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22 FEBBRAIO 1931: VENERAZIONE DELL'IMMAGINE DI GESU' MISERISORDIOSO


Il disegno di questo quadro è stato mostrato a Santa Faustina Kowalska nella visione del 22 febbraio 1931 nella cella del convento di Plock. "La sera, stando nella mia cella - scrive la santa - vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire mentre l'altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l'uno e l'altro pallido (...) Dopo un istante, Gesù mi disse "Dipingi un'immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù confido in Te" (Q. I del Diario di Santa Faustina, p. 26). Tre anni dopo Gesù ha spiegato il significato dei raggi: "I due raggi rappresentano il Sangue e l'Acqua" (Q. I, p. 132). Non si tratta qui di un qualche effetto artistico, ma di una simbologia del quadro estremamente profonda.Agli elementi essenziali del quadro appartengono le parole poste in basso: "Gesù, confido in Te". "Gesù mi ricordò (...) che queste tre parole dovevano essere messe in evidenza" (Q. I, p. 138). Gesù ha definito un altro particolare di questo quadro, ha detto infatti: "Il Mio sguardo da questa immagine è tale e quale al Mio sguardo dalla croce" (Q. I, p. 140). Qual è il significato di questo quadro?Gesù ha legato la benedizione del quadro e la sua pubblica venerazione alla liturgia della prima domenica dopo Pasqua, festa della Divina Misericordia. La Chiesa legge in quel giorno il Vangelo sull'apparizione di Gesù risorto nel Cenacolo e sull'istituzione del sacramento della penitenza (Gv 20, 19-29). A questa scena del Cenacolo si sovrappone l'avvenimento del Venerdì Santo: la crocifissione e la trafittura del Cuore di Gesù con la lancia. "Entrambi i raggi uscirono dall'intimo della Mia misericordia, quando sulla croce il Mio Cuore, già in agonia, venne squarciato con la lancia" (Q. I, p. 132). Gesù ha spiegato poi che "il raggio pallido rappresenta l'Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue che è la vita delle anime" (Q. I, p. 132). Alla luce del Vangelo di Giovanni l'acqua e il sangue stanno a significare le grazie dello Spirito Santo, che ci sono state donate per la morte di Cristo, ed in modo particolare i sacramenti della Confessione e dell'Eucarestia. L'immagine del Gesù Misericordioso rappresenta quella della Divina Misericordia poiché‚ nella passione, morte e risurrezione di Cristo la misericordia di Dio verso l'uomo si è rivelata con totale pienezza.In cosa consiste il culto dell'immagine della Divina Misericordia?L'immagine occupa una posizione chiave in tutta la devozione alla Divina Misericordia, poiché‚ costituisce una sintesi degli elementi essenziali di questa devozione: esso ricorda l'infinita fiducia nel buon Dio e il dovere della carità misericordiosa verso il prossimo. Della fiducia parla chiaramente l'atto che si trova nella parte bassa del quadro: "Gesù, confido in Te". Inoltre l'immagine che rappresenta la misericordia di Dio deve essere per chiara volontà di Gesù un segno che ricordi l'essenziale dovere cristiano, cioè l'attiva carità verso il prossimo. "Essa deve ricordare le esigenze della Mia misericordia, poiché‚ anche la fede più forte non serve a nulla senza le opere" (Q. II, p. 278). La venerazione del quadro dunque consiste nell'unione di una preghiera fiduciosa con la pratica di atti di misericordia.Le promesse legate alla venerazione dell'immagine: Gesù ha definito con molta chiarezza tre promesse:- "L'anima che venererà questa immagine, non perirà" (Q. I, p. 18): cioè ha promesso la salvezza eterna (naturalmente praticando il culto della divina misericordia come esposto sopra).- "Prometto pure già su questa terra (...) la vittoria sui nemici" (Q. I, p. 18): si tratta dei nemici della salvezza e del raggiungimento di grandi progressi sulla via della perfezione cristiana.- "Io stesso la difenderò come Mia propria gloria nell'ora della morte" (Q. I, p. 26): ha cioè promesso la grazia di una morte felice.La generosità di Gesù non si limita a queste tre grazie particolari. Poiché‚ ha detto: "Porgo agli uomini il recipiente, col quale debbono venire ad attingere le grazie alla sorgente della misericordia" (Q. I, p. 141), non ha posto alcun limite ne al campo ne alla grandezza di queste grazie e dei benefici terreni, che ci si può aspettare, venerando con incrollabile fiducia l'immagine della Divina Misericordia.Ricordiamo infine che la Festa della Divina Misericordia, quest'anno cadrà domenica 11 aprile. Nel 2002 Giovanni Paolo II ha istituito la Festa della Divina Misericordia con annessa l’Indulgenza Plenaria. - Innamorati di Maria -