Nel messaggio rivolto a sacerdoti e parroci per l'Anno Sacerdotale, Papa Benedetto XVI ha sottolienato con amarezza, ma lucidità ,come spesso il sacramento della confessione oggi sia caduto in disgrazia. Insomma i confessionali sono desolatamente vuoti e, quel che maggiormente conta, da una parte e dall'altra. Che cosa sta accadendo?. Lo abbiamo chiesto al professor Roberto De Mattei docente di storia contemporanea e storia della Chiesa ed anche direttore della prestigiosa rivista Radici Cristiane. Professor De Mattei, Papa Ratzinger in tema di confessione ha lanciato un accorato grido di allarme. Condivide?: " certo che condivido e sottoscrivo anche se in verità non ho letto con la dovuta attenzione tutto il testo integrale del Pontefice". A che cosa si deve, a suo giudizio, questa diminuzione nella pratica della confessione?: " la ragione risiede nel rifiuto di molti fedeli a confessare le proprie colpe ad un sacerdote, per un verso, e per l'altro ad una mentalità sbagliata di alcuni ministri di Dio". Mentalità sbagliata, che cosa intende con questa espressione?: " il grido di allarme in tema confessione, lo aveva già lanciato Papa Giovanni Paolo II e per dare il buon esempio, era sceso in San Pietro,come un comune parroco, a confessare. Ma evidentemente quel gesto simbolico,ma anche molto significativo ,non è bastato". Perchè?: " lo si vede appunto dai confessionali pressocchè deserti. I sacramenti sono sette, ma spiacevolmente in coerenza con l'opinione dominante si pensa conti solo la comunione e che il resto sia solo facoltativo". E i sacerdoti?: " se prevale questa maniera di pensare da parte dei fedeli, le responsabilità risiedono nella carente evangelizzazione e negli esempi forniti da certi sacerdoti. In sostanza parte del clero,fortunatamente non tutto, crede erroneamente, che il prete debba svolgere attività sociale, interessarsi di cultura, dare conferenze o presentare libri. Quando non svolgere attività politica o esclusivamente filantropica. Bene, il compito del sacerdote era e rimane quello di pastore di anime che deve amministrare con saggezza e prudenza i sacramenti, confessione inclusa". Poco fa, lei ha parlato di sacramenti in crisi: " ne sono convinto. La confessione fa parte di essi. Ma oggi si ritiene che solo la comunione vada coltivata,un errore. Non è pensabile accostarsi alla eucarestia senza una buona e santa confessione. Chi la rifiuta, commette un peccato di orgoglio. Chi ci confessa non è un uomo, ma il mediatore tra Cristo e l'uomo". Poi aggiunge: " specie dopo il Concilio Vaticano II, si pensato in molte anime della nostra Chiesa alla comunione solo come agape, come festa. E si è tralasciato in significato di sacrificio, di mistero. Ha prevalso,in soatanza, una maniera di sentire orizzontale e non verticale, una visione circolare e non di adorazione del mistero, con i risultati che sono chiaramente sotto gli occhi di tutti noi". Ma ci sarà anche un'altra ragione?: " si è smarrito il senso del peccato, del confine tra lecito e illecito, tra ciò che è bene e quello che è male, un modo di ragionare figlio legittimo del relativismo etico che con saggezza e vigore papa Benedetto XVI sta combattendo,ma dura a morire". - Bruno Volpe - Pontifex -
LA CONFESSIONE E' IN CRISI ANCHE PERCHE' MOLTI SACERDOTI NON CI CREDONO. E' CADUTO IL SENSO DEL PECCATO.
Nel messaggio rivolto a sacerdoti e parroci per l'Anno Sacerdotale, Papa Benedetto XVI ha sottolienato con amarezza, ma lucidità ,come spesso il sacramento della confessione oggi sia caduto in disgrazia. Insomma i confessionali sono desolatamente vuoti e, quel che maggiormente conta, da una parte e dall'altra. Che cosa sta accadendo?. Lo abbiamo chiesto al professor Roberto De Mattei docente di storia contemporanea e storia della Chiesa ed anche direttore della prestigiosa rivista Radici Cristiane. Professor De Mattei, Papa Ratzinger in tema di confessione ha lanciato un accorato grido di allarme. Condivide?: " certo che condivido e sottoscrivo anche se in verità non ho letto con la dovuta attenzione tutto il testo integrale del Pontefice". A che cosa si deve, a suo giudizio, questa diminuzione nella pratica della confessione?: " la ragione risiede nel rifiuto di molti fedeli a confessare le proprie colpe ad un sacerdote, per un verso, e per l'altro ad una mentalità sbagliata di alcuni ministri di Dio". Mentalità sbagliata, che cosa intende con questa espressione?: " il grido di allarme in tema confessione, lo aveva già lanciato Papa Giovanni Paolo II e per dare il buon esempio, era sceso in San Pietro,come un comune parroco, a confessare. Ma evidentemente quel gesto simbolico,ma anche molto significativo ,non è bastato". Perchè?: " lo si vede appunto dai confessionali pressocchè deserti. I sacramenti sono sette, ma spiacevolmente in coerenza con l'opinione dominante si pensa conti solo la comunione e che il resto sia solo facoltativo". E i sacerdoti?: " se prevale questa maniera di pensare da parte dei fedeli, le responsabilità risiedono nella carente evangelizzazione e negli esempi forniti da certi sacerdoti. In sostanza parte del clero,fortunatamente non tutto, crede erroneamente, che il prete debba svolgere attività sociale, interessarsi di cultura, dare conferenze o presentare libri. Quando non svolgere attività politica o esclusivamente filantropica. Bene, il compito del sacerdote era e rimane quello di pastore di anime che deve amministrare con saggezza e prudenza i sacramenti, confessione inclusa". Poco fa, lei ha parlato di sacramenti in crisi: " ne sono convinto. La confessione fa parte di essi. Ma oggi si ritiene che solo la comunione vada coltivata,un errore. Non è pensabile accostarsi alla eucarestia senza una buona e santa confessione. Chi la rifiuta, commette un peccato di orgoglio. Chi ci confessa non è un uomo, ma il mediatore tra Cristo e l'uomo". Poi aggiunge: " specie dopo il Concilio Vaticano II, si pensato in molte anime della nostra Chiesa alla comunione solo come agape, come festa. E si è tralasciato in significato di sacrificio, di mistero. Ha prevalso,in soatanza, una maniera di sentire orizzontale e non verticale, una visione circolare e non di adorazione del mistero, con i risultati che sono chiaramente sotto gli occhi di tutti noi". Ma ci sarà anche un'altra ragione?: " si è smarrito il senso del peccato, del confine tra lecito e illecito, tra ciò che è bene e quello che è male, un modo di ragionare figlio legittimo del relativismo etico che con saggezza e vigore papa Benedetto XVI sta combattendo,ma dura a morire". - Bruno Volpe - Pontifex -