Il Vaticano deciderà "caso per caso" sull'accoglienza dei diaconi anglicani sposati che vogliono divenire preti cattolici: è la norma della Costituzione apostolica per l'ingresso dei tradizionlisti anglicani nella Chiesa cattolica, annunciata il 20 ottobre e pubblicata nelle scorse ore dalla Santa Sede. Porta chiusa, invece, per "i chierici anglicani che si trovano in situazioni matrimoniali irregolari". Nel sesto paragrafo del documento papale - preannunciato alcuni giorni fa con una nota del Cardinale William Levada che intendeva smentire le anticipazioni della stampa - si afferma che il futuro Ordinario, "in piena osservanza della disciplina sul celibato clericale nella Chiesa Latina, pro regula ammetterà all`ordine del presbiterato solo uomini celibi. Potrà rivolgere petizione al Romano Pontefice, in deroga al can. 277, paragrafo 1, di ammettere caso per caso all`Ordine Sacro del presbiterato anche uomini coniugati, secondo i criteri oggettivi approvati dalla Santa Sede". Nelle norme complementari si specifica che "in considerazione della tradizione ed esperienza ecclesiale anglicana, l`Ordinario può presentare al Santo Padre la richiesta di ammissione di uomini sposati all`ordinazione presbiterale nell`Ordinariato, dopo un processo di discernimento basato su criteri oggettivi e le necessità dell`Ordinariato. Tali criteri oggettivi sono determinati dall`Ordinario, dopo aver consultato la Conferenza Episcopale locale, e debbono essere approvati dalla Santa Sede". Inoltre, "coloro che erano stati ordinati nella Chiesa Cattolica e in seguito hanno aderito alla Comunione Anglicana, non possono essere ammessi all`esercizio del ministero sacro nell`Ordinariato. I chierici anglicani che si trovano in situazioni matrimoniali irregolari - si specifica, quindi - non possono essere ammessi agli Ordini Sacri nell`Ordinariato". "La possibilità prevista dalla Costituzione Apostolica della presenza di alcuni chierici sposati negli Ordinariati Personali - precisa una nota vaticana allegata alla Costiuzione apostolica - non significa in alcun modo un cambiamento nella disciplina della Chiesa per quanto riguarda il celibato sacerdotale. Esso, come dice il Concilio Vaticano II, è segno e allo stesso tempo stimolo della carità pastorale e annuncia in modo radioso il regno di Dio (Cf. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1579)". La Costituzione Apostolica 'Anglicanorum coetibus' "introduce una struttura canonica che provvede ad una tale riunione corporativa tramite l`istituzione di Ordinariati Personali, che permetteranno ai suddetti gruppi di entrare nella piena comunione con la Chiesa Cattolica, conservando nel contempo elementi dello specifico patrimonio spirituale e liturgico anglicano. Contemporaneamente - prosegue una nota della sala stampa della Santa Sede -, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha emanato Norme Complementari, che serviranno alla retta attuazione del provvedimento". Il documento papale, che porta la data del 4 novembre, "apre una nuova strada per la promozione dell`unità dei cristiani, riconoscendo nel contempo la legittima diversità nell`espressione della nostra fede comune", precisa il comunicato. "Non si tratta di un`iniziativa che abbia avuto origine nella Santa Sede, ma di una risposta generosa da parte del Santo Padre alla legittima aspirazione di tali gruppi anglicani. L`istituzione di questa nuova struttura si colloca in piena armonia con l`impegno per il dialogo ecumenico, che - puntualizza il Vaticano - continua ad essere una priorità per la Chiesa Cattolica". Non ci saranno solo preti sposati, ma anche 'ordinari' sposati, tra gli anglicani tradizionali che si convertiranno alla Chiesa cattolica, precisano ancora le norme complementari alla Costituzione apostolica pubblicata che vieta ai preti cattolici, tra l’altro, di fare 'avanti e indietro' tra la Chiesa cattolica e quella anglicana per 'bypassare' la norma del celibato sacerdotale. "Un Vescovo già anglicano e coniugato - afferma il paragrafo 1 della undicesima norma complementare - è eleggibile per essere nominato Ordinario. In tal caso - si sottolinea - è ordinato presbitero nella Chiesa cattolica (non vescovo, dunque, ndr) ed esercita nell`Ordinariato il ministero pastorale e sacramentale con piena autorità giurisdizionale". "Coloro che erano stati ordinati nella Chiesa Cattolica e in seguito hanno aderito alla Comunione Anglicana - si evidenzia poi all'articolo 6, comma 2 - non possono essere ammessi all`esercizio del ministero sacro nell`Ordinariato. I chierici anglicani che si trovano in situazioni matrimoniali irregolari non possono essere ammessi agli Ordini Sacri nell`Ordinariato". Non