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BRITTANY MAYNARD. TUTTI CONTRO IL VATICANO. MA LA LAICA FALLACI CONDANNAVA L'EUTANASIA


Osservo, dopo la fine della povera Brittany Maynard, il tentativo di caricare ancora una volta sulle sole spalle della Chiesa la contrarietà al suicidio e ripenso ad Oriana Fallaci (1929-2006), anima laicissima che non solo aveva il cancro, ma pure l’amara consapevolezza, parecchi anni prima, d’essere spacciata: «Il cancro tornerà, sono finita» (Corriere della Sera, 25.11.1992, p.15). Eppure la scrittrice fiorentina sfidò la malattia fino all’ultimo – la sorella disse che chiese l’eutanasia, ma fu subito smentita dai responsabili della struttura dove morì e pure da suo figlio, nipote di Oriana – ricordandoci che non serve affatto essere cattolici, e neppure cattolici integralisti, per provare un certo ribrezzo verso l’eutanasia: «La parola eutanasia – disse - è per me una parolaccia. Una bestemmia nonché una bestialità, un masochismo. Io non ci credo alla buona-Morte, alla dolce-Morte, alla Morte-che-Libera-dalle-Sofferenze. La morte è morte è basta».E ne aveva, Oriana Fallaci, anche per il testamento biologico, da molti osannato come talismano garante dell’autonomia del paziente ma in realtà trappola mortale: «E’ una buffonata. Perché nessuno può predire come si comporterà davanti alla morte […] E se nel testamento biologico scrivi che in caso di grave infermità vuoi morire ma al momento di guardare la Morte in faccia cambi idea? Se a quel punto t’accorgi che la vita è bella anche quando è brutta, e piuttosto che rinunciarvi preferisci vivere col tubo infilato nell’ombelico, ma non sei più in grado di dirlo?». Peccato che a laici così, magnificamente razionali e capaci di smascherare l’inconsistenza dell’individualismo, venga dato poco spazio. Ma non è un caso: altrimenti allo spauracchio del Vaticano che, crudele e inflessibile, spia le vite degli altri non crede più nessuno. Altrimenti la montatura incentrata sulla spettacolarizzazione della “dolce morte”, seguita da un’alluvione di sondaggi dagli esiti fin troppo scontati, verrebbe vista per quello che è: un gigantesco inganno.tempi.it on Facebook