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UNA DROGHERIA DI EBREI REGALO' LA COCCARDA AI FUNERALI DI PIO XII:COME RICONOSCENZA PER LE VITE EBRAICHE SALVATE


"Una drogheria di ebrei ci regalò la coccarda  nera per la bandiera dell' Azione cattolica in occasione dei funerali di Pio XII": il particolare, inedito, lo rivela il Vescovo Emerito di Saluzzo, Monsignor Diego Natale Dalla Bona. Il Prelato ricorda così l'avvenimento: " allora mi toccò guidare i giovani dell' Azione Cattolica da Pietralata a Roma per i funerali di Papa Pio XII. Quella giornata era lutto nazionale e tutti i negozi erano chiusi". Che cosa accadde?: " a metà cammino, mi resi conto che sul nostro gonfalone mancava la lista nera di lutto, la tradizionale coccarda. Mandai a cercare una merceria, ma ogni tentativo risultò vano". E allora?: " dopo varie ricerche, anche affannose, vidi una serranda mezza aperta e lessi la insegna di merceria in via Dei Cestari". Precisa il Vescovo: " timidamente bussai e mi risposero. Chiesi se avessero per caso una coccarda funebre e spiegai il motivo. La avevano. Al momento di pagare, mi fu detto: siamo ebrei, ma non ci dovete nulla". Il motivo?: " mi dissero commossi: é il minimo che possiamo fare per riconoscenza verso quel Papa che ha contribuito a salvare molte vite di ebrei durante le persecuzioni razziali". Dunque Papa Pacelli era amato: " da quel che mi risulta certamente. Io non sono stato direttamente testimone durante gli eventi della guerra, perché prima stavo in Piemonte. Ma da quanto ho appreso da molta gente, Pio XII si é operato con generosità e prudenza per salvare molte vite di ebrei e dunque non fu tollerante,ma cercò di usare la prudenza per evitare guai peggiori". Lei ha conosciuto bene anche Giovanni Paolo II: " certamente, anche dopo la sua elezione é venuto alla mia parrocchia a Roma, alla Garbatella". Che idea aveva di Pio XII?: " lo trattava con molto rispetto e considerazione, credo che ne avesse una buona idea". Eccellenza, da vari giorni, per merito del Segretario Generale della Cei, Monsignor Crociata, é in corso un dibattito sul tema delle omelie. Monsignor Crociata ha lanciato un allarme, pienamente giustificato e giustificabile, definindole a volte, immangiabili. Come fare una buona omelia?: " deve attenersi al vangelo del giorno e alla Parola di Dio. Ma per essere convincente e bella, é necessario che il primo ad essere convinto di quanto dice, é lo stesso celebrante, chiamato a metabolizzarla per sé stesso. Se non ne é padrone lui, difficilmente viene fuori una buona omelia". Che cosa conta?: " non tanto la esegesi e la interpretazione dei testi, quanto domandarci con scrupolo ed  amore, che cosa si sta compiendo oggi davanti a noi. Ritengo che una omelia convincente e valida non debba stancare i fedeli e dunque non superi mai i quindici minuti". Il celebrante deve collegarsi con episodi della realtà attuale?: " ma senza fare comizi e divagazioni politiche o sociologiche. Meno ancora quelle troppo teologiche. La omelia sicuramente deve essere contestualizzata ai tempi in cui viviamo e parlare di temi concreti partendo sempre dalle letture del giorno". - Bruno Volpe - Pontifex -