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SPAGNA: I SOCIALISTI DI ZAPATERO DICHIARANO GUERRA AL CROCEFISSO


Il deputato dell’Esquerra Republicana de Catalunya (il partito della sinistra repubblicana di Catalogna) Joan Tarda non riesce a crederci. Mercoledì sera si stava dando i pizzicotti. E raccontava con gioia a un collega del Congresso che imprevedibilmente il gruppo socialista aveva deciso di appoggiare la sua proposta di legge per chiedere al Governo di applicare in Spagna la sentenza del Tribunale di Strasburgo contro i crocefissi. Non era previsto che i socialisti votassero con l’Esquerra. Hanno negoziato, hanno "limato" qualcosa nel testo e lo hanno portato avanti. La proposta dice chiaramente che i crocefissi vanno tolti da tutti i "centri scolastici". Tarda era soddisfatto di questa stesura finale perché includerebbe anche le scuole paritarie nella guerra contro i simboli cristiani. La proposta è stata votata in Commissione educazione con 20 voti a favore e 16 contrari. Il Governo è stato molto cauto a proposito della sentenza di Strasburgo e, di fatto, il ministro dell’Educazione, Ángel Gabilondo, si era pronunciato in sfavore di un nuovo conflitto e a favore della libertà di scelta in merito delle scuole. Che senso ha che il Governo apra un nuovo fronte? Alcuni deputati che mercoledì hanno votato contro la proposta, sottolineano che essa è più di un gesto simbolico. Può implicare un appoggio alla riforma della legge sulla libertà religiosa perché darebbe una sponda alla richiesta di togliere i simboli religiosi dai luoghi pubblici. La posizione di José Bono, presidente della Camera, dopo che la Conferenza episcopale aveva ricordato che i politici cattolici che hanno votato a favore dell’aborto non possono comunicarsi, è un chiaro indizio del fatto che i socialisti vogliono iniziare una nuova guerra di religione. Zapatero, che ha perso consenso nei sondaggi, è convinto del fatto che questo conflitto gli gioverebbe. Per i cristiani può essere una nuova occasione per testimoniare che il Crocifisso non è solamente il simbolo di una cultura, delle radici di una tradizione o il ricordo della laicità dello Stato. Infatti non è l’immagine di un morto, ma di una Presenza viva che, attraversando 2.000 anni di storia, è capace di rispondere al desiderio dell’uomo. La guerra che sta incominciando è un’occasione per testimoniare che Colui che pende da quel legno non è un pensiero o un’ispirazione ma Qualcuno di reale. - ilsussidiario -