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MI HANNO COINVOLTA IN RITI SATANICI. POI SONO STATA DROGATA E VIOLENTATA


L’hanno stordita con la droga e convinta a fare da "nutrice", ovvero da offerta votiva nei riti satanici. E, con il pretesto di essere il tramite tra la terra e gli inferi, hanno ripetutamente abusato di lei. E’ questo il tema di un’indagine aperta dalla Procura della Repubblica di Roma sulla scorta di una serie di episodi legati a una setta satanica che ha operato tra Bari e Ostia. Poiché la magistratura pugliese aveva già aperto un fascicolo su episodi in cui compaiono almeno un paio di protagonisti della vicenda, l’inchiesta è stata accorpata. Ad occuparsene è il sostituto procuratore Giuseppe Scelsi, lo stesso che indagò sulla scomparsa dei fratellini Ciccio e Tore di Gravina e sul caso Tarantini-D’Addario. Vittima della brutta storia è Roberta, nome di fantasia di una ragazza barese che oggi ha 28 anni e, dopo il trauma dei fatti che ha denunciato, vive in una casa-famiglia per donne abusate di Roma. I fatti sui quali si indaga sono avvenuti a cavallo tra il 2004 e l’anno successivo. A quell’epoca Roberta aveva 23 anni e si era trasferita a Ostia per sfuggire ai suoi aguzzini, leader di una setta satanica che l’avevano coinvolta nella sua città. A Bari la ragazza si era avvicinata alla singolare associazione tramite conoscenti e, dopo un’iniziale curiosità, ne era rimasta invischiata. I capi del movimento l’avevano eletta a "nutrice" ovvero a colei che doveva accogliere dentro di sé i nuovi adepti e fare da tramite con gli inferi. Subito dopo essersi allontanata da Bari ed essersi rivolta a Padre Amorth, il noto presbitero esorcista, Roberta si era spostata al Lido di Roma dov’era riuscita a trovare un lavoro come cameriera in un ristorante. Qui, però, è stata rintracciata da due degli associati della setta barese che hanno convinto e blandito la ragazza a prestarsi per messe nere sul litorale. Nel frattempo la Procura della Repubblica di Bari aveva avviato un’indagine sulla setta, frequentata da giovani-bene della città e dedita all’uso di stupefacenti. «Mi hanno drogata ricorderà più tardi Roberta nella sua deposizione resa ai magistrati alla presenza del suo legale, l’avvocato Luciano Randazzo Ricordo che per almeno tre volte sono stata abusata da sei-sette uomini; due volte sicuramente nella pineta di Castelfusano e una sulle dune del mare, o a Castelporziano o a Capocotta». Le indagini degli organi investigativi cercano di dare un’identità ai violentatori: commercianti del luogo, in età compresa tra i 45 e i 55 anni. - Il messaggero-