«Ho fatto anch'io l'esperimento, ho chiesto ai miei chierichetti che festa è il Primo novembre e loro non hanno avuto la minima esitazione: “Halloween!”. Ma non è così solo fra i ragazzi, basta guardare certe vetrine», dice il direttore editoriale della Elledici, commentando la scelta di scommettere su questo piccolo libro svelto, lucido e polemico, opera prima del francese Damien Le Guay, classe 1961, filosofo e critico letterario «innocentemente cristiano». Il sottotitolo del volumetto recita: «Come la festa della zucca ha sconfitto Tutti i Santi». E le sue 128 paginette spiegano perché Halloween non è soltanto l'ultimo gadget d'importazione colorato ed innocuo per fare più felici i nostri bambini.Don Ferrero, com'è nata l'idea di tradurre questo libro?L'ho trovato alla fiera di Francoforte, abbandonato in mezzo a tanti altri, l'ho letto in una notte e mi è sembrato davvero buono. E risponde a un'idea che viene da lontano: dal nostro lavoro e dalle nostre scelte in Elledici, che sono quelle di raccontare e di proporre la gioia della fede. In un contesto dove, purtroppo, tra la gente prevale l'equazione “religioso uguale noioso”. E dove soprattutto si è perso il senso della festa cristiana: cioé la festa nella quale il corpo si ferma, si riposa per accorgersi che anche lo spirito ha delle esigenze. Ebbene, è proprio in questa perdita che si è infilato Halloween. Halloween, cioè la notte di Samhain, il capodanno celtico, nella quale si spalancano i cancelli del regno dei morti. La notte dei fuochi, dei travestimenti, delle offerte raccolte di casa in casa. Poi il trasloco negli Stati Uniti e, negli anni '90, il “ritorno” in Europa. Ma la festa della zucca come ha potuto sfrattare la festa cristiana?Chiaro, la Santa zucca è forse più vendibile del senso del Paradiso. Ma Halloween, con i suoi scheletrini, i suoi scherzi e i suoi simboli vagamente sulfurei si è inserito in un vuoto che abbiamo lasciato noi cristiani, dimenticando che Tutti i Santi e i Morti sono la festa della speranza, la festa della consapevolezza che nella direzione in cui siamo diretti, l'aldilà, c'è una base, una meta che ci attende. A proposito dello sbarco in Francia della Halloween-mania, Le Guay svela, dati e cifre alla mano, che si trattò di una colossale operazione di merchandising organizzata negli anni '90. Ma poi aggiunge, con l'intransigenza di certo cattolicesimo francese à la Bernanos, che “giocare ad Halloween” non è esattamente educativo. Qui non esagera un poco?Sì, Le Guay insiste sull'idea che Halloween non è poi così innocente. Ma sono d'accordo sul fatto che quel modo di far festa, di prendersi gioco della morte, del mostruoso e dell'aldilà è discutibile: non si esorcizza la morte in quel modo, la si deride e basta. E questo no, non è educativo. Un consiglio agli animatori e agli educatori alle prese con la “magica” notte del 31 ottobre.Inutile impuntarsi, lasciamo che Halloween faccia la sua strada. Ma insieme riscopriamo il significato di Tutti i Santi e il ricordo dei defunti: feste vere, queste, a dispetto (ahimé) di una liturgia in genere ben poco festosa. E ricordiamo che se si sta a casa da scuola e dal lavoro lo dobbiamo ad Ognissanti, non alla Zucca.Per saperne di più: Le Guay Damien - Centro Evangelizzazione e Catechesi “Don Bosco” (A cura di)Patarino Marisa (Tradotto da) - Elledici 2004Descrizione: Oggi con Halloween ci si mettono tutti: la televisione, i giornali, anche gli insegnanti a scuola. Ma perché accogliere con tanto entusiasmo questa festa proveniente da un altro paese e da un altro universo religioso? Abbiamo valutato tutte le conseguenze che può avere sui nostri bambini? Questo volume propone una “indagine d'impatto” di natura psichica e spirituale sulla diffusione in Italia di una festa che si contrappone alla tradizione cristiana. - atempodiblog -
