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MADRID PRESEPE D'EUROPA: MA PER LA STAMPA NON E' SUCCESSO NIENTE


Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa, Il Giornale. Segnatevi queste testate, e poi l'Ansa e tutto il resto dei media. Nulla. E' passata ormai questa domenica 27 dicembre 2009 e, aprendone i siti web, scopriamo che per questi giornali non è successo assolutamente nulla. Più di un milione di persone, centinaia di migliaia di bambini, famiglie d'ogni angolo d'Europa nel gelo di Madrid. Nulla. Esattamente come duemila anni fa a Betlemme. Il mondo non ha occhi, anzi non vuole averli, e li chiude. Bene, è esattamente quello che ci aspettavamo. E' il fallimento mediatico il segno incontrovertibile del successo dell'evento. Perchè le cose di Dio sono così. Non destano interesse mediatico, non cercano palcoscenici mondani. Non sono il fumo che avvolge i giorni perduti. Le cose di Dio sono. Come Egli è Colui che è, e basta. Ed è esattamente il suo essere vero, reale, nel tempo ma al di là dei tempi, il suo essere oltre la morte che erode ogni vanità, la sua presenza viva che sostiene l'universo e la vita di ciascun uomo. La famiglia cristiana apparsa viva, serena e felice a Madrid è cosa di Dio, opera sua. La famiglia cristiana esiste, è, e questo basta. La Chiesa risvegliata da quest'impeto di gioia è lì, in cima al monte, sul candelabro, e illumina la notte del mondo. Ed è scritto che il mondo preferisca le tenebre, rifiuti l'evidenza dell'amore di Dio, sfugga alla verità, seguendo il principe che lo governa, il padre della menzogna. Gesù lo aveva profetizzato, e per questo, paradossalmente, proprio l'umano fallimento di un evento eccezionale silenziato ad arte, ne decreta il successo. Perchè il successo di Dio passa per il fallimento umano. Così Dio illumina le tenebre, come duemila anni fa nella notte di Betlemme, e come poi, dopo trent'anni in un sepolcro di Gerusalemme, ha squarciato di luce il nero della morte. Il successo di Dio infatti è smascherare e annientare la menzogna annunciando la verità. E' il male a far risplendere il bene. E' l'abbondanza del peccato a far sovrabbondare la Grazia. E' folle, ma è così che Dio ama, lasciandosi come attirare dalle voragini del male e della mezogna per deporvici il seme dirompente della verità e della vita. Gli organizzatori lo avevano ripetuto: non è una manifestazione contro, è una pura testimonianza, innnanzi tutto per la Chiesa e poi per l'Europa che sta abbandonando la fonte della della vita e uccidendo la famiglia. Così è stato. Dio non misura la bontà di un'opera cercando sui tabelloni gli scores vincenti. Dio ama, e Madrid oggi grondava amore. Eccole allora le famiglie che Dio ha donato alla Chiesa e al mondo. Eccole a costruire le cattedrali del Terzo Millennio, allineando, non già mattoni di pietra come fecero i poveri nel medioevo, ma le pietre vive, i figli della Grazia, i frutti dell'Humanae Vitae compiuta in obbedienza alla Chiesa. Eccole le famiglie unite, e sane, e feconde secondo la volontà d'amore di Dio. Eccole a risplendere nell'oscurità di quest'Europa. Eccole a Madrid, ritornare oggi esattamente dove quarantacinque anni fa ebbe inizio la loro avventura. Molti dei papà e delle mamme oggi presenti a Madrid nascevano in quegli anni sessanta, quando, nelle baracche di Palomeras Altas alla periferia della stessa Capitale spagnola, Kiko Argüello, un giovane pittore, e Carmen Hernandez, una ragazza colma di zelo missionario, afferrati dallo Spirito Santo, davano inizio, tra gli zingari, al Cammino Neocatecumenale. Nulla immaginavano questi due ragazzi di quello che sarebbe accaduto. Ma sapeva tutto Dio. Infatti, mentre a Roma lo Spirito soffiava sul Concilio Ecumenico Vaticano II, e mentre Paolo VI, solo e e assediato, firmava l'Humanae Vitae, l'Enciclica più profetica, Dio stesso, tra quelle baracche di Madrid, si stava preparando un resto fedele, il popolo nel quale, assieme a tanti altri fermenti e movimenti donati alla Chiesa, avrebbe poi compiuto quanto andava ispirando alla sua Chiesa. L'annuncio del Kerygma, la Buona notizia della vittoria sulla morte di Gesù Cristo, si incarnava nelle vite disastrate di quegli zingari e i fermenti del rinnovamento liturgico si realizzavano nelle celebrazioni vive e vivificanti di una comunità cristiana che andava apparendo tra quelle baracche. Ma nulla lasciava presagire il terremoto di bene che lo Spirito Santo, in quel fazzoletto di mondo, avrebbe scatenato nella Chiesa e nei cinque continenti. Come a Betlemme, come in quella tomba a Gerusalemme, come oggi a Madrid. Lì, tra