A marzo di quest’anno ho preso il treno Messina-Catania delle 12.05 per raggiungere la città etnea. E ho percorso, insieme a tanti studenti, proprio quella linea che attraversa i luoghi oggi devastati dall’alluvione. Per chiarire la conformazione della zona ai lettori, dirò che c’è un fazzoletto di spiaggia, poi una sottile linea ininterrotta di case che diventano paesi (un po’ come in Liguria, per capirci), la strada statale 114 che collega Messina a Siracusa e per finire, dopo la ferrovia, i contrafforti delle montagne bucati dall’A18, l’autostrada Messina-Catania costruita negli anni ’70. Fuori dai paesi, la ferrovia corre quasi in riva al mare, e il panorama è splendido. E tutto questo ha fatto da sfondo ad un dramma (inutile dire che siamo vicini a questi nostri compatrioti che soffrono o piangono i morti) che secondo qualcuno era già annunciato: nel 2007 la stessa zona era stata colpita da frane e smottamenti. E non si è fatto niente, denunciano i cittadini, per la messa in sicurezza dell’area. Ieri notte il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha anche rincarato la dose in diretta su TV7, il rotocalco del Tg1: sarebbe bastato curare le vigne e gli oliveti della zona, lasciati invece a bruciare d’estate, per rinforzare il terreno. Ora, siccome vanno di moda le 10 domande, avrei 10 domande da rivolgere a ignoti. Ma la magistratura un domani potrebbe anche identificarli. E nell’ordine vorrei sapere (e con me credo un bel po’ di gente):1. Chi ha permesso la costruzione abusiva di casa anche nel letto delle fiumare?2. Perché non si sono fatti gli interventi di messa in sicurezza dell’area?3. Perché non sono stati ascoltati gli appelli per la messa in sicurezza dell’area dopo le frane del 2007?4. Chi ha concesso le licenze edilizie?5. Chi ha concesso le sanatorie a fronte di situazioni di evidente pericolo quantomeno potenziale?6. Che cosa è stato fatto per la prevenzione del rischio idrogeologico dell’area?7. Chi avrebbe dovuto occuparsene?8. Chi sono assessori, sindaci, costruttori, impiegati del catasto che potrebbero non aver sorvegliato sulla sicurezza dei propri concittadini?9. La Prestigiacomo ieri ha detto pressappoco così: lo Stato ha dato i soldi per la messa in sicurezza, ma i sindaci in qualche caso hanno disposto diversamente sull’uso dei fondi. Se davvero è accaduto, chi e perché ha fatto questo?10. Perché quando succede un dramma in Italia non si sa mai di chi è la responsabilità?Qualcuno ci deve una risposta. Almeno una. Con molto affetto per gli alluvionati. - Antonino D’Anna - Pontifex -
L'ALLUVIONE DI MESSINA E LE DIECI DOMANDE
A marzo di quest’anno ho preso il treno Messina-Catania delle 12.05 per raggiungere la città etnea. E ho percorso, insieme a tanti studenti, proprio quella linea che attraversa i luoghi oggi devastati dall’alluvione. Per chiarire la conformazione della zona ai lettori, dirò che c’è un fazzoletto di spiaggia, poi una sottile linea ininterrotta di case che diventano paesi (un po’ come in Liguria, per capirci), la strada statale 114 che collega Messina a Siracusa e per finire, dopo la ferrovia, i contrafforti delle montagne bucati dall’A18, l’autostrada Messina-Catania costruita negli anni ’70. Fuori dai paesi, la ferrovia corre quasi in riva al mare, e il panorama è splendido. E tutto questo ha fatto da sfondo ad un dramma (inutile dire che siamo vicini a questi nostri compatrioti che soffrono o piangono i morti) che secondo qualcuno era già annunciato: nel 2007 la stessa zona era stata colpita da frane e smottamenti. E non si è fatto niente, denunciano i cittadini, per la messa in sicurezza dell’area. Ieri notte il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha anche rincarato la dose in diretta su TV7, il rotocalco del Tg1: sarebbe bastato curare le vigne e gli oliveti della zona, lasciati invece a bruciare d’estate, per rinforzare il terreno. Ora, siccome vanno di moda le 10 domande, avrei 10 domande da rivolgere a ignoti. Ma la magistratura un domani potrebbe anche identificarli. E nell’ordine vorrei sapere (e con me credo un bel po’ di gente):1. Chi ha permesso la costruzione abusiva di casa anche nel letto delle fiumare?2. Perché non si sono fatti gli interventi di messa in sicurezza dell’area?3. Perché non sono stati ascoltati gli appelli per la messa in sicurezza dell’area dopo le frane del 2007?4. Chi ha concesso le licenze edilizie?5. Chi ha concesso le sanatorie a fronte di situazioni di evidente pericolo quantomeno potenziale?6. Che cosa è stato fatto per la prevenzione del rischio idrogeologico dell’area?7. Chi avrebbe dovuto occuparsene?8. Chi sono assessori, sindaci, costruttori, impiegati del catasto che potrebbero non aver sorvegliato sulla sicurezza dei propri concittadini?9. La Prestigiacomo ieri ha detto pressappoco così: lo Stato ha dato i soldi per la messa in sicurezza, ma i sindaci in qualche caso hanno disposto diversamente sull’uso dei fondi. Se davvero è accaduto, chi e perché ha fatto questo?10. Perché quando succede un dramma in Italia non si sa mai di chi è la responsabilità?Qualcuno ci deve una risposta. Almeno una. Con molto affetto per gli alluvionati. - Antonino D’Anna - Pontifex -