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RELATIVISMO, UN PERICOLO DA COMBATTERE PER DIFENDERE LA NOSTRA FEDE


Il relativismo, malattia dilagante della nostra società, continua la sua minaccia ovunque, anche nei luoghi più sacri. E’ recente, infatti, la notizia di un parroco di Genova che ha inviato i fedeli a non fare il segno della Croce per non offendere gli islamici presenti ad un incontro multireligioso. Protagonista della inusuale vicenda è lo stesso sacerdote della parrocchia Nostra Signora della Provvidenza, che in passato inserì, per motivi di "solidarietà", una moschea nel presepe, suscitando le polemiche da parte dei fedeli. E ancora, alcuni giorni dopo, una persona è stata invitata a lasciare la stessa chiesa poiché indossava una felpa con una croce bianca disegnata. Tali vicende, pericolose per la nostra fede, i nostri valori e la nostra identità, rappresentano anche una grave mancanza di solidarietà nei confronti degli stessi fedeli, sminuiti nella loro umanità e spiritualità, costretti a venir meno ai diritti e ai doveri del buon cristiano. Un elemento, questo, che fa pensare e discutere, soprattutto in un’epoca in cui si parla tanto di uguaglianza e di rispetto per l’altro. Ma come si potrà mai rispettare il prossimo se prima di tutto non si conosce il rispetto per se stessi e soprattutto per i propri valori? E’ importante, infatti, riuscire a ripristinare, come primo punto, l’amore per la nostra fede, che purtroppo è attualmente vacillante, evitando di creare confusione e polemiche inutili e pericolose per le persone. Un richiamo alla responsabilità, inerente al proprio ruolo, risulta quindi assolutamente fondamentale per poter guidare i fedeli nel difficile cammino minacciato dal relativismo. Nel rumoroso scenario dell’attualità, in cui la visibilità a tutti i costi sembra tentare chiunque, la sobrietà, il rispetto e la continenza sono alcuni dei punti basilari nella missione apostolica, in nome del buon senso e soprattutto dell’Amore verso Dio. - Valentina Paoloni - Pontifex -