ASCOLTA TUA MADRE

SESSO: VIAGGIO NELL'OSSESSIONE DEL MONDO MODERNO


«Sapete, Bianca è una missionaria». Così Lars presenta la fidanzata al fratello Gus e a sua moglie Karin nel grottesco film Lars, una ragazza tutta sua. Bianca è una bambola gonfiabile, gommoso oggetto del desiderio acquistato su internet e recapitato a casa in una cassa di legno. Le sexy bambole sono state lanciate sul mercato negli Stati Uniti nel 1995 e da allora la loro compravendita, grazie al web e ai sexy shop, è aumentata di anno in anno. Esistono “Love dolls” per tutti i gusti e prezzi: si va dalle più economiche in vinile saldato (50 dollari) a quelle di media classe in lattice (200), a quelle deluxe in morbido silicone e con giunture flessibili per gli amanti più esigenti (oltre i 1.000). Quelle di ultima generazione sono chiamate “Real doll” e la loro verosomiglianza è impressionante. Se ne può scegliere il peso, l’altezza, la misura di seno e persino quella del piede. Non solo: si può ordinare il volto, il taglio e il colore dei capelli, degli occhi, delle unghie. Questi silenziosi e siliconati amori necessitano di cure. In vendita anche gli accessori: cintura (18 dollari), cappello (dai 15 ai 18), braccialetti (dai 12 ai 18), ciondoli simil oro (24 dollari), forse per inconsueti presenti natalizi. Esistono bambole anziane, per gli amanti dell’older – a richiesta è in vendita la dentiera–eper cani con carenze affettive (colori: bianco e nero). Questi sex toys sono molto apprezzati in Giappone dove i più incalliti playboy possono rivolgersi all’agenzia Mori no Doru che li noleggia (85 dollari) per indimenticabili notti di turbo-onanismo negli Tsurekomi ryoka, gli hotel dell’amore gestiti dalla stessa agenzia (la camera si paga a parte). Chi opera nel settore ha recepito le esigenze degli utenti: rapporti limitati alla pura sfera sessuale, senza impicci d’altro tipo, ma esigenza che tali incontri si avvicinino il più possibile alla realtà. Per questo un meccanico aeronautico tedesco ha progettato “Andy”, umanoide dotato di cuore meccanico che aumenta i battiti col progredire del rapporto, che si scalda, che espelle secrezioni vaginali e che, se interpellata con frasi standard, sa rispondere suadente. Secondo David Levy, autore di Love+Sex with Robots, tra quarant’anni sarà normale fare sesso con i robot e ciò recherà innegabili vantaggi sociali: «Così potrebbero fermarsi i pedofili, le violenze sessuali e anche la prostituzione ». Parallelo al mercato deluxe è cresciuto quello per clienti meno facoltosi. Non serve andare in Giappone, basta un giro nella periferia romana, nella «Tiburtina valley» come l’ha ironicamente denominata l’inviato della Stampa autore di un’inchiesta sugli outlet dei porno desideri.  A questo megamagazzino del sesso inorganico si riforniscono da tutta Italia 2.500 clienti e 650 esercizi pubblici che quotidianamente acquistano sex toys di tutti i tipi. Dire che internet ha reso ancor più accessibili i contenuti pornografici è una banalità. Per anni la parola più ricercata sui motori di ricerca è stata «sex» (et similia, tipo «viagra») e secondo diverse statistiche è il cybersex a farla da padrone sul web. Per dirla con la battuta del dottor Cox nella serie tv Scrubs: «Se da internet togliessero tutti i siti pornografici rimarrebbe un solo sito con su scritto: “Ridateci i porno”».  Nel 2007 la Opnet, azienda specializzata in sicurezza informatica, ha redatto un rapporto secondo il quale il 36,21 per cento di pagine online ha contenuti pornografici. Una pagina su quattro riguarda il sesso e, per intendersi, i siti di informazione raggiungono la percentuale dell’1,55. La rete è il regno degli erotomani e le novità sono all’ordine del giorno, venendo incontro ai desideri di utenti che hanno nella compulsività la loro principale dote. Non c’è limite alla fantasia: esiste anche il sito Porn for the blind, che mette a disposizione degli utenti non vedenti file audio di lussuriosi mugugni e sospiri. Internet ha creato un problema agli altri media del settore che, in vario modo, si stanno adattando. Il mondo maggiormente in crisi è quello delle videocassette, dei dvd e della carta (si