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IL DIGIUNO E’ NECESSARIO -SECONDA PARTE


È NECESSARIO UN RADICALE RITORNO A DIO Leggendo questa testimonianza, notiamo che il digiuno è stato di aiuto a quest’uomo per ritrovare di nuovo se stesso e riesaminare il suo rapporto con Dio e con gli altri. Appena la sua preghiera ha cominciato a dare frutti nel suo cuore, egli non ha dovuto attendere molto perché il suo nuovo rapporto con Dio sfociasse in un rinnovato rapporto con suo fratello. Questo esempio prova molto bene come le azioni cattive di un uomo possano causargli cecità! E necessario un deciso e radicale ritorno a Dio per cambiare l’atteggiamento del nostro cuore e della nostra mente. E il digiuno facilita questo ritorno. Tutto questo dimostra che il digiuno non è fine a sé stesso, ma diventa necessario per avanzare nella conversione: facendoci progredire non solo sul piano della fede, ma anche su quello sociale. IL DIGIUNO CI ASSICURA UNA FORZA DINAMICA Non è possibile un radicale ritorno a Dio senza la preghiera, la quale cresce di qualità e diventa libera quando si unisce al digiuno. Se siamo convinti che la Vergine Maria chiede a ciascuno di noi di essere il suo "portavoce" in questo mondo ateo, dobbiamo digiunare con il cuore così che questo digiuno ci assicurerà una forza dinamica. Quando iniziamo a considerare noi stessi i padroni della vita e del mondo, ed a comportarci come tali, come se non avessimo alcun bisogno di Dio, mettiamo in evidenza i segni premonitori dell’ateismo. Il digiuno rappresenta il modo migliore per evidenziare queste predisposizioni negative del nostro cuore, esso ci aiuta a scoprire che dipendiamo dalla volontà di Dio, a comprenderla meglio e, di conseguenza, a comprendere meglio noi stessi. Parlando del digiuno, L. Rupcic ha affermato: "La ragione ed il valore fondamentale del digiuno deve essere al servizio della fede. E’ un mezzo semplice che permette all’uomo di dimostrare, rafforzare e dare stabilità al proprio autocontrollo. Il digiuno è la garanzia del suo abbandono a Dio, in una fede vera e sincera. Fino a quando!’ uomo non è ancora padrone di sé stesso (e dei suoi sensi) non può abbandonarsi completamente nelle mani di Dio". Sappiamo come Gesù, nel Vangelo, chiede di pregare sempre, senza stancarsi. Purtroppo, giorno dopo giorno, troviamo delle scuse e diciamo che non abbiamo tempo per pregare, o che il ritmo della nostra vita è tale da non permetterci di farlo. Il problema, però, non è nel fatto se abbiamo o meno il tempo di pregare. Piuttosto, se sentiamo il desiderio, la necessità di Dio, di incontrarLo nella preghiera. Più abbiamo e più vogliamo avere; meno spazio abbiamo per Dio e meno tempo troviamo per la preghiera. In questo modo, nella realtà quotidiana, diventiamo sempre di più atei. Pertanto crediamo di poter risolvere tutti i nostri problemi, solo possedendo sempre più cose materiali, cibo e bevande migliori. Questo tipo di comportamento e queste convinzioni escludono la possibilità e la necessità della preghiera. Il digiuno ha, come conseguenza particolare, quella di collocare le cose in una giusta prospettiva; perché solo digiunando arriveremo a capire realmente noi stessi, e a considerare la realtà che ci circonda, sotto un’ottica diversa. Scopriremo così di non essere autosufficienti e che il possedere anche l’intero pianeta non può soddisfare le necessità più profonde del nostro cuore. In questo modo, troveremo altri fini, altri scopi, altri bisogni che, sovrapponendosi alle necessità materiali, ci guideranno lungo il cammino che va incontro al Signore! La prima beatitudine: "Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli", può essere tradotta in un altro modo: "Beati coloro che desiderano Dio". Una persona che crede di essere autosufficiente e di non aver bisogno di nulla, se non di una costante gratificazione di sé stesso, non è una persona povera dinanzi a Dio! Ciò significa che, vivendo nella convinzione di non aver bisogno di Dio, non si pone neanche il problema della preghiera! Solo attraverso il