"Il cristiano per sua natura è missionario". Con queste - o simili - parole si espresse l’indimenticabile ed indimenticato Pontefice Paolo VI per definire l’incoercibile bisogno che ogni battezzato deve portare nel cuore: ovvero l’annuncio della buona novella, Cristo Gesù. Ci risuonano alle orecchie e al cuore le sacre parole: "Noi non possiamo tacere". "Noi non possiamo tacere" che Gesù è l’inviato del Padre, ricco di misericordia, venuto in mezzo a noi a portare il suo annuncio di liberazione. "Noi non possiamo tacere" che Gesù ha dato senso e compimento alla nostra esistenza; che rallegra la nostra giovinezza, e colora di speranza il nostro avvenire. "Noi non possiamo tacere" che Gesù è e resta l’unico amico vero e sincero; il punto di riferimento del nostro andare, l’ancora sicura a cui aggrapparsi nei perigli della vita. "Noi non possiamo tacere" che Gesù è la ragione prima ed ultima del nostro impegno quotidiano: del nostro lavoro, del nostro studio, del nostro apostolato; perché è in lui che esse azioni acquistano valore e significato. "Noi non possiamo tacere" che Gesù sarà la nostra piena e copiosa ricompensa. "Noi non possiamo tacere" che Gesù è l’unico redentore del mondo, ieri, oggi e sempre. Tutto questo vogliamo gridarlo con il massimo della gioia che ci arde nel cuore nell’ordinarietà del nostro quotidiano che insieme con Gesù - alla scuola di Teresa di Lisieux - vogliamo rendere straordinario. Sì, così vogliamo e dobbiamo essere missionari: inviati ad annunciare! Pensiamo a tutto questo e non riusciamo a trattenere nel cuore, e diremmo persino in gola, un altro grido che quasi fa eco alle parole della Via Crucis del 2005 - purtroppo vere - dell’allora Cardinale Joseph Ratzinger che denunziavano, senza preamboli e diplomazie, "l’immondizia nella Chiesa". Sì, "noi non possiamo tacere" che nella Chiesa di Gesù tanti inviati hanno trasformato il kerigma in un’ideologia fatta di dogmi inaccessibili e imperscrutabili da imporre ai fedeli alla ricerca di Dio, alla ricerca di liberazione, alla ricerca di perdono. Sì, "noi non possiamo tacere" che nella Chiesa di Gesù tanti inviati sembrano essere nati vecchi, anzi con il cuore e la mente vecchi; brancolanti nel vuoto e inebetiti dal niente che appare albergare nel loro animo, funzionari del sacro guardano la realtà che devono fermentare della presenza di Cristo come un qualcosa di estraneo ed alienante. Sì, "noi non possiamo tacere" che nella Chiesa di Gesù tanti inviati preferiscono intessere "amicizie" salde e durature con il potente di turno; con il baronetto magari mitrato che più conta; tanti inviati che hanno eletto quale "stella polare" del loro svolazzare non più Cristo Redentore ma qualcuno che fingendosi suo amministratore delegato lo scimmiotta. Sì, "noi non possiamo tacere" che nella Chiesa di Gesù tanti inviati lavorano, studiano, pseudo-evangelizzano, per la gloria di se stessi, spasmodicamente alla ricerca di un podio o di un trampolino di lancio verso sempre più alte… nomine. Il loro agire ha, per essi, ragione di esistere in funzione degli apprezzamenti dei capi, fatti della loro stessa pasta. Sì, "noi non possiamo tacere" che nella Chiesa di Gesù tanti inviati non attendono alcuna ricompensa dal Signore, a cui si rivolgono soltanto perché interceda affinché venga concessa loro la ricompensa vacua che tanto agognano. Sì, "noi non possiamo tacere" che nella Chiesa di Gesù tanti inviati credono che tutto sommato oltre a Cristo - regnante nei cieli - ci sia bisogno anche di qualche altro redentore, ed eccoli pronti ad intrupparsi tra le fila di qualche pseudo-potente che magari è persino qualche papavero pettoruto. In verità, ce ne sono persino altri di inviati che strada facendo hanno pensato che in fin dei conti, poiché siamo tutti fratelli, un redentore può portare qualsiasi nome: Gesù, Allà, Budda, ecc… Oh, povera Chiesa di Gesù! Di immondizia ce n’è davvero tanta… "Quando il Figlio dell’Uomo tornerà sulla terra, troverà la fede?". Malgrado tutto, noi crediamo di sì, perché nella Chiesa di Gesù c’è tanto bene, si fa tanto bene, si riceve tanto bene. Continui il buon Dio ad assisterci con la sua grazia, con la protezione dei Santi Teresa del Bambin Gesù e Francesco Saverio, Patroni delle missioni e di chiunque voglia annunciare con la sua vita, in semplicità, ogni giorno, la gioia di aver incontrato Cristo. - controlamenzogna -
