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QUANDO LA CENSURA E' PURO AMORE. INTERNET, LA PORTA DELL'ABISSO


"E scopriamo che l’habitat che ci creiamo noi stessi ha le sue cicatrici; ferite che stanno ad indicare che qualcosa non è a posto. Anche qui nelle nostre vite personali e nelle nostre comunità possiamo incontrare un veleno che minaccia di corrodere ciò che è buono, riplasmare ciò che siamo e distorcere lo scopo per il quale siamo stati creati. L’abuso di alcool e di droghe, l’esaltazione della violenza e il degrado sessuale, presentati spesso dalla televisione e da internet come divertimento. Mi domando come potrebbe uno che fosse posto faccia a faccia con persone che soffrono realmente violenza e sfruttamento sessuale spiegare che queste tragedie, riprodotte in forma virtuale, sono da considerare semplicemente come "divertimento". Vi è anche qualcosa di sinistro che sgorga dal fatto che libertà e tolleranza sono così spesso separate dalla verità. Questo è alimentato dall’idea, oggi ampiamente diffusa, che non vi sia una verità assoluta a guidare le nostre vite. Il relativismo, dando valore in pratica indiscriminatamente a tutto, ha reso l’"esperienza" importante più di tutto. In realtà, le esperienze, staccate da ogni considerazione di ciò che è buono o vero, possono condurre non ad una genuina libertà, bensì ad una confusione morale o intellettuale, ad un indebolimento dei principi, alla perdita dell’autostima e persino alla disperazione. La vita non è un semplice succedersi di fatti e di esperienze, per quanto utili molti di tali eventi possano essere". È una ricerca del vero, del bene e del bello. Proprio per tale fine compiamo le nostre scelte, esercitiamo la nostra libertà e in questo, cioè nella verità, nel bene e nel bello, troviamo felicità e gioia. Non lasciatevi ingannare da quanti vedono in voi semplicemente dei consumatori in un mercato di possibilità indifferenziate, dove la scelta in se stessa diviene il bene, la novità si contrabbanda come bellezza, l’esperienza soggettiva soppianta la verità. Cristo offre di più! Anzi, offre tutto! Solo lui, che è la Verità, può essere la Via e pertanto anche la Vita. Così la "via" che gli Apostoli recarono sino ai confini della terra è la vita in Cristo. È la vita della Chiesa. E l’ingresso in questa vita, nella via cristiana, è il Battesimo. Nel giorno del Battesimo Dio vi ha introdotto nella sua santità (cfr 2 Pt 1,4). Siete stati adottati quali figli e figlie del Padre e siete stati incorporati in Cristo. Siete divenuti abitazione del suo Spirito (cfr 1 Cor 6,19). Il Battesimo non è un compimento né una ricompensa: è una grazia, è opera di Dio. Perciò, verso la fine del rito del Battesimo, il sacerdote si è rivolto ai vostri genitori e ai partecipanti, e chiamandovi per nome ha detto: "Sei diventato nuova creatura" (Rito del Battesimo, 99)". Benedetto XVI, Discorso ai giovani, sul molo di Barangaroo, Sydney, 12 luglio 2008No alla censura. Un grido s'alza fiero a destra, a sinistra, al centro. Globalizzazione del diritto di espressione e altre amenità del genere post-sessantottino. Colpisce l'attenzione spasmodica per la rete registrata in queste ore. Eppure qualcosa non quadra. Internet sembra esser diventato un totem di libertà, inattaccabile. E' la rivoluzione moderna che ha dilaniato frontiere e ha fatto del mondo un fazzoletto, ci si dice. Vero, ma si dimentica troppo in fretta che, comunque, di realtà virtuale si tratta. E che non vì è distinzione, il Web abbatte ogni frontiera, comprese quelle del lecito e dell'illecito. Ne parlava ieri il Papa, circa la legge naturale e la sua figlia più nobile, l'equità che resiste alla "tirannia del principe" e difende la vita, il matrimonio, la giustizia. Ma già scriveva Blaise Pascal: "È vero che ci sono leggi naturali, ma la ragione corrotta ha tutto corrotto". Se crollano le frontiere dell'equità, della sacralità della vita e della persona umana, allora le conseguenze sono tragiche. Su adulti, ragazzi e bambini. Perchè non si può parlare di regole? Perchè si sbatte subito in faccia la parola censura a tagliar corto ogni discussione? Il caso del ferimento di Berlusconi è solo un piccolo squarcio a mostrare quel che si deposita nella rete. Si inscenano proteste e indignazioni per la mercificazione del corpo della donna e si tace della pornografia a portata di mouse che avvelena occhi, mente e cuore di milioni di persone. E di ragazzi. E di bambini. Nessuno che prenda di peso questa situazione tragica. Chiunque, in questo istante, può accendersi il computer, e con due clic entrare nel letame avvelenato della pornografia più estrema. Sono detestabili e pericolosi gli incitamenti all'odio e alla morte dei politici come di qualunque persona. Ma di questa finestra costantemente aperta sulla pornografia, capace di azzerare la purezza e di graffiare l'anima con conseguenze irreparabili, di questo non se ne parla. Facebook e i social network che