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INTERVISTA "CHIARIMENTO" CON GIACOMO GALEAZZI, VATICANISTA DE “LA STAMPA”, SULL'IMMIGRAZIONE


Pontifex)- Chiesa e governo sono nuovamente ai ai ferri corti sull’immigrazione?Galeazzi) - Sì «Evocare la Shoah per le vicende del canale di Sicilia è una bestemmia nei confronti di quello che il Parlamento italiano ha riconosciuto essere una tragedia unica nella storia». È il commento del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi alle critiche espresse ieri dai vescovi sul mancato soccorso dei naufraghi eritrei in Sicilia, paragonabile all’indifferenza sulle deportazioni della Shoah. ... Quest’accusa va respinta con sdegno proprio nel momento in cui questo governo sta mettendo in atto un’operazione di regolamentazione che si pensa possa arrivare a coinvolgere fino a 750 mila lavoratori». Infine, un suggerimento per il leader della Lega nord: «Invito l’amico Bossi ad abbassare i toni non coinvolgendo il Vaticano, che non c’entra nulla con qualche scriteriato commento che non si fa carico della complicità di governare con equilibrio un processo così complesso come quello dell’immigrazione». «L’ennesima tragedia della migrazione, avvenuta nel Canale di Sicilia, ci ricorda quanto scrive Benedetto XVI nella enciclica ’Caritas in veritatè: ’Ogni migrante è una persona umanà che ’possiede diritti fondamentali inalienabilì da rispettare ’in ogni situazionè». Sono queste le uniche parole «ufficiali» arrivate oggi dal Vaticano sulla tragedia dei 73 eritrei. Come documentato dall’Agi, a pronunciarle è stato il presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, mons. Antonio Maria Vegliò, che alla Radio Vaticana ha auspicato «una forte e lungimirante politica di cooperazione internazionale per essere adeguatamente affrontato», come indicato dall’enciclica «Caritas in veritate». «Quindi - ha scandito - se da una parte è importante sorvegliare tratti di mare e prendere iniziative umanitarie, è legittimo il diritto degli Stati a gestire e regolare le migrazioni. C’è tuttavia un diritto umano ad essere accolti e soccorsi». P)Un richiamo all’etica, dunque, ma senza nessuna polemica verso il Governo Italiano”... Cioè? G)”Tanta prudenza, tuttavia, non è bastata e da Umberto Bossi è arrivata una replica molto dura: il Vaticano che dovrebbe accogliere in prima persona gli immigrati invece di criticare. Espressioni che Oltretevere, però, sono state interpretate come «una battuta, se vogliamo una battutaccia». «Ma - si sottolinea in ambienti autorevoli della Santa Sede - non è il caso di drammatizzare, anche perchè è noto a tutti l’impegno della Chiesa Cattolica a favore dei più deboli». Mentre già da più di venti anni, «nello stesso piccolo territorio dello Stato della Città del Vaticano, Madre Teresa di Calcutta e le sue suore hanno potuto aprire un asilo notturno, il ’Dono di Marià». Benedicendo la prima pietra, viene ricordato oggi, Giovanni Paolo II spiegò esplicitamente che intendeva, attraverso tale «significativa iniziativa», offrire «accoglienza, nei limiti del possibile, a quanti, in questa Roma, non hanno un posto ove rifugiarsi la notte, e soprattutto sono privi di un minimo di calore familiare e umano che li circondi e sostenga nella dura lotta per la vita». A Vegliò ha risposto oggi anche il ministro della semplificazione Roberto Calderoli che prevedendo una sconfessione di mons. Vegliò sembra averlo confuso con il suo vice: a differenza di mons. Agostino Marchetto, infatti, non è stato mai oggetto di precisazioni vaticane. E del resto da Vegliò non sono mai arrivate critiche dirette all’Italia ma solo un fermo richiamo al dovere del Soccorso in Mare e in generale a quello dell’accoglienza degli immigrati, fatto citando