ASCOLTA TUA MADRE

CON IL SANTO ROSARIO SI PUO' OTTENERE TUTTO


"Con il Santo Rosario si può ottenere tutto", il santo rosario, pregate pregate pregate,Sant'Annibale Di Francia, S. Teresina di Lisieux,S. Domenico di Guzman,rosario: un dono di Maria Padre Pio, in modo straordinariamente efficace e chiaro, definiva la corona del Rosario l' "arma". Con la sua solita grazia  Santa Teresina di Lisieux ci assicura che «col Rosario si può ottenere tutto», e aggiunge la più bella spiegazione: «Secondo una graziosa immagine, esso è una lunga catena che lega il cielo alla terra; una delle estremità è nelle nostre mani e l'altra in quelle della S. Vergine... Il Rosario sale come incenso ai piedi dell'Onnipotente. Maria lo rinvia subito come una benefica rugiada, che viene a rigenerare i cuori».Da San Domenico di Guzman ai nostri giorni, infatti, tutta la storia della santità ci dimostra che la corona benedetta del S. Rosario è un eccellente strumento di grazia, un mezzo efficacissimo di elevazione spirituale, un alimento prezioso della vita interiore, è la «scala di Giacobbe», diceva Sant'Annibale Di Francia, «per la quale salgono le nostre preghiere, e discendono le grazie». E tutti possiamo salire questa «scala» di grazie.Il Rosario è stato un dono di Maria. È stato il suo Vangelo, la sua Eucaristia, il suo Breviario, messo fra le mani di tutti, grandi e piccoli, dotti e non dotti. San  Carlo Borromeo chiamava il Rosario: «devozione divinissima» inculcata a tutti; San Vincenzo de' Paoli lo chiamava il «Breviario dei laici», il Card. Schuster il «Salterio del popolo».Nel Rosario la Madonna ci ha donato tutta se stessa. La sua vita, le sue opere, i suoi privilegi, tutta la sua grazia e i suoi meriti sono contenuti in quei quindici quadri evangelici offerti alla nostra contemplazione e svolti armoniosamente sul ritmo soave delle Ave Maria.Molti sono stati i Pontefici che hanno amato il S. Rosario come dono di Maria, lo hanno esaltato e raccomandato a tutta la Chiesa, arricchendolo di preziose indulgenze. Uno di essi, il grande Papa Leone XIII, meritò di essere chiamato il «Pontefice del Rosario». S. Pio X definì il S. Rosario «orazione per eccellenza». Il Servo di Dio Pio XII scolpì in espressioni stupende il valore e la bellezza del S. Rosario, chiamandolo «sintesi di sacrificio vespertino, corona di rose, inno di lode, preghiera della famiglia, compendio di vita cristiana, pegno sicuro del favore celeste, presidio per l'attesa salvezza».Le Encicliche, le Bolle, i Decreti e i Documenti pontifici, in genere, che hanno trattato del Rosario sono stati già alcune centinaia. Davvero il S. Rosario, dice il Papa Paolo VI, «è ormai una devozione della Chiesa». E lo stesso Sommo Pontefice, in occasione del quarto centenario della Enciclica di S. Pio V sul Rosario (Consueverunt romani Pontifices), celebrando quel centenario con la sua Esortazione Apostolica del 7 ottobre 1969, raccomandò con parole vibranti al popolo cristiano di riprendere in mano la corona benedetta - tanto spesso, purtroppo, messa oggi da parte - per supplicare la Madre di tutte le grazie a soccorrere la Chiesa e l'umanità nelle loro ansie turbolente.Il Papa Giovanni Paolo II, da parte sua, sta dando un magnifico esempio di devozione al Rosario. Egli stesso, infatti, ha definito il Rosario la sua «preghiera preferita».Il popolo di Dio, lungo i secoli, non è stato insensibile a questo «dono di Maria». E noi oggi possiamo ammirare nel mondo, ai primi posti fra i Santuari più celebri, le tre splendide Basiliche del SS. Rosario di Lourdes, Fatima e Pompei, a cui accorrono folle pressoché senza numero, oranti con la corona benedetta fra le mani.E che dire del Sacro Monte di Varese, di questa montagna interamente dedicata al Rosario con le