LA FACCIA NASCOSTA DI HALLOWEN: A COLLOQUIO CON DON BRUNO FERRERO
«Ho fatto anch'io l'esperimento, ho chiesto ai miei chierichetti che festa è il Primo novembre e loro non hanno avuto la minima esitazione: “Halloween!”. Ma non è così solo fra i ragazzi, basta guardare certe vetrine», dice il direttore editoriale della Elledici, commentando la scelta di scommettere su questo piccolo libro svelto, lucido e polemico, opera prima del francese Damien Le Guay, classe 1961, filosofo e critico letterario «innocentemente cristiano». Il sottotitolo del volumetto recita: «Come la festa della zucca ha sconfitto Tutti i Santi». E le sue 128 paginette spiegano perché Halloween non è soltanto l'ultimo gadget d'importazione colorato ed innocuo per fare più felici i nostri bambini.Don Ferrero, com'è nata l'idea di tradurre questo libro?L'ho trovato alla fiera di Francoforte, abbandonato in mezzo a tanti altri, l'ho letto in una notte e mi è sembrato davvero buono. E risponde a un'idea che viene da lontano: dal nostro lavoro e dalle nostre scelte in Elledici, che sono quelle di raccontare e di proporre la gioia della fede. In un contesto dove, purtroppo, tra la gente prevale l'equazione “religioso uguale noioso”. E dove soprattutto si è perso il senso della festa cristiana: cioé la festa nella quale il corpo si ferma, si riposa per accorgersi che anche lo spirito ha delle esigenze. Ebbene, è proprio in questa perdita che si è infilato Halloween. Halloween, cioè la notte di Samhain, il capodanno celtico, nella quale si spalancano i cancelli del regno dei morti. La notte dei fuochi, dei travestimenti, delle offerte raccolte di casa in casa. Poi il trasloco negli Stati Uniti e, negli anni '90, il “ritorno” in Europa. Ma la festa della zucca come ha potuto sfrattare la festa cristiana?Chiaro, la Santa zucca è forse più vendibile del senso del Paradiso. Ma Halloween, con i suoi scheletrini, i suoi scherzi e i suoi simboli vagamente sulfurei si è inserito in un vuoto che abbiamo lasciato noi cristiani, dimenticando che Tutti i Santi e i Morti sono la festa della speranza, la festa della consapevolezza che nella direzione in cui siamo diretti, l'aldilà, c'è una base, una meta che ci attende. A proposito dello sbarco in Francia della Halloween-mania, Le Guay svela, dati e cifre alla mano, che si trattò di una colossale operazione di merchandising organizzata negli anni '90. Ma poi aggiunge, con l'intransigenza di certo cattolicesimo francese à la Bernanos, che “giocare ad Halloween” non è esattamente educativo. Qui non esagera un poco?Sì, Le Guay insiste sull'idea che Halloween non è poi così innocente. Ma sono d'accordo sul fatto che quel modo di far festa, di prendersi gioco della morte, del mostruoso e dell'aldilà è discutibile: non si esorcizza la morte in quel modo, la si deride e basta. E questo no, non è educativo. Un consiglio agli animatori e agli educatori alle prese con la “magica” notte del 31 ottobre.Inutile impuntarsi, lasciamo che Halloween faccia la sua strada. Ma insieme riscopriamo il significato di Tutti i Santi e il ricordo dei defunti: feste vere, queste, a dispetto (ahimé) di una liturgia in genere ben poco festosa. E ricordiamo che se si sta a casa da scuola e dal lavoro lo dobbiamo ad Ognissanti, non alla Zucca.Per saperne di più: Le Guay Damien - Centro Evangelizzazione e Catechesi “Don Bosco” (A cura di)Patarino Marisa (Tradotto da) - Elledici 2004Descrizione: Oggi con Halloween ci si mettono tutti: la televisione, i giornali, anche gli insegnanti a scuola. Ma perché accogliere con tanto entusiasmo questa festa proveniente da un altro paese e da un altro universo religioso? Abbiamo valutato tutte le conseguenze che può avere sui nostri bambini? Questo volume propone una “indagine d'impatto” di natura psichica e spirituale sulla diffusione in Italia di una festa che si contrappone alla tradizione cristiana. - atempodiblog -