entrerà nella Chiesa cattolica, dunque, il primate della Traditional Anglican Communion, l'arcivescovo John Hepworth, ex prete cattolico. Le norme complementari determinano, all'articolo 10, comma 4, che "l`Ordinario può accettare come seminaristi solo i fedeli che fanno parte di una parrocchia personale dell`Ordinariato o coloro che provengono dall`Anglicanesimo e hanno ristabilito la piena comunione con la Chiesa Cattolica". Gli anglicani tradizionalisti verranno pienamente integrati nella Chiesa cattolica: lo precisa, intanto, padre Gianfranco Ghirlanda, Rettore della Pontificia università Gregoriana, in una annotazione di esplicazione distribuita dalla sala stampa vaticana. "Dalla lettura della Costituzione Apostolica e delle Norme Complementari emanate dalla Sede Apostolica - spiega il religioso - si percepisce chiaramente l`intento, con la previsione di erezione di Ordinariati Personali, di comporre due esigenze: da una parte quella di 'mantenere vive all`interno della Chiesa Cattolica le tradizioni spirituali, liturgiche e pastorali della Comunione Anglicana, quale dono prezioso per alimentare la fede dei suoi membri e ricchezza da condividere'; dall`altra - osserva Ghirlanda -, quella di una piena integrazione di gruppi di fedeli o di singoli, già appartenenti all`Anglicanesimo, nella vita della Chiesa Cattolica". La Costituzione Apostolica "Anglicanorum coetibus" "non è minimamente in contraddizione con l'impegno ecumenico della Chiesa Cattolica, che continua esattamente come prima", ha dichiarato ai giornalisti, dal canto suo, il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. Commentando il documento, il gesuita ha anche constatato che vi e' in esso "uno sforzo di composizione degli elementi caratteristici dell'Anglicanesimo con una piena integrazione nella Chiesa Cattolica". Il provvedimento, ha proseguito, "non dà vita a un nuovo Rito nella Chiesa Cattolica, come lo sono quello greco-cattolico e maronita, ma a una 'variazione' del rito latino, come è, ad esempio, il rito ambrosiano, che non è una Chiesa distinta". Infatti, "l'Ordinariato personale - ha concluso Lombardi - è inserito nella Conferenza Episcopale, anche se ha libri liturgici propri, un Consiglio di governo e norme sue sul celibato". - Petrus
PUBBLICATA LA COSTITUZIONE APOSTOLICA PER L'INGRESSO DEGLI ANGLICANI NELLA CHIESA. NESSUNA POSSIBILITA' PER PRETII DIVORZIATI
Il Vaticano deciderà "caso per caso" sull'accoglienza dei diaconi anglicani sposati che vogliono divenire preti cattolici: è la norma della Costituzione apostolica per l'ingresso dei tradizionlisti anglicani nella Chiesa cattolica, annunciata il 20 ottobre e pubblicata nelle scorse ore dalla Santa Sede. Porta chiusa, invece, per "i chierici anglicani che si trovano in situazioni matrimoniali irregolari". Nel sesto paragrafo del documento papale - preannunciato alcuni giorni fa con una nota del Cardinale William Levada che intendeva smentire le anticipazioni della stampa - si afferma che il futuro Ordinario, "in piena osservanza della disciplina sul celibato clericale nella Chiesa Latina, pro regula ammetterà all`ordine del presbiterato solo uomini celibi. Potrà rivolgere petizione al Romano Pontefice, in deroga al can. 277, paragrafo 1, di ammettere caso per caso all`Ordine Sacro del presbiterato anche uomini coniugati, secondo i criteri oggettivi approvati dalla Santa Sede". Nelle norme complementari si specifica che "in considerazione della tradizione ed esperienza ecclesiale anglicana, l`Ordinario può presentare al Santo Padre la richiesta di ammissione di uomini sposati all`ordinazione presbiterale nell`Ordinariato, dopo un processo di discernimento basato su criteri oggettivi e le necessità dell`Ordinariato. Tali criteri oggettivi sono determinati dall`Ordinario, dopo aver consultato la Conferenza Episcopale locale, e debbono essere approvati dalla Santa Sede". Inoltre, "coloro che erano stati ordinati nella Chiesa Cattolica e in seguito hanno aderito alla Comunione Anglicana, non possono essere ammessi all`esercizio del ministero sacro nell`Ordinariato. I chierici anglicani che si trovano in situazioni matrimoniali irregolari - si specifica, quindi - non possono essere ammessi agli Ordini Sacri nell`Ordinariato". "La possibilità prevista dalla Costituzione Apostolica della presenza di alcuni chierici sposati negli Ordinariati Personali - precisa una nota vaticana allegata alla Costiuzione apostolica - non significa in alcun modo un cambiamento nella disciplina della Chiesa per quanto riguarda il celibato sacerdotale. Esso, come dice il Concilio Vaticano II, è segno e allo stesso tempo stimolo della carità pastorale e annuncia in modo radioso il regno di Dio (Cf. