ASCOLTA TUA MADRE

LA MAMMA BAMBINA. CERCO UN PAESE INNOCENTE.....


«In nessuna / parte / di terra / mi posso / accasare //… // Nascendo / tornato da epoche troppo / vissute // Godere un solo / minuto di vita / iniziale // Cerco un paese / innocente». (Giusepe Ungaretti, Girovago)Tre persone si sono aggiunte nelle mie preghiere. Non le conosco, non so i loro nomi. Per qualcuno, due di queste neanche esistono, non sono mai esistite. Per qualcun altro, forse, nemmeno la terza meriterebbe preghiere. Poteva stare più attenta. Se l’è andata a cercare.Non mi interessa cosa pensa chi pensa in questo modo.E’ da un po’ che tre persone si sono aggiunte nelle mie preghiere e quando uno entra nelle tue preghiere non esce più. E non importa se queste tre persone mai sapranno che ogni giorno prego per loro. Non è questo che conta.La prima è una ragazzina, una “mamma bambina” di tredici anni. Quel giorno cercava l’amore, forse, non so. Nessuno le ha spiegato che non è amore darsi ad un uomo di dieci anni più vecchio, che non ti ama, che mai ti amerà. Lui se l’è presa, la sua ingenuità di bambina, cui nessuno ha insegnato cosa vuol dire volersi bene: volere ciò che è bene per la propria vita. Aveva voglia di lei, di quel corpo, e tanto bastava. Lei, chissà, magari voleva giocare alla “grande”, o, in quell’intreccio di membra, cercava l’abbraccio desiderato da sempre, desiderato da tutti.Ma non era abbraccio, quello. Neanche amore. Né lei né il suo corpo erano pronti. (…A tredici anni no, non si è pronti… E chissenefrega se “le statistiche dicono”…).Lui ha tagliato la corda, lei dopo un po’ ha scoperto di aspettare un bambino. No, due bambini.Stupida! Perché non ti sei fatta prescrivere la pillola, appena ti sei sviluppata? Nessuno ti ha detto, alle medie, come si fa ad avere rapporti protetti? Ma ce l’aveva o no, il preservativo, quello lì? Beh, pazienza. Siete stati insieme, poi è andata male. Vorrai mica tenerli, quei bambini!? Sei matta? A tredici anni una gravidanza gemellare, con lui che non c’è perché quel giorno voleva solo divertirsi, con una famiglia che non hai, con una sorella che ha abortito, e più di una volta…? Lo capisce chiunque che questa gravidanza non è possibile! Vai. Digli che ti tolgano dalle grane. E presto, prima che la pancia cresca, e si veda, e che la gente si accorga…Lei no. Questa “mamma bambina” non voleva far fuori i suoi figli.E’ scoppiato il putiferio.«Deve decidere la donna», si dice. Ma solo quando la donna, magari bambina, suo figlio non lo vuole perché “è stato un incidente”, perché “sarebbe un intralcio”. Quando tuo figlio lo vuoi dare alla luce; quando a quel figlio vuoi donare la vita, allora ti dicono che non sei lucida, che non sai quel che fai, che non ti rendi conto.Allora ti si avvicinano degli sconosciuti (poi non li rivedrai mai più…) e ti dicono che sanno loro cosa è bene per te. Dacci retta, vedrai: abortisci. In fondo son solo due grumi di cellule. Dimenticherai presto.Lei no, voleva tenerli in grembo, i suoi bambini: fratellini abbracciati d’Amore.E così l’hanno allontanata da chi le avrebbe fatto compagnia, da chi l’avrebbe sostenuta. Terra bruciata. Le han fatto toccare con mano e con il cuore la solitudine che avrebbe provato “dopo”: nessuno intorno. Lei, “mamma bambina”, ai piedi di un Everest di vita tutta in salita. Da sola con i suoi due bambini o con la minaccia – peggiore – dei suoi figli custoditi nel grembo abbracciati, e poi perduti per sempre.Vedrai: te li fanno partorire e poi te li strappano, te li portano via e non li potrai vedere mai, perché sei troppo piccola e non hai soldi per farli crescere. Dai retta a noi. Che senso ha?Non è “realismo”, questo. Neanche voler bene. Neanche optare per il male minore. Non quando c’è da pensare a tre vite umane. Non quando una mamma, anche se ancora bambina, è responsabilmente disposta a pagare il suo conto con la vita. «Sono stata con quell’uomo che credevo di amare? L’ho voluto, quel momento? E adesso? E adesso loro ci sono e non sono finti: non sono le bambole che ho in camera. Sono veri. Sono i miei bambini».Chi lo sa cosa passa nella mente e nel cuore di una tredicenne ogni secondo da quando capisce cosa sta accadendo dentro di lei, incinta… E’ per questo che da subito ho pregato.Per le creature che aveva in grembo e per questa “mamma bambina”. Perché la Madonna, la Mamma di tutti la tenesse per mano. Perché altre donne le stessero maternamente vicine.Da quando ho saputo, ho continuato incessantemente a pregare.L’altro giorno, un mal di pancia forte, fortissimo. Allora l’ospedale, allora la visita, l’ecografia, la scoperta che quei due cuoricini avevano cessato di battere…Me lo dicono, e penso che il buon Dio ha voluto quei due bimbi con sé, orgogliosi della loro “mamma bambina” che, andando contro tutti, li avrebbe voluti accompagnare alla vita.Forse “gli esperti” ce l’avrebbero fatta a convincerla ad abortire, un giorno, entro i termini previsti dalla legge, ma in cuor suo lei li voleva, e il Signore legge dentro il nostro cuore. Non le ha risparmiato il dolore, che sarà pungolo per sempre, ma le ha risparmiato il rimorso, quello sì.Per lei prego e, pensando a lei, per tutte le giovani e per tutti i giovani a cui noi adulti non sappiamo più testimoniare cos’è l’amore vero, né la grandezza e l’inviolabilità di ogni vita concepita.Anche se mai lo saprà, prego per lei e per i suoi bambini non nati: fratellini ora abbracciati da un Amore più grande.Prego perché questa “mamma bambina”, «tornata da epoche troppo / vissute», possa trovare l’innocenza perduta e, in una compagnia nuova, l’Abbraccio che cerca da sempre, l’Abbraccio che tutti cerchiamo. Che dia pace al suo cuore ferito.  Saro Luisella - Fonte: CulturaCattolica.it