i poveri più poveri, lontano dai riflettori, Dio stava gestando un cammino di conversione, un'iniziazione cristiana nella forma di catecumenato. Questa nel corso degli anni, ha raccolto milioni di poveri e piccoli in tutto il mondo, i lontani dalla Chiesa, i peccatori incalliti, i pagani e i neopagani, e quanti han sofferto famiglie distrutte, gli alcolizzati, i drogati, i perduti dentro vite senza senso. Attraverso il Cammino Neocatecumenale, la Chiesa li ha poi gestati alla fede, e Dio ne ha ricostruito le vite e le famiglie, ha riconsegnato dignità perdute, ha aperto i loro cuori e i loro corpi alla vita, ha suscitato vocazioni missionarie tra moltissime famiglie, ha donato presbiteri e religiose alla Chiesa. Soprattutto, ha mostrato la comunità cristiana capace di testimoniare, nella vita reale e quotidiana, i segni di una fede adulta, l'amore e l'unità. Tutto questo è il fondamento nascosto della manifestazione di oggi. Senza la comunità l'evento di oggi non sarebbe stato possibile. E ancora una volta, in un mistero di comunione e profezia, la paterna benedizione da Roma, da Pietro. Dagli albori, della Chiesa e del Cammino, il Carisma e l'Istituzione uniti nell'unica opera di salvezza, l'amore di Dio per ogni uomo d'ogni tempo. La promessa racchiusa nel Kerygma che ha radunato queste comunità si è infatti compiuta, e noi ne siamo stati spettatori. La vittoria di Cristo ha donato vita eterna a queste famiglie, come ha detto Kiko durante l'incontro. In questa vita più forte della morte e del peccato, i padri e le madri che abbiamo visto a Madrid han superato l'egoismo aprendosi alla vita. E sono accorsi per dire oggi alla Chiesa e al mondo: "Eccoci, io e i figli che Dio mi ha dato" (Is. 8,18). Dio è fedele alle sue promesse, questi bambini ne sono il segno più eloquente. Gioiosi, zampillanti vita e fratelli, perchè la vita e l'amore han trionfato nei loro genitori. Essi hanno sperimentato il compimento della Parola che, come sintesi teologico-kerygmatica, ha mosso e sostiene il Cammino Neocatecumenale: "Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch'egli ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita" (Eb. 2, 14-15). Il futuro dell'Europa passa per la famiglia, ed il futuro della Chiesa passa per la comunità cristiana. Solo così infatti la Chiesa è capace di gestare e partorire famiglie sante, consapevoli della propria vocazione, unite e aperte alla vita, sostenute dalla propria comunità nel combattimento quotidiano, soprattutto quello dei figli, nella scuola, nel fidanzamento, nel rapporto con gli amici. Famiglie fedeli nel trasmettere la fede alla seguente generazione. E' questo il volto reale di Dio apparso a Madrid. Così, come tanti anni fa lo furono gli iniziatori, i figli dei poveri liberati di Palomeras son tornati tra i poveri di questo popolo europeo privato di vita, gioia e dignità. Da qui, da dove è germinato il Cammino Neocatecumenale, può ripartire l'Europa, dalla famiglia cristiana curata e amata dalla Chiesa.Il silenzio attorno, l'apparente irrilevanza mondana, mediatica e politica di questo concretissimo essere di Dio in questa generazione Europea, è la notte che presagisce il miracolo più umile e fecondo, il segno dato a noi tutti. A Betlemme fu un bimbo adagiato in una mangiatoia, e Maria e Giuseppe, una famiglia riparata in una grotta a donare al mondo la Vita e l'amore che non muoiono. Oggi a Madrid, il presepe d'Europa, Dio ha rinnovato lo stesso segno offerto ai pastori: queste famiglie, e quel che vi è dietro e dentro ciascuna di esse, e i loro bambini deposti nella greppia di questa società. E' qui il segno, è qui nascosto il seme che salverà questa generazione. E' qui la Parola fatta carne che Dio ha voluto donare agli uomini di questo tempo, affinchè, come diceva il Papa nell'omelia della notte di Natale, possa essere guardata e così plasmare un cuore di carne capace di amare. Queste famiglie sono oggi la speranza visibile che Dio ci dona: "Quando vediamo Lui, il Dio che è diventato un bambino, ci si apre il cuore. Nella Notte Santa Dio viene a noi come uomo, affinché noi diventiamo veramente umani". Così Dio si è mostrato oggi all'Europa perchè l'Europa apra il cuore; così continuerà a mostrarsi, nei volti e nelle storie sante di queste famiglie, dei loro bambini, perchè ogni uomo possa ritornare ad essere umano, ovvero figlio ad immagine e somiglianza di suo Padre. Per formare famiglie umane, ad immagine della Trinità, famiglia divina dalla quale tutti siamo nati e nella quale tutti attingiamo forza, vita e gioia. - Antonello Iapicca - I SEGNI DEI TEMPI -