ASCOLTA TUA MADRE

PER PASQUA CI SI INDIGNA PER LA MORTE DEGLI AGNELLI..MA CHI SI RICORDA DELLA MORTE DEI BIMBI ABORTITI?


Secondo quale logica ci si indigna di fronte alla morte di agnelli e capretti, pur magari continuando a farcirsi il panino di prosciutto e salame, (forse il maiale ha meno dignità degli altri?), e si accondiscende allo sterminio silenzioso di milioni di bambini indifesi appena concepiti, invece di urlare a squarciagola contro questa vergogna?I Santi Innocenti, ossia i bambini trucidati in Giudea da re Erode il Grande nella speranza che Gesù, re dei Giudei secondo le profezie, fosse tra loro, si festeggiano il 28 dicembre. O meglio, si festeggiavano. Pare molto più vivace il calendario animalista-sentimental-umorale. Ma che innocenti, ma che Erode. I veri assassini siamo noi. Noi che a Pasqua mangiamo l’agnello, e a volte pure il capretto. Una colpa quasi imperdonabile, qualcosa di meno dell’Olocausto e della Seconda Guerra Mondiale. Hanno preso in prestito dalla Bibbia persino il loro grido d’allarme: “Strage degli innocenti”. Ogni anno, da almeno dieci, lo esalano, sempre uguale, più immutabile delle liturgie pasquali: non obbedite a bieche e decotte tradizioni, non mangiate l’agnello a Pasqua, non comportatevi da assassini senza coscienza.Perché mi si invita a mangiare tenere verdurine primaverili, sostenendo che sono inferiori agli agnellini? E chi l’ha detto? E chi sei, per giudicare che una capretta è meglio di un cavolfiore? Hai mai provato,  a chiedere il parere a una carota, a una lattuga mentre la strappi senza pietà dalla sua terra? Perché devi decidere a priori che l’agnello non si può mangiare e il rapanello invece sì? Secondo quale criterio  vengono prima gli agnelli e poi i bambini? E si preferisce far vivere l’animale e non l’essere umano? Tutti pretendono sempre il rispetto, ma quando si tratta di darne, non ci pensano proprio!Non ci si rende conto della gravità delle affermazioni che si fanno, e ci si nasconde sotto la larghissima coperta della libertà. Una falsa libertà. Senza minimamente preoccuparsi che oltre alla morte del feto ci sono gli effetti collaterali per la madre, che non saranno mai solo fisici, ma saranno soprattutto danni interiori, invisibili all’occhio superficiale dell’uomo, saranno traumi e cicatrici con cui presto o tardi dovrà fare i conti. Forse bisognerebbe leggere più storie di donne che hanno abortito, per capire che non si sentono più così libere poi.Il catechismo ufficiale, indica la strada per i cattolici anche su questo tema: "Dio ha consegnato gli animali a colui che egli ha creato a sua immagine - si legge in un passaggio dedicato al rispetto dell'integrità della creazione -  È dunque legittimo servirsi degli animali per provvedere al nutrimento o per confezionare indumenti. Possono essere addomesticati, perché aiutino l'uomo nei suoi lavori e anche a ricrearsi negli svaghi". Un'altra favole è quella che San Francesco sarebbe stato una sorta di animalista dell’era antica, tanto, magari, da fare di lui un vegetariano. E questo lo può pensare solo chi, accecato dall’ideologia animalista, non conosce la figura di San Francesco. Basta leggere le Fonti Francescane:“Un giorno i frati discutevano assieme se rimaneva l’obbligo di non mangiare carne, dato che il Natale quell’anno cadeva in venerdì. Francesco rispose a frate Morico: «Tu pecchi, fratello, a chiamare venerdì il giorno in cui è nato per noi il Bambino. Voglio che in un giorno come questo anche i muri mangino carne, e se questo non è possibile, almeno ne siano spalmati all’esterno”. (Vita seconda di Tommaso da Celano, 199).AUGURI DI UNA PASQUA SERENA PER TUTTI ......