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FESTA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA ...UN PO' DI STORIA


La riflessione teologica sull'Immacolata Concezio­ne di Maria è stata molto lenta. Una festa della Natività di Maria era celebrata in Oriente verso la fine del VI secolo. Nel secolo seguente, poi, sorse una festa della Concezione di Maria. In Occidente, invece, questa festa della Concezione di Maria appare solo in Italia Meridiona­le, a Napoli, nel IX secolo e in­torno al 1060 veniva celebrata anche in Inghilterra, introdotta molto probabilmente da un mo­naco orientale. Dopo la conqui­sta dell'isola da parte dei Nor­manni, la festa riacquistò vigore e passò in Europa come festa del­l'Immacolata Concezione. Non tutti i teologi del tempo erano favorevoli. Perfino il gran­de San Bernardo di Chiaravalle (1091-1153), il cantore di Maria, colui che si sentì rispondere ad un suo saluto rivolto alla statua della Vergine: "Ave, Bernarde" (Ciao, Bernardo), protestò in una lette­ra contro i Canonici di Lione per aver introdotto questa festa. In questo stesso periodo, però, un discepolo di Sant'Anselmo di Aosta (1033-1109), Eadmero, so­stenne la possibilità dell'Imma­colata Concezione. L'argomento era molto semplice: Dio lo poteva fare. Se perciò lo voleva fare, lo fece. Di qui ebbe origine il fa­moso assioma: "Potuit, decuit, ergo fecit" (Dio poteva; era con­veniente, perciò lo fece). L'in­tuizione era buona, ma poteva portare a delle esagerazioni. U­na volta che i teologi avevano deciso che una cosa era conve­niente, concludevano che Dio l'a­veva fatta. Ed esagerazioni del genere non mancarono. Seguirono alcuni secoli di di­battito teologico al riguardo. Poi, nel 1477, Sisto IV dà il suo be­neplacido ad una Messa della Concezione; nel 1695, Innocen­zo XII approva una Messa con ufficio e ottava per la Chiesa in­tera, ed infine, nel 1708, con Cle­mente IX la festa divenne di pre­cetto. Un altro appoggio alla cele­brazione dell'Immacolata Con­cezione venne nel 1830 con le apparizioni della Vergine a Ca­terina Labouré, che promosse la diffusione della Medaglia Mira­colosa con l'invocazione: "O Ma­ria, concepita senza peccato, pre­gate per noi che ricorriamo a voi". Finalmente nel 1854, Pio IX definì come dogma di fede la Concezione Immacolata di Ma­ria e quattro anni dopo la Ma­donna stessa, a suggello di quan­to la Chiesa aveva proclamato, si autodefinì a Lourdes: "Io so­no l'Immacolata Concezione". Con la riforma liturgica del Va­ticano Il questa celebrazione ha assunto il grado di solennità.L'Immacolata Concezione è spesso fraintesa da chi è privo di una sufficiente istruzione cate­chetica: viene confusa con il con­cepimento verginale di Gesù. Diciamo subito che il Nuovo Testamento non dice nulla sulla concezione di Maria. La rifles­sione teologica dei primi secoli toccò sì Maria, ma in modo indi­retto. I primi due dogmi mariani, infatti, cioè la Verginità di Maria e la Maternità divina, erano pret­tamente cristologici, nel senso che erano affermazioni fatte su Maria, ma con il fine di salva­guardare verità riguardanti Gesù. I due dogmi mariani più re­centi, cioè quello dell'Immaco­lata Concezione e quello del­l'Assunzione, riguardano in maniera più diretta Maria. Da un certo punto di vista essi rappre­sentano dei privilegi concessi al­la Madonna, perché doveva es­sere Madre di Gesù, vero Dio e vero uomo. Però il loro signifi­cato più profondo è soteriologi­co, in quanto riguardano la nostra salvezza. Ci ammaestrano sul