ECCO PERCHE' NON POSSIAMO TACERE
"Il cristiano per sua natura è missionario". Con queste - o simili - parole si espresse l’indimenticabile ed indimenticato Pontefice Paolo VI per definire l’incoercibile bisogno che ogni battezzato deve portare nel cuore: ovvero l’annuncio della buona novella, Cristo Gesù. Ci risuonano alle orecchie e al cuore le sacre parole: "Noi non possiamo tacere". "Noi non possiamo tacere" che Gesù è l’inviato del Padre, ricco di misericordia, venuto in mezzo a noi a portare il suo annuncio di liberazione. "Noi non possiamo tacere" che Gesù ha dato senso e compimento alla nostra esistenza; che rallegra la nostra giovinezza, e colora di speranza il nostro avvenire. "Noi non possiamo tacere" che Gesù è e resta l’unico amico vero e sincero; il punto di riferimento del nostro andare, l’ancora sicura a cui aggrapparsi nei perigli della vita. "Noi non possiamo tacere" che Gesù è la ragione prima ed ultima del nostro impegno quotidiano: del nostro lavoro, del nostro studio, del nostro apostolato; perché è in lui che esse azioni acquistano valore e significato. "Noi non possiamo tacere" che Gesù sarà la nostra piena e copiosa ricompensa. "Noi non possiamo tacere" che Gesù è l’unico redentore del mondo, ieri, oggi e sempre. Tutto questo vogliamo gridarlo con il massimo della gioia che ci arde nel cuore nell’ordinarietà del nostro quotidiano che insieme con Gesù - alla scuola di Teresa di Lisieux - vogliamo rendere straordinario. Sì, così vogliamo e dobbiamo essere missionari: inviati ad annunciare! Pensiamo a tutto questo e non riusciamo a trattenere nel cuore, e diremmo persino in gola, un altro grido che quasi fa eco alle parole della Via Crucis del 2005 - purtroppo vere - dell’allora Cardinale Joseph Ratzinger che denunziavano, senza preamboli e diplomazie, "l’immondizia nella Chiesa". Sì, "noi non possiamo tacere" che nella Chiesa di Gesù tanti inviati hanno trasformato il kerigma in un’ideologia fatta di dogmi inaccessibili e imperscrutabili da imporre ai fedeli alla ricerca di Dio, alla ricerca di liberazione, alla ricerca di perdono. Sì, "noi non possiamo tacere" che nella Chiesa di Gesù tanti inviati sembrano essere nati vecchi, anzi con il cuore e la mente vecchi; brancolanti nel vuoto e inebetiti dal niente che appare albergare nel loro animo, funzionari del sacro guardano la realtà che devono fermentare della presenza di Cristo come un qualcosa di estraneo ed alienante. Sì, "noi non possiamo tacere" che nella Chiesa di Gesù tanti inviati preferiscono intessere "amicizie" salde e durature con il potente di turno; con il baronetto magari mitrato che più conta; tanti inviati che hanno eletto quale "stella polare" del loro svolazzare non più Cristo Redentore ma qualcuno che fingendosi suo amministratore delegato lo scimmiotta. Sì, "noi non possiamo tacere" che nella Chiesa di Gesù tanti inviati lavorano, studiano, pseudo-evangelizzano, per la gloria di se stessi, spasmodicamente alla ricerca di un podio o di un trampolino di lancio verso sempre più alte… nomine. Il loro agire ha, per essi, ragione di esistere in funzione degli apprezzamenti dei capi, fatti della loro stessa pasta. Sì, "noi non possiamo tacere" che nella Chiesa di Gesù tanti inviati non attendono alcuna ricompensa dal Signore, a cui si rivolgono soltanto perché interceda affinché venga concessa loro la ricompensa vacua che tanto agognano. Sì, "noi non possiamo tacere" che nella Chiesa di Gesù tanti inviati credono che tutto sommato oltre a Cristo - regnante nei cieli - ci sia bisogno anche di qualche altro redentore, ed eccoli pronti ad intrupparsi tra le fila di qualche pseudo-potente che magari è persino qualche papavero pettoruto. In verità, ce ne sono persino altri di inviati che strada facendo hanno pensato che in fin dei conti, poiché siamo tutti fratelli, un redentore può portare qualsiasi nome: Gesù, Allà, Budda, ecc… Oh, povera Chiesa di Gesù! Di immondizia ce n’è davvero tanta… "Quando il Figlio dell’Uomo tornerà sulla terra, troverà la fede?". Malgrado tutto, noi crediamo di sì, perché nella Chiesa di Gesù c’è tanto bene, si fa tanto bene, si riceve tanto bene. Continui il buon Dio ad assisterci con la sua grazia, con la protezione dei Santi Teresa del Bambin Gesù e Francesco Saverio, Patroni delle missioni e di chiunque voglia annunciare con la sua vita, in semplicità, ogni giorno, la gioia di aver incontrato Cristo. - controlamenzogna -