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IL DIGIUNO E’ NECESSARIO - PRIMA PARTE


Gli Evangelisti parlano molte volte del digiuno e riferiscono che Gesù ne raccomandò la pratica, al fine di farci progredire nella vita spirituale. Ciò che Gesù ha detto al riguardo, può essere riassunto in queste frasi:· Il digiuno è necessario come la preghiera. · Quando Gesù spiegò ai suoi discepoli perché non fossero in grado di liberare un uomo posseduto dal demonio, Egli assegnò un potere speciale al digiuno. In quell’occasione, affermò che alcuni demoni non possono essere scacciati se non con la preghiera. E l’Evangelista Marco aggiunge: "e con il digiuno" (Mc 9,29) · Per digiunare (o pregare) rettamente, bisogna liberarsi dall’ipocrisia e dall’orgoglio. Considera il caso del Fariseo che usò la sua preghiera per ostentare la propria devozione e per esprimere il proprio disprezzo nei confronti del Pubblicano, uomo autenticamente umile. "Disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di essere giusti e disprezzavano gli altri: ‘Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato" (Lc 18, 9-14). · Gesù dichiarò che i suoi discepoli avrebbero digiunato proprio come i discepoli di Giovanni, ma non prima che Lui avesse lasciato questo mondo. "Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro"? (Mt 9,15-16) · Secondo Luca, Gesù non mangiò, durante i quaranta giorni in cui rimase nel deserto. In altre parole, Gesù digiunò prima di annunciare il Vangelo. Questo avvenne subito dopo il Suo Battesimo nel fiume Giordano. "Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma, quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: ‘Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane. Gesù gli rispose: ‘Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo"’ (Lc 4,1-4) Sebbene Gesù non abbia ordinato esplicitamente ai suoi discepoli di digiunare, sembra evidente che se lo aspettasse comunque. da essi. "E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa." (Mt 6,16.). IL DIGIUNO NELLA CHIESA DEI PRIMI TEMPI Il digiuno faceva parte della tradizione ebraica ed è noto che veniva praticato anche ai tempi della civiltà greco-romana. La tradizione ebraica raccomandava il digiuno ufficiale, solo nel Giorno della Riconciliazione che era un giorno di devozione. Tuttavia, la gente, spesso, digiunava due volte a settimana, il lunedì e il giovedì (Lc 18,12). Dalla lettura del Vecchio Testamento, apprendiamo che, in momenti di grandi difficoltà, Re e Profeti, chiedevano al popolo di digiunare e di pregare. Nei Salmi, già troviamo alcuni versetti rivelatori, come ad esempio: "Io, quand’erano malati, vestivo di sacco, mi affliggevo col digiuno, riecheggiava nel mio petto la mia preghiera" ( Sal 35,13) o, ancora: "Le mie ginocchia vacillano per il digiuno, il mio corpo è scarno e deperisce" ( SaI 109,24) La Chiesa dei primi tempi raccomandava il digiuno due volte la settimana, il mercoledì e il venerdì. Alcuni tra i più devoti digiunavano anche di sabato, in preparazione al Giorno del Signore. La pratica del digiuno gradualmente divenne sempre più estesa. Si digiunava intere settimane, come, per esempio, durante la Settimana Santa. Nel III secolo, la Chiesa, nel periodo della Quaresima, raccomandò il digiuno per quaranta giorni come preparazione alla Pasqua. IL DIGIUNO RESTA NECESSARIO COME SEGNO DELLA NOSTRA ATTESA Da un punto di vista teologico, con la venuta di Cristo, il digiuno non sarebbe più necessario, perché gli invitati alle nozze non hanno bisogno di digiunare fin quando lo sposo è con loro (Mt 9.15.). Ma, dal momento che Gesù deve tornare di nuovo in tutta la sua gloria, il digiuno resta necessario come segno della nostra attesa. Questa prospettiva dà, al digiuno, un nuovo senso e, dal momento che concentra la nostra attenzione verso il Signore che deve venire, lo correda di una dimensione escatologica. Il digiuno era raccomandato, prima della somministrazione dei Sacramenti, anche dalla Chiesa antica. Così i diaconi che si preparavano all’Ordinazione ed i futuri predicatori che si preparavano alla predicazione, erano vivamente invitati al digiuno. Persino i catecumeni ed i sacerdoti designati a somministrare il sacramento del Battesimo, come prima cosa, avevano l’obbligo di digiunare. In breve, possiamo concludere che la Chiesa riconosce il digiuno, perché lo ha praticato durante la sua storia, e ha dato ad esso un concreto significato. In alcune comunità religiose, il digiuno viene praticato anche al giorno d’oggi. Leggendo la vita dei Santi, possiamo renderci conto di quanta importanza essi hanno dato al digiuno. Nella Regola del suo Ordine, anche San Francesco d’Assisi esortava i suoi frati a fare digiuno per periodi di quaranta giorni, tre volte l’anno (in Quaresima, prima della Festa di San Michele e dal giorno di Tutti i Santi fino a Natale) e, ancora, ogni venerdì. Al giorno d’oggi, le richieste della Chiesa sono meno severe. Ci sono, infatti, solo due giorni nei quali il digiuno è obbligatorio: il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo. Anche prima degli eventi di Medjugorje, che hanno rilanciato il digiuno, tra la nostra popolazione, soprattutto in Erzegovina, la pratica