Cappelle dei misteri che, lungo la via, portano al Santuario? La fede e l'amore al Rosario hanno creato meraviglie come queste che rapiscono e commuovono.Il S. Rosario è «il compendio di tutto il Vangelo», diceva il Papa Pio XII; è il più bel riassunto della storia della salvezza.Chi conosce il Rosario conosce il Vangelo, conosce la vita di Gesù e di Maria, conosce il proprio cammino e destino eterno.Il Papa Paolo VI nel documento «Per il culto della Beata Vergine», ha rilevato espressamente «l'indole evangelica del Rosario», che mette l'anima a diretto contatto con la fonte genuina della fede e della salvezza. Ha rilevato anche «l'orientamento nettamente cristologico» del Rosario, che fa rivivere i misteri dell'Incarnazione e della Redenzione operate da Gesù con Maria, a salvezza dell'uomo.Giustamente, il Papa Paolo VI rinnova anch'egli la raccomandazione di non far mancare mai, nella recita del Rosario, la contemplazione dei misteri: «senza di essa il Rosario è corpo senza anima, e la sua recita rischia di divenire meccanica ripetizione di formule...».Al contrario, il Rosario riempie di vitalità le anime che sanno fare proprio, nella recita, «il gaudio dei tempi messianici, il dolore salvifico di Cristo, la gloria del risorto che inonda la Chiesa» (Marialis cultus, 44-49).Se la vita dell'uomo è un intreccio continuo di speranze, di dolori e di gioie, nel Rosario essa trova la sua più perfetta collocazione di grazia: la Madonna aiuta ad assimilare la nostra vita a quella di Gesù, così come fece Lei che condivise ogni offerta, ogni sofferenza, ogni gloria del Figlio.Se l'uomo ha tanto bisogno di misericordia, il Rosario gliela ottiene con la supplica sempre ripetuta ad ogni Ave Maria: «Santa Maria... prega per noi peccatori...»; gliela ottiene anche con il dono della santa indulgenza, che una volta al giorno può essere plenaria, se si recita il Rosario davanti al SS. Sacramento o in comune (in famiglia, a scuola, in gruppo...), purché si sia confessati e comunicati.Il Rosario è un tesoro di misericordia messo dalla Chiesa fra le mani di ogni fedele. Non sia sciupato!Coloro che più di tutti hanno capito, amato e venerato il Rosario come «dono di Maria» sono stati i Santi. Nel corso di questi otto secoli, essi hanno amato il Rosario con amore di vera predilezione, collocandolo al posto d'onore accanto al Tabernacolo e al Crocifisso, accanto al Messale e al Breviario.Troviamo il S. Rosario sul tavolo di lavoro di Dottori della Chiesa come S. Lorenzo da Brindisi, S. Pietro Canisio, S. Roberto Bellarmino, S. Teresa di Gesù, S. Francesco di Sales, S. Alfonso M. de' Liguori. Lo troviamo fra le mani di apostoli ardenti come S. Carlo Borromeo, S. Filippo Neri, S. Francesco Saverio, S. Luigi Grignion de Montfort, e tanti altri; lo troviamo al collo di Fondatori come S. Ignazio di Loyola e S. Camillo de Lellis; di Sacerdoti come il S. Curato d'Ars e S. Giuseppe Cafasso; di Suore come S. Margherita, S. Bernardetta, S. Maria Bertilla; di giovani come S. Stanislao Kostka, San Giovanni Berchmans e S. Gabriele dell'Addolorata.Da S. Domenico a S. Maria Goretti, da S. Caterina a S. Massimiliano M. Kolbe, ai Servi di Dio Giacomino Gaglione, P. Pio da Pietrelcina, Don Dolindo Ruotolo, è stata una gloriosa teoria di eletti che hanno fatto della corona benedetta un'arma di conquista, una scala di ascensioni, una ghirlanda d'amore, una catena di meriti, una collana di grazie per sé e per gli altri.Se vogliamo amare il Rosario nel modo più puro e più gradito alla Madonna, dobbiamo andare alla scuola dei Santi, che sono i figli prediletti della Madonna. Essi hanno amato tanto il Rosario ed essi ci assicurano, con S. Teresina, che «non c'è preghiera più gradita a Dio del Rosario».- piangerestedigioia.myblog.it -