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1579)". La Costituzione Apostolica 'Anglicanorum coetibus' "introduce una struttura canonica che provvede ad una tale riunione corporativa tramite l`istituzione di Ordinariati Personali, che permetteranno ai suddetti gruppi di entrare nella piena comunione con la Chiesa Cattolica, conservando nel contempo elementi dello specifico patrimonio spirituale e liturgico anglicano. Contemporaneamente - prosegue una nota della sala stampa della Santa Sede -, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha emanato Norme Complementari, che serviranno alla retta attuazione del provvedimento". Il documento papale, che porta la data del 4 novembre, "apre una nuova strada per la promozione dell`unità dei cristiani, riconoscendo nel contempo la legittima diversità nell`espressione della nostra fede comune", precisa il comunicato. "Non si tratta di un`iniziativa che abbia avuto origine nella Santa Sede, ma di una risposta generosa da parte del Santo Padre alla legittima aspirazione di tali gruppi anglicani. L`istituzione di questa nuova struttura si colloca in piena armonia con l`impegno per il dialogo ecumenico, che - puntualizza il Vaticano - continua ad essere una priorità per la Chiesa Cattolica". Non ci saranno solo preti sposati, ma anche 'ordinari' sposati, tra gli anglicani tradizionali che si convertiranno alla Chiesa cattolica, precisano ancora le norme complementari alla Costituzione apostolica pubblicata che vieta ai preti cattolici, tra l’altro, di fare 'avanti e indietro' tra la Chiesa cattolica e quella anglicana per 'bypassare' la norma del celibato sacerdotale. "Un Vescovo già anglicano e coniugato - afferma il paragrafo 1 della undicesima norma complementare - è eleggibile per essere nominato Ordinario. In tal caso - si sottolinea - è ordinato presbitero nella Chiesa cattolica (non vescovo, dunque, ndr) ed esercita nell`Ordinariato il ministero pastorale e sacramentale con piena autorità giurisdizionale". "Coloro che erano stati ordinati nella Chiesa Cattolica e in seguito hanno aderito alla Comunione Anglicana - si evidenzia poi all'articolo 6, comma 2 - non possono essere ammessi all`esercizio del ministero sacro nell`Ordinariato. I chierici anglicani che si trovano in situazioni matrimoniali irregolari non possono essere ammessi agli Ordini Sacri nell`Ordinariato". Non entrerà nella Chiesa cattolica, dunque, il primate della Traditional Anglican Communion, l'arcivescovo John Hepworth, ex prete cattolico. Le norme complementari determinano, all'articolo 10, comma 4, che "l`Ordinario può accettare come seminaristi solo i fedeli che fanno parte di una parrocchia personale dell`Ordinariato o coloro che provengono dall`Anglicanesimo e hanno ristabilito la piena comunione con la Chiesa Cattolica". Gli anglicani tradizionalisti verranno pienamente integrati nella Chiesa cattolica: lo precisa, intanto, padre Gianfranco Ghirlanda, Rettore della Pontificia università Gregoriana, in una annotazione di esplicazione distribuita dalla sala stampa vaticana. "Dalla lettura della Costituzione Apostolica e delle Norme Complementari emanate dalla Sede Apostolica - spiega il religioso - si percepisce chiaramente l`intento, con la previsione di erezione di Ordinariati Personali, di comporre due esigenze: da una parte quella di 'mantenere vive all`interno della Chiesa Cattolica le tradizioni spirituali, liturgiche e pastorali della Comunione Anglicana, quale dono prezioso per alimentare la fede dei suoi membri e ricchezza da condividere'; dall`altra - osserva Ghirlanda -, quella di una piena integrazione di gruppi di fedeli o di singoli, già appartenenti all`Anglicanesimo, nella vita della Chiesa Cattolica". La Costituzione Apostolica "Anglicanorum coetibus" "non è minimamente in contraddizione con l'impegno ecumenico della Chiesa Cattolica, che continua esattamente come prima", ha dichiarato ai giornalisti, dal canto suo, il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. Commentando il documento, il gesuita ha anche constatato che vi e' in esso "uno sforzo di composizione degli elementi caratteristici dell'Anglicanesimo con una piena integrazione nella Chiesa Cattolica". Il provvedimento, ha proseguito, "non dà vita a un nuovo Rito nella Chiesa Cattolica, come lo sono quello greco-cattolico e maronita, ma a una 'variazione' del rito latino, come è, ad esempio, il rito ambrosiano, che non è una Chiesa distinta". Infatti, "l'Ordinariato personale - ha concluso Lombardi - è inserito nella Conferenza Episcopale, anche se ha libri liturgici propri, un Consiglio di governo e norme sue sul celibato". - Petrus