pensi a Playboy), ma anche le tv rischiano il sorpasso. Per questo si attrezzano per allargare l’offerta: Sky, per esempio, pensa di allungare la programmazione eros alle 24 ore. Porno sempre e ovunque: per questo si studia come adattare con sempre maggior precisione di risoluzione i filmati alle console per videogame e ai telefonini.Continuano a mantenere un loro business le cosiddette fiere del sesso, di cui in Italia la più famosa è il Mi-Sex di Milano cui partecipano le maggiori attrici e attori nostrani e che, stando alle informazioni fornite dagli organizzatori, «dal 1994 a oggi ha registrato un’affluenza di 900 mila persone ». Quello delle pornostar è un mondo sempre più alla ricerca di una legittimazione culturale e a novembre su Sky partirà la fiction su Moana Pozzi, icona glamour del settore. Ma il porno è anche un mondo ricco di lati oscuri (si rammentino le tristi vicende di John Holmes e Linda Lovelace) e tragiche pene del contrappasso. Dopo quanto già accaduto nel 2004, anche oggi torna d’attualità il dilagare dell’Aids che sta mietendo vittime nella San Ferdinando Valley (quattromila film l’anno), la Hollywood del sesso americano. Sono 16 le pornostar colpite negli ultimi mesi dal morbo. Il nomadismo sessuale è tipico del mondo porno, ma, almeno per quello made in Usa, esso è legato a stretti controlli burocratici: ogni attore è obbligato a sottoporsi mensilmente a test medici che ne valutino la salute e l’integrità fisica. È un mondo assai meno erotico e passionale di quel che si pensi, dominato più dagli affari che dalla libido. Simpaticamente lo ha ammesso anche il più amato tra i pornostar italiani, Franco Trentalance, che, lamentandosi dei continui spostamenti da un set all’altro, alla domanda «che cosa ti sei fatto di più nella vita» ha risposto: «Le valigie». Ma tutto questo è nulla, rispetto al modo in cui l’ossessione sessuale è tradotta, giustificata, ideologicamente orientata in precetti di buona educazione, sicuro successo, integrità salutista. Bastava leggere l’articolo “Sesso, amore e fantasia” sull’ultimo numero del Magazine del Corriere della Sera che proponeva ai lettori un test per misurare il proprio «grado di accoppiabilità». Inutile dire che i punteggi più alti li raggiungevano gli amatori più disinibiti, quelli che possono vantarsi di essere al passo con «le star del cinema, i miliardari, i leader mondiali». Sul versante “prevenzione”, l’inserto Salute di Repubblica ha fornito in luglio un prontuario per il «sesso sicuro». Mentre nell’editoriale il direttore si congratulava col governo per le leggi restrittive in materia di educazione stradale – e al contempo si lamentava della poca attenzione per l’educazione sessuale – gli articoli dedicavano ampio spazio ai contraccettivi (profilattici, pillole, spirali) e all’innovativo metodo del «bebè virtuale». Un corso inventato in Australia per educare i giovani alla “responsabilità genitoriale”. Consiste nell’affidare loro un «bambolotto di aspetto realistico programmato per piangere con diversi gradi di intensità simulando la fame o il sonno ». I “genitori” potranno così sperimentare quanto è dura accudire un figlio e questo, secondo gli esperti, dovrebbe renderli consapevoli «sugli effetti di una gravidanza involontaria ». Poiché anche secondo le ricerche del «British Medical Journal l’approccio basato sui metodi contraccettivi non è efficace, è molto meglio creare aspettative negative rispetto alla possibilità di avere figli troppo presto». Teorie da scienziati bislacchi? Non sono solo loro. Nel suo Lessico per il futuro (2008) Jacques Attali ha prefigurato un mondo nuovo in cui scomparirà la fedeltà come dovere e l’infedeltà come colpa. Diventerà un diritto formare più coppie e la poligamia e la poliandria saranno la norma. I bambini nasceranno solo in vitro o grazie alla clonazione, i genitori saranno sostituiti dalle banche di geni, nessuno avrà più né un padre né una madre, né una storia biologica. Sarà l’uomo del futuro, nomade assoluto, che concepirà il sesso solo come puro divertimento anti-stress, scevro di ogni qualsiasi tipo di relazione con la carne dell’altro.  - Emanuele Boffi - tempi -