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BATTESIMO DEL SIGNORE


Nell’atto battesimale cui si sottopose Gesù, c’è tutto il simbolismo della dottrina del cristianesimo, che allacciandosi alla Tradizione del Vecchio Testamento, apre la strada della nuova concezione di “figli di Dio” e quindi compartecipi con Cristo della gioia del Padre, attraverso lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo giunge ad attestare in modo solenne la divinità di Gesù nel momento in cui ha compiuto, come un uomo qualsiasi, il gesto penitenziale, essendosi sottoposto al battesimo di Giovanni. Durante la sua vita terrena, Gesù non si mostrerà mai tanto grande come nell'umiltà dei gesti e delle parole. Importante lezione questa, per noi che vediamo le cose in modo tanto diverso. Seguire Cristo significa intraprendere questo cammino di umiltà, cioè di verità. Cristo, vero Dio e vero uomo, ci insegna la verità del nostro essere. Feriti dal peccato, purificati dal battesimo, noi oscilliamo fra i due estremi, entrambi attraenti, del male e della santità. E questo si vive nella quotidianeità più umile. Ad ogni passo possiamo scegliere Dio e il suo amore, o, viceversa, rifiutarlo. Seguire le orme di Gesù, significa assicurarsi un cammino che, nonostante sia stretto e sassoso, conduce alla vita eterna, alla vera beatitudine. Anche gli antichi profeti avevano ricevuto un'investitura divina in vista di una determinata opera. I cieli si aprono; e non è per lasciar cadere un fulmine: ma una colomba bianca, il simbolo prescelto dello Spirito di Dio, che scende con volo rapido. Essa si posa per sempre sul Signore. Dopo il battesimo di Giovanni vi è quello dello Spirito, e il Signore si immerge completamente nelle sue acque vive. Bisogna ancora notare che questa teofania non fa che rendere manifesto in modo più sensibile uno stato che esiste in Cristo dal primo istante della sua incarnazione. E, al fine di raggiungere tutti, una voce lascia cadere dal cielo dischiuso queste parole, che noi sentiremo ancora il giorno della Trasfigurazione: "Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto".La profezia descritta da Isaia (Ecco il nostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, con il braccio egli detiene il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e i suoi trofei lo precedono. Come un pastore eli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnelli ni sul petto e conduce pian piano le pecore madri) si è realizzata per noi nel giorno del battesimo. Dio ha fatto irruzione nella nostra storia, ha portato con sé il premio dell'adozione filiale e l'ha consegnato a noi. Siamo entrati a far parte ufficialmente di quel popolo che Dio stesso conduce con amore verso i pascoli della vita eterna. Il battesimo ha impresso in noi il carattere. Si tratta di un sigillo, di un segno indelebile che ci accompagna e ci caratterizza per sempre come figli di Dio e membri della Chiesa. Come ricorda l'apostolo Giovanni, in quel giorno Dio ci ha dato il "potere" di diventare i suoi figli; tocca a noi portare a compimento, nel corso di tutta la nostra esistenza, quello che lui ha iniziato. Compito non certamente facile. Dio ha provveduto anche ad aiutarci in questa difficoltà, facendoci dono dell'eucaristia. Anche al popolo di Israele sembrava cosa impossibile sopravvivere per quarant'anni nel deserto, ma Dio provvede con la manna. I sacramenti dell'iniziazione cristiana prevedono come primo il battesimo, seconda la cresima e come complemento l'eucaristia. Usciti dalle acque battesimali e incamminati verso la terra promessa, attraverso il deserto, Dio ci sostenta con il pane del cielo che è la carne del suo figlio Gesù. Nel Vangelo leggiamo: "Giovanni rispose a tutti dicendo: "Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco."Il cristiano non riceve semplicemente un battesimo di penitenza e purificazione, come quello amministrato da Giovanni, ma soprattutto infusione dello Spirito Santo che è fuoco e dinamismo. Il fuoco è simbolo dell'amore che il battezzato deve esercitare nei riguardi di Dio e del prossimo; il dinamismo non gli permette di adagiarsi e vivere di rendita, ma lo sollecita a lanciarsi continuamente verso un futuro immenso come è immenso il Dio che lo ha creato a sua immagine e somiglianza. Nel giorno del nostro battesimo, i genitori e i padrini a nostro nome hanno accettato il dono di Dio e si sono impegnati per noi presso di lui e la comunità ecclesiale. Ora, divenuti adulti, dobbiamo riappropriarci del nostro battesimo, non deludere la fiducia che Dio ha riposto in noi, onorare gli impegni che i padrini hanno sottoscritto a nostro nome. Nell'antichità il battesimo era conferito per triplice immersione: tre volte il soggetto era immerso completamente nell'acqua dalla quale poi riemergeva, per significare la morte, la sepoltura e la risurrezione di Cristo. Il battesimo ci ha configurati a Gesù e come lui dobbiamo prima soffrire e morire, poi con lui risorgeremo. Sarebbe pretesa senza fondamento il volere godere il dono della risurrezione, senza prima essere morti al peccato. Nemmeno Dio nella sua onnipotenza può operare l'assurdo, di risuscitare alla gloria eterna uno che non è voluto morire al peccato e ha tenuto bene vive le sue passioni malsane. - Innamorati di Maria -