fanno delle persone dei pupazzi cangianti abito ad ogni occasione sono già un macigno sul cuore. La loro subdola perversione è invasiva, stordisce le personalità, cancella la capacità di relazione, trasforma in ipocriti permanenti i frequentatori. E poco importa che prelati alti e bassi abbiano un aperto un loro profilo. Pensiamo ai giovani indifesi che vivono appesi alla propria pagina, al blog, alla catena di amici, all'espressione della faccetta che risponderà alla propria foto o al proprio soliloquio, come pesci muti impigliati nelle maglie di una rete che stringe sino a soffocare. Ma soprattutto pensiamo ai giovani, ai bambini mandati al macello della pornografia gratuita. Che ne sarà di loro, dei loro sentimenti, dei loro amori, delle loro famiglie, dei loro figli? Che ne sarà se la fonte dei loro sguardi, dei loro pensieri sarà avvelenata da immagini demoniache che uccidono, accidenti se uccidono, la gioia, la semplicità, la spontaneità. "Il degrado sessuale, presentato spesso dalla televisione e da internet come divertimento. Mi domando come potrebbe uno che fosse posto faccia a faccia con persone che soffrono realmente violenza e sfruttamento sessuale spiegare che queste tragedie, riprodotte in forma virtuale, sono da considerare semplicemente come "divertimento"" (Benedetto XVI, Discorso ai giovani, sul molo di Barangaroo, Sydney, 12 luglio 2008). Censura? Sarebbe ancora poco. Sarebbero da polverizzare siti e industrie che vi sono dietro, commercio assassino di anime e corpi. Ma nessuno dirà mai una parola, l'indignazione un tanto al chilo è riservata all'istante modaiolo. E non è indignazione, è anch'essa un ibrido virtuale. Statene certi, nessuna regola vera arriverà mai, nessuna censura, e la morte continuerà ad essere a disposizione di tutti. Come le sigarette che impacchettano tatuate di teschi e di avvisi da raggelare. Ti vendono la morte, ma ti avvertono che potresti morire. Come i siti pornografici che ti invitano a non entrare se non sei maggiorenne. E con questo ecco pronto il disclaimer, declinata ogni responsabilità, della tua reale sorte non importa a nessuno. Importano i denari, come i trenta che costò la vita dell'Autore della Vita. Il Papa, con le parole che pronunciò a Sydney, ci indica il cammino per difenderci, anzi, molto di più, per vivere pienamente nella "ricerca del vero, del bene e del bello". E così compiere "le nostre scelte", esercitando "la nostra libertà e in questo, cioè nella verità, nel bene e nel bello", trovare "felicità e gioia". Ed il cammino, ci disse il Papa, non può che essere battesimale, alle radici della nostra elezione, della Vita vera. "Cristo offre di più! Anzi, offre tutto! Solo lui, che è la Verità, può essere la Via e pertanto anche la Vita. Così la "via" che gli Apostoli recarono sino ai confini della terra è la vita in Cristo. È la vita della Chiesa. E l’ingresso in questa vita, nella via cristiana, è il Battesimo". Il Battesimo al centro del combattimento, la Grazia da gestare in noi attraverso la Chiesa, in un cammino serio di conversione che conduca alla fede adulta. Essa è la fonte della nostra gioia, e quella dei nostri figli.Infatti "Nel giorno del Battesimo Dio vi ha introdotto nella sua santità (cfr 2 Pt 1,4). Siete stati adottati quali figli e figlie del Padre e siete stati incorporati in Cristo. Siete divenuti abitazione del suo Spirito (cfr 1 Cor 6,19). Il Battesimo non è un compimento né una ricompensa: è una grazia, è opera di Dio". Per questo è necessario un luogo dove questa Grazia possa crescere e dar frutto, e con esso vita e gioia vera. Non possiamo abbandonare i nostri figli dinnanzi ad uno schermo gravido di veleno. Non possiamo farlo neanche noi adulti. Occorre aggrapparci a Cristo, camminare con Lui nella Chiesa, e non aver paura. Difendere la santità donataci è l'unica possibilità di vita che ci è data. Altrimenti è morte certa. Non ci resta che attrezzarci, che autocensurarci, e lottare, combattere la buona battaglia della fede. E chiedere aiuto alla moglie, al marito, ai genitori, alla Chiesa, alla comunità di fratelli che cammina con noi. Essere fedeli all'ascolto dela parola e assidui ai sacramenti. E chiedere al Signore lo zelo per la Sua casa, perchè non diventi una spelonca di ladri. Occorre rovesciare i tavoli dei cambiavalute, pulire e ripulire,senza paura. E vietare, sì vietare anche se sembra che ormai ovunque sia vietato vietare. Proibire per amore, strappare dalla rete avvelenata, a volte con santa violenza. Difendere i nostri figli dal drago che irrompe, silenzioso, tra le nostre mura. Accettando guerre in famiglia, ribellioni e bombe atomiche. E aiutare a usare internet con sapienza, perdendo le ore accanto alle persone amate. Basta un istante, un minuto e la frittata è fatta. E questo è amore vero, serio e adulto che impone, a volte, censure senza sconti, lucchetti e sentinelle armate alle porte dell'abisso. - Antonello Iapicca Pbro - I Segni dei Tempi -