digiuno, questa convinzione lentamente cade, e avvertiamo sempre di più la necessità di pregare, vale a dire, diventiamo sempre più aperti al nostro incontro con Dio. Per questa ragione, possiamo affermare che il digiuno non può essere sostituito, anzi è indispensabile! Abbiamo bisogno di digiunare per poter crescere nella preghiera e soprattutto per poter crescere nella preghiera del cuore. In conclusione, preghiamo più facilmente quando digiuniamo e digiuniamo meglio quando preghiamo. Un vecchio proverbio dice: "Uno stomaco pieno non ama studiare". Il suo significato non viene alterato se lo trasformiamo in: "Uno stomaco pieno non ama pregare". Il vuoto fisico provocato dal digiuno ci aiuta a comprendere il nostro vuoto spirituale ed il nostro bisogno di Dio! Il profondo desiderio del Signore non è in contrasto con la dignità umana, ma al contrario la valorizza. Digiunando arriviamo a comprendere la nostra dipendenza non dai beni materiali ma da Dio, una dipendenza che non ci rende schiavi, ma, che piuttosto, ci libera! Siamo stati creati da Dio ed Egli è sempre presente in noi. Ci sentiamo bene quando stiamo insieme a Lui come amici, come soci, che si riuniscono per la definizione di un contratto. Se il cuore diventa anche umile, sarà più facile ascoltare la Parola di Dio ed avere la sua amicizia. Sarà più semplice persino incontrare gli altri; questa è la via che porta alla felicità! La vera felicità non è nei valori superficiali, ma è da ricercare nella pace interiore, attraverso la quale l’uomo può vincere ogni difficoltà e situazione spiacevole! ATTRAVERSO IL DIGIUNO IL NOSTRO ANIMO SI PURIFICAE’ ora importante riflettere su un’altra conseguenza del digiuno. Digiunando, i nostri animi diventano più puri, vediamo la realtà in modo migliore, ci rendiamo realmente conto di ciò che possediamo, di quanto abbiamo bisogno e di quello di cui possiamo fare a meno. Ci liberiamo dello spasmo interno di volere sempre di più, di credere di aver bisogno di sempre più cose, dimenticando, allo stesso tempo, il valore di quello che possediamo già. Tutto è relativo nella vita. Dobbiamo dare il giusto valore alle cose; per cui, se continuiamo a vivere nella convinzione che le cose materiali sono molto importanti, dimentichiamo di essere solo di passaggio in questo mondo. Cerchiamo di ricordare costantemente che ci sono persone che sarebbero felici se avessero solo un tetto sulla testa, solo un po’ di pane ogni giorno. E quanto più felici sarebbero se avessero quanto abbiamo noi! E, tuttavia, sebbene possediamo così tanto, spesso ci sentiamo infelici ed insoddisfatti. La ragione di questa insoddisfazione sta nel fatto che non vediamo più quanto è essenziale: siamo diventati ciechi nei confronti di ciò che è indispensabile e siamo convinti di avere bisogno di possedere sempre nuove cose. Solo con il digiuno, comprendiamo cosa sia veramente necessario nella vita; così, rendendoci internamente .liberi attraverso esso, ci muoveremo con più facilità verso Dio e verso la gente. Da questo incontro libero, si verifica la riconciliazione. Più andremo "incontro" al prossimo , meno tempo troveremo per i contrasti, per le cose negative, per le guerre. Liberati dai chiodi del materialismo, potremo muoverci verso gli altri, senza paura di perdere qualcosa di indispensabile, di vitale! Diventeremo così pellegrini in cerca di Dio, impegnati quotidianamente in un rapporto nuovo e libero con il Signore, impegnati, giorno per giorno, ad essere sempre in cammino verso di Lui. Ciò ci riporta alle parabole del Vangelo in cui Gesù sottolineava l’importanza di essere in "cammino". Le persone che sono lungo la propria strada, sul proprio cammino, non permettono a nessuno di fermarle. Sono motivate e spinte dalla speranza interiore di incontrare il Signore. Quando le persone hanno perso questa speranza, iniziano a viziarsi, e perfino a farsi del male reciproco! Nel Vangelo di San Matteo, si legge di un proprietario che piantò un vigneto, lo diede in gestione a dei contadini e poi partì per un viaggio. Quando arrivò il momento della