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GIOVANNI PAOLO II MI CONFIDO', I CARISMATICI CAMBIERANNO IL CORSO DELLA STORIA


"Sono i carismatici quelli che cambieranno il mondo, dal di dentro": lo confida Monsignor Wojciech Suski, Vescovo di Torun in Polonia e amico di Giovanni Paolo II. Il Prelato ricorda una conversazione  avuta a tavola con il Papa polacco: " mi confidò che non credeva ad una fede tipedida, scolorita, senza sapore e sosteneva che ognuno deve coraggiosamente recitare la sua parte. Mi disse chiaramente che i carismatici, ovvero coloro i quali ci mettono pazienza e passione, salveranno questo mondo secolarizzato, la storia e forse la Chiesa". Insomma, una visione radicale della fede: " Giovanni Paolo II invitava a non aver paura, a credere in Cristo, a spendersi per lui, con coraggio. Mi spaventava da un lato e mi meravigliava dall'altro la sua capacità di sintesi e il ricordare con precisione fotografica anche i posti geografici vicino a Torun dove era stato da giovane. neppure io, che sono di queste parti, ne ho una visione tanto nitida e chiara". Che cosa ricorda maggiormente di Giovanni Paolo II?: " il suo amore per l'uomo, la sua disponibilità al servizio nel senso più nobile ed alto del termine. La prima cosa che chiedeva incontrandoti era come stai, di che cosa hai bisogno, qual è il tuo problema. Le questioni di teologia venivano dopo. Lui ha sempre rispettato l'uomo, i suoi diritti, la sua dignità. Per questo motivo è stato l'uomo del dialogo, della pacificazione, del rispetto verso ogni religione e cultura". Con il suo modo di fare è riuscito anche a  convertire molta gente: " io non sono propenso a gridare ai miracoli, ma molta gente della mia diocesi mi racconta di grazie e favori ottenuti grazie alla sua potente intercessione. Io mi limito a raccontare quello che so e cioè che molta gente indifferente alla religione o dubbiosa, grazie a lui, ha cambiato mentalità ed ha creduto". Secondo lei Eccellenza, Giovanni Paolo II è santo?: " da un punto di vista della vita e della coerenza evangelica non ho dubbi. E' stato un vero santo. Poi bisogna lasciar fare alla sapienza della Chiesa senza dare fretta e rispettando le norme previste. Anzi, penso che una eccessiva frettolosità in questo processo possa persino essere dannosa alla causa di Giovanni Paolo II". Lei conosce bene il postulatore della causa di beatificazione, che cosa le dice?: " sarebbe scorretto rivelare conversazioni private e non lo posso fare. Mi limito a dire che lui oggi è soddisfatto, che a suo giudizio il processo di beatificazione procede speditamente e bene, senza troppi intoppi". Si prevedono tempi lunghi?: " questo bisogna chiederlo a Dio, ma non credo e penso che non siamo lontani dalla meta". Le risulta che Giovanni Paolo II stimasse l'Opus Dei, la Prelatura fondata da San Josemaria Escrivà?: " lo so per certo. Ne aveva grande stima e considerazione. Ne apprezzava soprattutto l'attaccamento e la fedeltà alla Chiesa e la reputava un pilastro fondamentale per la difesa della tradizione cattolica. Poi ammirava e stimava la preparazione di molti membri della Opus Dei che giudicava uomini di grande intelletto". Lei ha visto pregare Giovanni Paolo II, che idea ne ha tratto?: " quando pregava si estraniava dal mondo, si isolava, era capace di stare ore in ginocchio e tutto il resto davanti a lui non contava nulla. Un autentico uomo di Dio che ha messo la preghiera al centro della sua vita. Era un mistico". - Bruno Volpe - Pontifex -