di esso andava ben oltre le richieste minime della Chiesa, grazie anche all’indubbia influenza esercitata dalla spiritualità francescana. Così molti fedeli, soprattutto ragazze e madri di famiglia, digiunano il martedì (giorno di Sant’Antonio), i dodici giorni che precedono la Festa dell’Assunzione, alla vigilia delle grandi Festività e durante la Quaresima. Un tempo, la nostra gente (di Medjugorje e delle zone circostanti) osservava un severo digiuno perfino d’estate, durante i duri lavori nei campi. UN RITORNO ALLA PRATICA DEL DIGIUNO I cosiddetti "messaggi", come ciascuno degli altri elementi che danno autenticità ad una apparizione, non possono contenere nuove rivelazioni riguardanti i progetti di Dio nei nostri confronti, né possono rivelare nuove verità riguardo la Chiesa. Questi "messaggi" non possono, in alcun modo, introdurre novità o modificare quanto rivelato da Gesù agli Apostoli. Pertanto le apparizioni sono ancora oggi un segno che Dio continua a rivolgersi a noi, suoi figli, per incoraggiarci a proseguire nel nostro cammino verso di Lui. Spesso Egli ci richiama attraverso Maria; ma, talvolta, Gesù stesso ci parla. Tali interventi non sono altro che un incoraggiamento a portare avanti pratiche già conosciute da molto tempo. Il richiamo a digiunare, che Maria rivolge alla nostra generazione, è solo una ripetizione di quanto Gesù ha già detto, e di quanto la Chiesa dei primi tempi ha messo in pratica con grande zelo! Se studiamo il Vecchio Testamento ed esaminiamo nei dettagli le varie situazioni, nelle quali la gente era allora esortata a digiunare, scopriamo quanto la preghiera ed il digiuno potevano recare un cambiamento o un sollievo perfino nelle situazioni più critiche. LA MADONNA VUOLE RIEDUCARCI Consideriamo ora il digiuno nel contesto dei nostri tempi. Quando la Madonna ci chiede di recitare il Credo degli Apostoli ogni giorno, sembrerebbe che voglia, in questo modo, dimostrarci che viviamo in una situazione "da non credenti". Ella certamente vuole dirci qualcosa come: "Non basta recitare il Credo; bisogna aderire totalmente a Dio che si è offerto a noi in modo ineffabile nella persona di Gesù Cristo". Questo è il metodo adottato dalla Madonna per istruirci. E interessante notare che, come tutti i buoni maestri, Ella assegna compiti concreti. La sua richiesta è che digiuniamo in accordo con la tradizione della Chiesa. Possiamo, inoltre, constatare quanto Ella abbia una esatta visione della nostra generazione, quasi esclusivamente interessata al denaro, al profitto, all’accumulazione di beni materiali, all’avidità e così via. La Madonna vuole rieducarci. Ma da dove può iniziare? IL DIGIUNO CI CONDURRA’ AD UNA NUOVA LIBERTA’ DEL CUORE E DELLA MENTEPer prima cosa, Maria ci chiama alla preghiera: cioè all’unione con Dio, e poi al digiuno: vale a dire alla liberazione del nostro cuore dai bisogni che lo legano alle cose materiali. In questo modo il digiuno ci condurrà ad una nuova libertà del cuore e della mente. Il digiuno è una chiamata alla conversione del nostro corpo. In altre parole, è il processo attraverso il quale diventiamo liberi ed indipendenti dalle cose materiali. Liberandoci dalle cose esteriori, ci liberiano anche dalle passioni che incatenano la nostra vita interiore. Questa nuova libertà farà spazio dentro di noi a nuovi valori. Quindi, il digiuno ci affranca da una certa schiavitù e ci rende liberi di gustare la vera felicità. UN’ESPERIENZA ATTUALE.A conferma di quanto detto finora, voglio riportare la testimonianza di un pellegrino di Medjugorje, così come mi è stata resa. "Avevo iniziato a digiunare perché lo facevano mia moglie ed i miei figli; non volevo che mia moglie dovesse cucinare per me solo. All’inizio, non accadde nulla di importante. Sapevo di essere distratto nelle mie preghiere. Ascoltavo la Parola di Dio, ma non provavo alcun miglioramento sensibile e non avevo la sensazione di cambiare sotto la sua influenza. L’ascoltavo e poi mi occupavo dei miei affari, senza che nulla in me cambiasse. Un giorno però sentii la necessità di rivedere il mio modo di pregare. Senz’altro questo mio cambiamento è stato il risultato della riflessione silenziosa che si verificava in me durante il giorno in cui digiunavo. All’inizio, ero in costante lotta con il mio bisogno di mangiare e di bere e finivo per rimandare la preghiera alla mattina successiva. Una volta, accadde qualcosa che mi dimostrò chiaramente l’efficacia della preghiera sostenuta dal digiuno. Per lungo tempo sono stato in cattivi rapporti con mio fratello e mi ero abituato a questa situazione. Non ci rivolgevamo la parola e non mi importava che le nostre mogli e i nostri figli non si conoscessero nemmeno. Circa un anno dopo che avevo cominciato a digiunare mi sono reso conto che quella situazione mi procurava amarezza e mi rendeva inquieto. Continuai a pregare ed a digiunare. Così, una mattina, ho avuto la straordinaria sensazione di essere alleggerito di un peso. Sono andato da mio fratello e ho chiesto perdono. Anche lui era ben disposto nei miei confronti. Che Dio sia ringraziato, perché ora viviamo come due veri fratelli! In questo momento, questa è la cosa più importante per me".  -[Info da Medju] - Gospa -