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TRA MOGLIE E MARITO, NON METTERE IL DITO!!!!!


- Tra moglie e marito, non mettere il dito - diceva la saggezza popolare. Come a dire, si tratta di rapporti delicati, di equilibri in cui è meglio non intromettersi.Si tratti di peccati consumati con giovani cortigiane, (leggi escort), o con transessuali, i peccati dovrebbero essere "discussi" in famiglia, educatamente o con l’ausilio di porte sbattute e piatti scagliati sul pavimento, ognuno si regoli secondo temperamento, al tempo in cui la famiglia aveva certamente un padre e una madre, si usava il mattarello o il battipanni ora sono strumenti in disuso, come la famiglia del resto. Oggi, tra moglie e marito, soprattutto se si tratta di personaggi per così dire "in vista", il dito e la gamba tesa ce la mettono tutti, i talk televisivi, i telegiornali, i quotidiani cui non par vero di ravvivare le vendite con gossip pruriginosi a dire il vero con bilance differenti, vedi il caso Boffo e il caso Marrazzo. La famiglia? La loro famiglia? Non conta, quindi nessuno si prende cura di difenderla, di tutelare almeno i figli, è il diritto di cronaca bellezza! E’ una guerra civile combattuta a colpi di ‘gossip’. Ciò non toglie che chi gestisce la res pubblica grazie al nostro voto, dovrebbe sentire la responsabilità e la spinta a un comportamento più consono al ruolo, andare con l’auto blu agli incontri con i trans e sperare di passare inosservati o è ingenuità o è arroganza, erano altri tempi, quando le questioni "di letto" erano private.Mussolini era considerato uno sciupa femmine, ma nessuno osava dire nulla dei suoi amori clandestini, nè della giovane Claretta. Togliatti lasciò la moglie e il figlio quando il matrimonio era indissolubile sia per la destra che per la sinistra, per andare a vivere nella mansarda di Montecitorio con Nilde Iotti che aveva ventisette anni meno di lui, nessuno nella DC di allora osò però usare l’argomento a fini politici. Luigi Longo s’innamorò di Bruna Conti e lasciò Teresa Noce, fece annullare il matrimonio da un tribunale di San Marino, dichiarando d’essere stato costretto al matrimonio pur di convolare a nuove nozze, ma erano tempi in cui cosa accadeva nelle camere da letto era un affare privato. Pare che i tempi siano cambiati, i più libertini a parole, sono coloro che del libertinismo altrui si fanno gioco, chiedendo moralità.E così accade che a mettere alla berlina il "peccatore" siano le amanti, le cortigiane, i trans, i carabinieri, i fotografi, qualcuno in cerca di notorietà o di denaro facile, che ricatta o vende notizie e immagini, della serie - fino a che c’è polenta se magna. Ed è allora che i fatti privati diventano "pubblici" e spesso ridicoli, perché un uomo in mutande un po’ ridicolo lo è, (magari con calzino annesso) perché il sesso se è solo ginnastica, vizio, trasgressione dite quel che volete, perde la sua poesia, è incompleto, ne rimane solo la parte animale e certe per così dire ‘debolezze’, somigliano più a una malattia che a un peccato, e finiscono per sporcare come olio sulla carta assorbente i legami, quelli cui si è giurata fedeltà davanti a Dio o davanti a Veltroni sindaco. Siamo in balia delle voglie e queste finiscono per venire prima, anche delle cose che diciamo ci sono più care al mondo, gli affetti, i figli di cui si mettono immagini sorridenti sul sito internet personale. Ha voglia Alessandra Di Sanzo, attrice di "Mery per sempre" e di "Ragazzi fuori", a scagliarsi contro i «bacchettoni ipocriti» che hanno crocefisso il presidente della Regione Lazio. Però dice la Di Sanzo, che "non c'è marcio nel modo in cui una persona si esprime sessualmente. Il sesso è sesso. Non è che se uno va con le trans perde la propria credibilità di uomo." Sarà, ma io appartengo ancora alla vecchia scuola, a quella che c’è sesso e sesso, che per una moglie il tradimento con un’altra donna è un’umiliazione, ma quello con un transessuale è una tragedia. E le mogli? Vogliano dire due parole sulle donne? Quelle tradite, quelle che al tempo del battipanni si chiamavano cornute? Oggi come allora umiliate, perché han voglia gli esperti a dire che il tradimento è un po’ colpa loro, che hanno disfatto il nido, che hanno cercato l’indipendenza, inibito il maschio con la loro aggressività, hai voglia a cercar giustificazioni e a dire che in fondo – un po’ - se la sono cercata. Economicamente sottomesse come un tempo o economicamente emancipate come ora, il tradimento è sempre uno smacco, un’ulcera che non rimargina.Ci sono mogli che pur avendo rinunciato alla loro professione, hanno scelto di fare la parte della moglie discreta, mai al braccio del suo uomo nelle occasioni ufficiali, e il primato l’hanno perso ugualmente scegliendo poi di dare in pasto la loro crisi coniugale ai quotidiani. E altre invece che sono state accanto al loro uomo, ma ugualmente non l’hanno avuto tutto per sé, però nel momento della disfatta queste donne reagiscono, alzano la testa, consapevoli che non sono loro ad avere sbagliato, pensano che un grande amore non possa naufragare nemmeno per un errore reiterato, che si è rimasti uniti nella buona e che si deve tentare di farlo anche nella cattiva sorte. Delle donne forti, si dice - con le palle – perché erroneamente si pensa siano quegli gli attributi della forza, ma se così fosse il Padre Eterno, i figli li avrebbe fatti mettere al mondo agli uomini, no? Invece gli "attributi" delle donne si chiamano forza, coraggio, saper guardare e capire cosa conta, sono loro a tenere in piedi la baracca quando il virile maschio cade dal piedistallo e torna a cercare sicurezza e conforto tra quelle braccia che aveva trascurato. La moglie di Marrazzo poteva gettarlo dalle scale, o prenderlo a piatti in testa e forse l’avrà anche fatto, ma ha poi rialzato la testa, guardato la figlia e dichiarato: "io so che amo Piero, che abbiamo una figlia assieme, che il mondo c'è crollato addosso. Ma so anche che in qualche modo, tutti assieme, ne verremo fuori". Chapeau. Vien da dire che l’Italia ha bisogno di donne così e non di uomini sessualmente allegri o dai gusti incerti. - Buggio Nerella - culturacattolica -