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LE SCARPE DEL DIALOGO


Che dalla Giordania venga un modello e un esempio di vero dialogo interreligioso, desta davvero sorpresa. Sabato 9 maggio il Papa si è trovato alle 10:45 (11:45 ora locale) davanti alla moschea di Al-Hussein Bin Talal dedicata, appunto, al defunto re Hussein padre dell’attuale re di Giordania. Al momento di varcare la soglia il Santo Padre e il suo seguito, fra cui il portavoce vaticano padre Lombardi, fecero il gesto naturale e cortese di togliersi le scarpe, come vuole il luogo ritenuto santo dai mussulmani. Il principe Ghazi Bin Tahal, cugino del sovrano di Giordania e suo consigliere per gli affari religiosi, però non permise loro di continuare, anzi per primo il principe procedette all’interno del tempio con le scarpe ai piedi. Nella moschea, infatti, era stato predisposto un apposito percorso delineato da alcune stuoie che avrebbe permesso al sommo Pontefice e agli altri ospiti di attraversare l’intera moschea senza togliersi i calzari. Se pensiamo al valore che ha per un mussulmano entrare a piedi scalzi nel loro tempio possiamo capire l’alta portata simbolica del gesto. Il re di Giordania ha accolto il Santo Padre per ciò che egli rappresenta senza volerlo in alcun modo piegare all’identità mussulmana del suo Paese. Un gesto straordinario che il mondo mussulmano circostante, Iraq compreso, non può non aver colto in tutta la sua forza e che noi rischiamo di lasciar passare inosservato o di relegarlo fra i tanti aneddoti curiosi che caratterizzano la vita e i viaggi del Pontefice. In realtà è un gesto che dovrebbe far riflettere anche noi che in Italia abbiamo bisogno di togliere i crocifissi dal muro per dimostrarci dialoganti, che abbiamo bisogno di vietare allo stesso Pontefice di parlare in una Università per dimostrare la nostra aperta laicità, che abbiamo bisogno di cancellare il nostro passato giudaico-cristiano per affermare una cultura progressista e falsamente dialogante.Un gesto così dà speranza, che venga da uno stato mussulmano dà ancora più speranza e rafforza nella convinzione che la vera lotta, come ha affermato lo stesso Benedetto XVI all’interno del discorso pronunciato proprio nel corso della visita alla moschea di Al-Hussein Bin Talal, è quella contro le manipolazione ideologiche della religione, contro l’ideologia corrente che è l’unica vera causa di divisione e, di odi e di violenze. - Suor Maria Gloria - Cultura Cattolica -