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L'ARCANGELO SAN MICHELE E' IL PIU' ANTICO NOME DEL NUOVO TESTAMENTO


L'Arcangelo S. Michele è sempre considerato sia nell'Antico come nel Nuovo Testamento il difensore dei diritti di Dio e della Chiesa contro le insidie del demonio. Nell'Apocalisse è descritto l'immane combattimento tra Michele e il dragone rosso che fu sconfitto. Fu sempre grandemente venerato nella Chiesa fin dall'antichità. Anche S. Francesco d'Assisi ebbe grande devozione verso l'Arcangelo Michele e andò pure in pellegrinaggio all'antico santuario del Gargano, ma, non sentendosi degno di entrare nel santuario, si soffermò lungamente in preghiera davanti alla porta. Il Papa Leone XIII, nei tempi burrascosi che caratterizzarono il suo lungo pontificato, compose una bellissima preghiera all'Arcangelo S. Michele e prescrisse a tutti i sacerdoti del mondo di recitarla al termine di ogni Messa. Nella riforma liturgica postconciliare questa preghiera fu abbandonata. L'attuale Pontefice Giovanni Paolo II ripone la più grande fiducia nella protezione di S. Michele, come risulta nel discorso pronunciato nel famoso santuario sul Monte Gargano a lui dedicato, di cui riportiamo la parte finale. La lotta contro il demonio, che contraddistingue la figura dell'Arcangelo Michele, è attuale anche oggi, perché il demonio è tuttora, vivo ed operante nel mondo. Infatti il male che è in esso, il disordine che si riscontra nella società, l'incoerenza dell'uomo, la frattura inferiore della quale è vittima non sono solo le conseguenze del peccato originale, ma anche effetto dell'azione infestatrice ed oscura di satana. ... questo insidiatore dell'equilibrio morale dell'uomo, che San Paolo non esita a chiamare "il dio dr questo mondo (2 Cor, 4)", in quanto si manifesta come astuto incantatore, che sa insinuarsi, nel gioco del nostro operare per introdurvi deviazioni tanto nocive, quanto all'apparenza conformi alle nostre istintive aspirazioni. Per questo l'Apostolo delle Genti mette i cristiani in guardia dalle insidie del demonio e dei suoi innumerevoli satelliti quando esorta gli abitanti di Efeso a rivestirsi "dell'armatura di Dio per poter affrontare le insidie del diavolo, poiché la nostra lotta non è contro creature fatte di sangue e e carne, ma contro i dominatori delle tenebre, contro gli spiriti maligni dell'aria (Ef. 6, 11 -12)". A questa lotta ci richiama la figura dell'Arcangelo San Michele, a cui la Chiesa sia i Oriente che in Occidente non ha mai cessato di tributare un culto speciale. Come è noto, il primo santuario a lui dedicato sorse a Co- stantinopoli per opera di Costantino: è il celebre Michaelion, a cui fecero seguito in quella nuova capitale dell'Impero altre numerose chiese dedicate all'ArcAngelo. In Occidente il culto di San Michele, fin dal V secolo, si era diffuso in molte città come Roma, Milano, Piacenza, Genova, Venezia; e tra tanti luoghi di culto, certamente il più famoso è questo del Monte Gargano. L'Arcangelo è rappresentato sulla porta, bronzea, fusa a Costantinopoli nel 1076, nell'atto di abbattere l'infernale dragone. È questo il simbolo col quale l'arte ce lo rappresenta e la liturgia ce lo fa invocare. Tratto dal testo "... ma gli Angeli esistono davvero?" Ed. MedjugorjeSpesso ci interroghiamo sul significato e sull’origine del nostro nome; per il momento,facciamo un po’ di luce su quello del nostro protettore San Michele. Mi Cha El, da cui deriva Michele, è il grido impetuoso che l’Arcangelo rivolse a Lucifero quando questi voleva assurgere alla parità con Dio. Difatti, fu proprio all’inizio dei tempi che il diavolo, ribellatosi a Dio, ebbe la presunzione di paragonarsi a Lui. Dal suo canto Dio inviò l’ esercito degli Angeli, con a capo l’Arcangelo Michele e, questi, dopo aver sconfitto Lucifero, gli diresse il grido: "Mi cha el?" ovvero "Chi come Dio?". Michele, a capo dei nove cori angelici di Angeli, Arcangeli, Principati, Potestà, Virtù, Dominazioni, Troni, Cherubini e Serafini, rese vani i sogni del diavolo di eguagliarsi a Dio, sconfisse gli angeli insorti al suo fianco e scacciò i ribelli lontano dalla grazia di Dio. Essi divennero orribili, ripugnanti e dall’aspetto inenarrabile, mentre agli Angeli buoni ed al loro principe Michele, Dio affidò la custodia della Chiesa e dell’anima degli uomini, contro le ingannevoli insidie esercitate dalle forze del male. Da allora, per i cristiani, il Celeste Condottiero è colui che accompagna e protegge la vita di ogni uomo, dal momento della nascita a quello della morte. San Michele, difatti, presiede al Battesimo del cristiano e, dopo la morte, accompagna l’anima al cospetto di Dio per l’estremo giudizio. Secondo la tradizione popolare, San Michele ha anche il compito della pesatura delle anime, cioè di considerare alla luce della Verità divina tutta la vita del defunto e, quindi, eseguire un bilancio definitivo prima che Dio destini l’anima nella condizione che le è più propria. Questo è il motivo per cui spesso, nell’iconografia classica, ammiriamo il nostro Arcangelo ritratto con una bilancia in mano, che su un piatto reca il fanciullo nudo, simbolo dell’anima spoglia di ogni cattiveria, e sull’altro un peso che rappresenta le malvagità compiute in vita. E’ proprio su questo piatto, quello del male, che il demonio allunga la mano per farlo pendere dalla sua parte, mentre San Michele lo allontana con la sua spada infuocata. Per la Chiesa, Michaël è anche l’Angelo dell’evocazione dei morti in Cristo nel giorno del giudizio e della liturgia, come colui che reca l’incensiere all’altare di Dio ("Gli furono dati molti profumi perché li offrisse insieme con le preghiere di tutti i Santi, bruciandoli sull’altare d’oro posto davanti al trono. E dalla mano dell’Angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio, insieme con le preghiere dei Santi" Ap, Cap. VIII).- Carlo Maria di Pietro (WebMaster e Promoter della M.S.M.A.)- Pontifex -