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LA PARTITA DELLA CROCE MAI FU TRUCCATA COSI`BENE


Grazie a Dio il Crocifisso torna a fare scandalo. Forse lo stavamo dimenticando. Ma ora il furore di pochi giudici fanatici e dogmatici ci regala la grande occasione per recuperare il senso di qualcosa che non è un arredo da parete. Intanto parliamo di Crocifisso, non solo di croce. Non è solo un simbolo geometrico, c’è una persona appesa sopra, appesa e uccisa. Una persona storica che è anche Dio, morto per noi. Morto, torturato, abbandonato, umiliato, persino deriso. Non certo accolto trionfalmente e osannato come leader fascinoso. Dio ucciso per la nostra salvezza, se questo non è uno scandalo! Se non è un’assurdità! La croce non è un simbolo geometrico alla moda, qualcosa che può lasciare indifferenti, un gioiello da collo o una decorazione da muro. È un simbolo di identità, un segno di appartenenza, ma a una persona, a un creatore, a un salvatore, a una scelta di vita radicale, non solamente e banalmente a una cultura in cui siamo nati e ciononostante conosciamo poco e di cui prendiamo di volta in volta solo ciò che ci fa comodo. A poco serve quel crocifisso appeso a un chiodo se deve fare la stessa fine degli scarpini dei giocatori in pensione. Quella croce è viva se è incisa nei nostri cuori, se brucia nella vita di ogni giorno, se scuote la società. Forse da troppo tempo ci eravamo assuefatti a quell’oggetto che abbiamo lasciato ricoprire di un velo di polvere. I giudici di Strasburgo e qualche accanito laicista lo hanno spolverato, e forse lo hanno liberato, facendocelo di nuovo vedere così come è, con le sue ferite sanguinanti, con le sue piaghe aperte. Solo mettendo le nostre mani in quelle lacerazioni potremo accorgerci che dopo la croce e tutte le sue sofferenze c’è l’immensa luce della Risurrezione, c’è la gioia del perdono, c’è la vittoria finale anche su questa storia che tutti i giorni sembra andare in direzione opposta a Dio abbracciando il male e l’indifferenza. Ma l’esito finale della partita sarà diverso: con quella croce il Bene ha già pagato il prezzo per vincere sul male. Può sembrare che tutto vada storto, ma alla fine il risultato sarà uno solo. Grazie quindi ai giudici europei per quella loro sentenza, scellerata e da contrastare, ma che può aiutare a svegliare le coscienze. Coscienze che se sveglie non devono però ritirarsi nell’intimismo, ma devono appiccare il fuoco a tutta la società: Gesù parlava nel tempio, Pietro dopo la Pentecoste si esprimeva con la folla in tutte le lingue, Paolo predicava nell’aeropago. Per questo la fede ha anche una valenza sociale. E per questo bisogna rigettare e contrastare la campagna laicista che vuole rinchiudere in un angolo i fedeli. Che vuole togliere i crocifissi dalle scuole, che vuole cancellare le radici cristiane, che vuole eliminare gli elementi fondanti della religione e quindi dell’umanità stessa. È un relativismo da combattere perché distrugge le identità, suicida l’Europa, azzera i valori e di conseguenza mette a rischio la convivenza civile. Inoltre minaccia le anime. Ci aspetta una vera Crociata (visto il tema…), ma deve partire da quel Crocifisso inciso nel cuore e vivo nella società, non da quell’altro tranquillizzante e polveroso. - Osvaldo Baldacci - piuvoce.net -