nostro fine ultimo, sulla gra­zia vittoriosa di Cristo che vin­ce il peccato e ci porta alla glo­ria finale. La cosa fondamentale che possiamo dire sull'Immacolata Concezione è che Maria è stata redenta in previsione dei meriti del Figlio suo. Gesù ha guada­gnato sulla croce la grazia del­l'Immacolata Concezione di sua Madre. Tutto ciò significa che la salvezza dell'umanità era opera­tiva ancora prima che Cristo na­scesse. Solo se vediamo Dio con­dizionato dal tempo, proviamo imbarazzo per il concetto di "re­denzione preservativa", vale a di­re fatta in vista dei meriti acqui­siti da Gesù sul Calvario. Intui­zione questa tanto cara al beato Duns Scoto (1266-1308). La salvezza è sempre un do­no gratuito di Dio. Il bambino è santificato gratuitamente nel­l'acqua del battesimo e l'adulto accetta come dono di Dio la gra­zia della giustificazione median­te la fede. Quando diciamo che Maria è stata concepita senza macchia di peccato, diciamo che è stata redenta nel modo più perfetto possibile: il peccato non l'ha po­tuta nemmeno sfiorare. Questa sua Concezione Immacolata. però, è un dono totalmente gra­tuito di Dio. Mediante questo privilegio, dunque, Maria è la perfetta sal­vata. Ella non ha mai avuto gli o­stacoli spirituali che distolgono noi, creature nate con il peccato originale, dal totale amore di Dio. Questo dono le ha permesso di pronunciare al momento del­l’Annunciazione, pur con un pro­fondo atto di fede di fronte al di­segno imperscrutabile di Dio, un sì senza limiti, senza alcuna re­strizione inconscia. In molti passi la liturgia ci pre­senta la Vergine Santa come ini­zio della Chiesa. Sì, perché Ma­ria è la persona dove la grazia della redenzione raggiunse la sua espressione massima. In Maria, infatti, la Chiesa incomincia ad e­sistere "senza macchia né ruga... ma santa e immacolata" (Ef 5,27). Ciò che la Chiesa intera sarà un giorno, è già perfetto in Maria mediante la sua Immacolata Con­cezione e la sua Assunzione. E allora si deve concludere che la Vergine Immacolata è lon­tanissima da noi ed è inimitabi­le? No, assolutamente! Nel mon­do della grazia e dello spirito, solo il peccato è anormale, men­tre la santità è normale. La no­stra esperienza quotidiana ce lo conferma. Quando siamo in con­tatto regolare con Dio nella pre­ghiera, quando prendiamo la vi­ta spirituale con maggior serietà, tendiamo ad essere più buoni, più disponibili, più gentili verso gli altri. Il fatto, quindi, che Ma­ria sia senza peccato, la rende perciò Madre di Misericordia, Madre compassionevole, Aiuto dei Cristiani. In una parola: Cor­redentrice.Vorrei concludere queste bre­vi note e riflessioni con alcune e­spressioni di lode nei confronti di Maria Immacolata, espressioni che troviamo nella Liturgia del­le Ore, ma nate dalla mente e dal cuore del genio più alto della no­stra poesia: Dante Alighieri. «..Qui sei per noi fiaccola ardente di carità e, giù tra i mortali, sei fontana inesauribile di speranza. Donna, sei tanto grande e tanto potente che per chi [in Terra] desidera una grazia e non ricorre a te, il suo desiderio è del tutto inutile. Il tuo bene è così grande che non solo aiuta chi chiede, ma molte volte interviene prima che sia chiesto di spontanea volontà. In te misericordia, in te pietà, in te magnificenza, in te è presente tutto quello che esiste di buono nelle creature. . ...». (Paradiso, XXXIII, 10-21) Tutti questi pregi e lodi, che Dante indirizza alla Vergine San­ta, sono possibili e convenienti solo perché Maria è Madre di Dio e Immacolata.