ASCOLTA TUA MADRE

CALCIO IN CRISI MA NON PER TUTTI


Calcio in crisi ma non per tutti. Pur con tutti i ‘distinguo' del caso e pur nell'attesa di cifre ufficiali (ammesso che abbiano un qualche valore...!) che saranno oggetto del solito studio annuale riguardante l'industria del calcio italiano, i calciatori non sembrano passarsela poi così male. A giudicare da alcuni dati cui è stato offerto molto risalto quest'oggi da un'inchiesta della Gazzetta dello Sport ma anche da alcune agenzie straniere, il calcio italiano, da ormai quattro anni offre un dato costante: l'aumento dello stipendio dei giocatori. E questo accade pur diminuendo il volume di transazioni e abbassando considerevolmente il rosso del calciomercato, che quest'anno si è ridotto a circa 13 milioni di euro. Ma una statistica, soprattutto se basata su cifre di pura stima, nella sua semplice applicazione non deve trarre in inganno: è vero che nel 2005/06 abbiamo assistito a una significativa inversione di tendenza che aveva abbassato il monte ingaggi nazionale a 508 milioni di euro, ma è altrettanto vero che questa tendenza si è subito ribaltata. Con gli interessi... Oggi gli stipendi della Serie rappresentano un investimento da 840 milioni di euro, ottanta milioni in più rispetto all'anno scorso e quasi 340 milioni in più rispetto alla più ‘economica' stagione 2005-06. La cosiddetta forbice diventa esponenziale se si considerano i campionati. Tra la Serie A e la Serie B c'è un abisso, tra la serie B e la Lega Pro ce ne sono almeno due. Con qualche caso limite: perché fatti altri due conti di stima il tetto della Serie A poteva essere molto più alto. Basti considerare il caso di Ibra e di Kaka e la politica di risparmio che molti club hanno comunque cercato di perseguire. Il Milan ora ha un budget stipendi inferiore di un quarto rispetto a quello dell'anno scorso. E sono almeno dodici, e dunque più della metà delle iscritte al campionato, le squadre che non spendono più della stagione appena passata. Sul budget incidono ovviamente anche gli allenatori: l'Inter ne paga due. Mourinho, che supera abbondantemente qualsiasi altro collega e giocatore per busta paga (circa 11 milioni di euro, lo scorso anno solo Ibra guadagnava di più, quest'anno Eto'o percepirà poco di meno), e Mancini. Del Neri ha guadagnato 100mila euro passando dall'Atalanta alla Sampdoria mentre i bergamaschi hanno risparmiato 600mila euro secchi perché Gregucci con i suoi 300mila euro di ingaggio è uno degli allenatori meno pagati di Serie A. Meno di lui guadagnano solo Atzori, 150mila euro, e Ruotolo, 100mila euro, molto meno di quanto guadagnava da calciatore fino a qualche anno. Ma se tutti volevano risparmiare, e se si parla del salary cap come dell'unica soluzione possibile agli stipendi eccessivi, come si è arrivati a una cifra del genere? E' un paradosso... ma la stragrande maggioranza delle società ha risparmiato davvero: il fatto è che sulle grandi cifre la lama più alta della forbice incide molto di più di quella più bassa. Un esempio? Secondo le stime della Gazzetta l'Inter verserà ai suoi dipendenti (tecnici e giocatori, premi esclusi) circa 150 milioni di euro all'anno, e ci sono solo tre squadre (Inter, Milan e Juve nell'ordine che superano i 100 milioni di euro di emolumenti. Ma per un anno di stipendi di Inter bisogna sommare le buste paga di Atalanta, Chievo, Livorno, Catania, Siena, Udinese, Cagliari, Bologna, Bari e Sampdoria che tutte insieme spendono solo poco più dei nerazzurri. Si parla di dieci squadre, la metà della Serie A. E poi le statistiche sottovalutano un altro aspetto importante, e cioè qualcuno che guadagna in rapporto, molto... ma molto più dei calciatori senza nemmeno mettere piede in campo. Lo Stato, una squadra che screma da ogni stipendio il 48% degli introiti. Ma questo mi pare succeda anche a noi. Su cifre un filino inferiori!!!!! E quindi chi lo vuole il salary cap? Alcuni presidenti no, perché incentiverebbe la concorrenza di squadre di fascia medio-alta, alcuni allenatori nemmeno. Ci rimettono loro e avrebbero la loro squadra avrebbe comunque meno potere di acquisto. I calciatori nemmeno... mica sono matti. Ma l'Erario (vale a dire lo Stato) neppure. - eurosport.yahoo -Morale: Un dipendente "Normale" deve lavorare 59 anni per prendere un stipendio MENSILE di Mourinho. E' assurdo!!!!!