l’Europa ma anche l’America e in particolare il caso del confine tra Messico e Stati Uniti, dove si consumano altri drammi umani”.P) Quali sono i precedenti? G)”Lo scorso 25 luglio, intervenendo a un Convegno in corso ad Orvieto, era stato il ministro dell’Interno, Robero Maroni, a ricordare che in Vaticano vigono norme severe verso chi vi entra senza autorizzazione. - Anche in quell’occasione la dichiarazione di Maroni era stata definita «una battuta». E il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, aveva osservato che «non risulta che in Vaticano ci siano prigioni piene di clandestini», mentre il presidente del Tribunale Vaticano, prof. Giuseppe Dalla Torre, aveva chiarito che le norme richiamate da Maroni erano state recepite dopo il Concordato dall’ordinamento italiano dell’epoca e mai applicate. Le parole ironiche di Maroni erano riferite in realtà a dichiarazioni polemiche sul pacchetto sicurezza fatte alcuni giorni prima dal «numero due» del dicastero vaticano per la pastorale delle migrazioni, mons. Agostino Marchetto, già sconfessate dallo stesso portavoce Lombardi, che aveva detto: «non consta che ci siano state critiche che si debbano qualificare come critiche del Vaticano». «Di fronte alla traversata in massa del Mediterraneo servono strategie coordinate tra Ue e Stati africani, non polemiche», afferma da parte sua il direttore dell’Osservatore Romano, prof. Giovanni Maria Vian. «Il primo dovere internazionale è evitare che si ripetano queste tragedie alle quali si sta creando una pericolosa assuefazione», spiega in un’intervista alla Stampa, ricordando che «varie volte Benedetto XVI ha condannato l’ignobile traffico di esseri umani». «Il problema - dichiara al Giornale il vescovo di San Marino e Montefeltro, Luigi Negri - sono i mercanti di carne umana che si fanno strapagare. Un richiamo all’umanità di tutti è sacrosanto, ma il problema non si risolve con il pattugliamento di polizia del Mediterraneo da parte di Italia, Francia e Spagna, quanto piuttosto cercando di incidere sui governi locali». Per il vescovo, «non ha senso attribuire la responsabilità di quanto è accaduto al Governo italiano o alla nostra Marina. La vera e più grande disumanità, va ribadito, è quella di chi organizza questa tratta degli schiavi e quella di chi non fa nulla per fermare questo turpe commercio di profughi”. P) Sono prevedibili sviluppi? G)C’è il problema del mancato soccorso da parte delle imbarcazioni che in questi giorni non possono non aver incrociato la zattera dei fuggitivi eritrei. Questa è però - conclude - una domanda che ci deve chiamare in causa tutti, da non strumentalizzare per giochi politici». Di fronte all’ennesima tragedia avvenuta nel Canale di Sicilia, tutto ci si poteva attendere tranne le parole dell’onorevole Bossi, che ha voluto rispondere con arroganza all’alto richiamo dei vescovi italiani».afferma il presidente delle Acli Andrea Olivero. «Parole come umanità, solidarietà, accoglienza devono davvero apparire insopportabili al leader della Lega - aggiunge - per farlo reagire in modo così scomposto. Ma il senatur stia tranquillo: se molti cristiani faticano a vivere con coerenza i propri valori, la Chiesa non dimentica il Vangelo e difende sempre e comunque i poveri. E lo fa dando per prima l’esempio, come testimoniano le migliaia di opere per i poveri e i migranti, in Italia e nel mondo. Criminalizzare gli stranieri, come è stato fatto in questi mesi in modo indiscriminato dalla Lega e, su suo impulso, dal governo, crea un clima di indifferenza anche di fronte a drammi come questo. Ma - ammonisce Olivero - non si faccia passare il menefreghismo per difesa dell’identità, l’egoismo per valore da sbandierare nelle piazze padane». - Bruno Volpe - Pontifex -