la vita. Le difficoltà ci sono e nessuno è immune a questo, ma con la forza della fede e delle preghiere, si riescono a superare ed affrontarle. Adesso, almeno un Rosario in casa lo preghiamo insieme e questo ci unisce tantissimo e ci dà tantissima forza. Siamo molto più sereni e gioiosi in casa. Nella gioia ringraziamo e nel dolore, offriamo, cerchiamo di offrire a Dio.Con la conversione, è come se Dio avesse acceso un fuoco dentro di me, ma come il fuoco va alimentato con la legna, così la fede bisogna alimentarla con la preghiera. Con la Messa, l’Adorazione, il Rosario, con la confessione almeno una volta al mese, la lettura della Bibbia, il digiuno. Sono un po’ anche questi i cinque sassi che a Medjugorje la Madonna ci chiede. Con tutto questo, anche se soffia un po’ di vento, il fuoco non si spegne. Per me è veramente questa la cosa più importante e bella della vita. Vi auguro con tutto il cuore di sentire sempre, ogni giorno, l’amore di Dio e della Madonna che è immenso e uguale per ciascuno di noi. Grazie.» Fonte: http://www.guardacon.me - [Info da Medju] -