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IL FAMOSO TENNISTA CROATO MARIN CILIC: ARRIVO DA MEDJUGORJE E CREDO NEI MIRACOLI


Marin Cilic, l'uomo nuovissimo del tennis mondiale, ha 21 anni, viene dalla mistica Medjugorje, si allena a Sanremo, e lo manda Ivanisevic. Stesso fisico, stesso coach del campione di Wimbledon 2001 - l'australiano Bob Brett, specializzato in croati, che fu anche il pigmalione di Becker - ma carattere e braccio (destro, non mancino) opposto a Cavallo Pazzo. «Marin è un tipo calmissimo: sembra un vigile che dirige il traffico sulla linea di fondo», dice di lui Andy Roddick, che ieri ci ha perso nei quarti a Melbourne. «Al primo set e al quinto aveva sempre la stessa espressione. E nel gioco mi ricorda Agassi». Un Agassi lungo 198 cm: stessa altezza e stessa età di Del Potro, il vincitore degli ultimi Us Open. I prototipi del tennista del futuro? «Essere alti e servire forte aiuta», spiega Marin, ragazzino gentile, educatissimo e affilato, quasi bidimensionale nei suoi 82 chili. «Ma non basta per vincere. Io, Del Potro, Querrey sappiamo anche muoverci con grande agilità. Sappiamo rispondere bene, non solo picchiare il servizio. E abbiamo talento: per questo sorprendiamo gli avversari».Lei li sorprende anche con una freddezza da veterano: qui ha vinto tre volte al quinto set, ed è stato in campo più di tutti, oltre 18 ore, quasi il doppio del suo prossimo avversario Andy Murray.«Sono tranquillo di natura, non faccio sforzi: Goran diceva di avere tre personalità, a me ne basta una. È una qualità che in campo aiuta molto. Quando me la vedo brutta mi concentro sul mio gioco e non penso al punteggio. Però tutti questi match così lunghi sono stati stancanti, e anche il prossimo con Murray richiederà molte energie. Vediamo se sarò capace di sopravvivere anche a quello...».Dell'Italia cosa le piace?«Tante cose. Il club dove ha l'accademia Bob, il Solaro, è un posto tranquillo, come piace a me. Il calcio: la mia squadra preferita è il Milan, e in una vita futura mi piacerebbe essere un calciatore. Quello per cui tifo Milan è Boban, con cui ho palleggiato tante volte a Zagabria da ragazzino, bravissimo anche con la racchetta. Poi il cibo, a Sanremo vivo con mia madre e mangio soprattutto la pasta e l'agnello che cucina lei».(....)Lei è nato a Medjugorje, in Bosnia, ma gioca per la Croazia: come mai?«Ho sempre avuto il passaporto croato, la mia famiglia viene da lì. A 14 anni mi sono trasferito a Zagabria per allenarmi meglio, e quando ho dovuto scegliere per chi giocare non ho esitato».Medjugorje nel mondo è famosa soprattutto per le apparizioni della Madonna. Lei è religioso?«Sì, sono cattolico, mio padre e mia madre mi hanno cresciuto così, come del resto tutti».Crede anche alle apparizioni della Madonna?«Ovvio che sì. Ho anche parlato con le persone a cui è apparsa. Sono persone pure di cuore. Se li conosci capisci che i miracoli possono accadere». - Stefano Semeraro - lastampa -