vendemmia, mandò i suoi servi a riscuotere la propria parte di raccolto. Ma gli affittuari risposero aggredendo i servi, picchiandone uno ed uccidendone un altro. Conosciamo anche il racconto delle vergini che non avevano più l’olio. Queste due parabole presentano situazioni in cui il valore dell’attesa è andato perduto. In altre parole, Maria vuole che siamo sempre pronti a muoverci. Vuole guidarci perché riconosciamo sempre di più ciò che è essenziale e ciò che invece non lo è. I nostri animi saranno più aperti nei confronti di coloro che hanno bisogno. Sarà così più facile riconoscere i bisogni spirituali e quelli materiali di chi ci sta accanto. Potremmo, pertanto, parlare anche del valore sociale del digiuno. Molte persone, quando iniziarono le Apparizioni, si chiesero: "Perché mai la Madonna non insiste sull’aiuto sociale?". Ebbene, io ritengo che Ella, proprio attraverso il digiuno, abbia voluto educarci ad approfondire l’impellente esigenza della solidarietà cristiana. E poi, durante questi mesi, quanti inviti ci sono stati rivolti e non sono stati mai ascoltati, perché, nel nostro egoismo e nella nostra presunzione, non ci accorgiamo delle necessità degli altri!? PERCHÉ DIGIUNARE A PANE E ACQUA? La Madonna, a Medjugorje, ci ha chiesto, dunque, di tornare a praticare il digiuno. Alla domanda: "Qual è il miglior tipo di digiuno?", la Vergine ha risposto: "Pane ed acqua, naturalmente". Noi constatiamo che il pane e l’acqua non rappresentano l’unico modo di digiunare, ma il modo "migliore", secondo l’affermazione dalla Vergine. Inoltre, una persona deve arrivare a digiunare a pane ed acqua progressivamente. Se non si è mai digiunato, può essere molto scoraggiante iniziare solo con pane ed acqua senza avere ricevuto mai una chiamata dal Signore. Ci sono altri modi di digiunare che raggiungono gli stessi fini dentro di noi e, allo stesso modo, ci aiutano ad incamminarci verso il vero digiuno. Per esempio: non mangiare determinati cibi, oppure mangiarli senza condimento; mangiare cose che normalmente non ci piacciono, saltare il dessert o, semplicemente, mangiare molto meno in ciascun pasto: questi sono solo alcuni modi per iniziare la pratica del digiuno. La cosa importante è che si inizi a digiunare, in qualche modo. A Medjugorje tuttavia, viene sempre ribadito il valore del digiuno a pane ed acqua, perché esso ha un profondo significato: il pane è il cibo dei poveri! Avere o meno il pane rappresenta uno dei problemi essenziali della nostra esistenza! Nella Bibbia poi si parla spesso del pane! Dio donò il pane (la manna) al suo popolo durante il cammino attraverso il deserto (Es. 16.). Nei suoi insegnamenti, Gesù parla del pane che è disceso dal cielo. Un angelo portò il pane ed una giara d’acqua al profeta Elia quando questi era sfinito dalla stanchezza (1 Re, 19) e, dopo aver mangiato e bevuto, Elia riacquistò forza e continuò il suo cammino. Non bisogna dimenticare, d’altra parte, che, secondo quanto scritto nel Vangelo, i poveri furono i più vicini a Gesù! Essi infatti mangiarono con Lui, Lo seguirono ed ascoltarono le Sue parole. Dopo aver parlato ad una folla affamata non solo delle Sue parole, ma anche di cibo corporale, Gesù moltiplicò i pani (Mc 8,1-9; Mt 15,32-39). Ed è, moltiplicando il pane terreno, che Gesù preparò il Suo popolo per il Pane del cielo! Essere disposti a vivere di pane ed acqua per una giornata, significa essere disposti ad essere poveri davanti a Dio, ben disposti ad accettare la Sua volontà! Questo significa seguire le tracce dei profeti e di coloro che sono stati scelti perché testimoniassero la loro fede! Il pane è il cibo fondamentale del popolo di Dio e, allo stesso tempo, simboleggia la vita. Anche l’acqua è insostituibile nella nostra vita; essa simboleggia la purificazione spirituale. E il messaggio del Signore, in questo caso, viene ad esprimere due verità: tornate alla vita e vivete. Uscite dalla vostra impurità e siate puri. La Madonna ci chiede di vivere di pane ed acqua per due giorni alla settimana: questo non rappresenta solo il digiuno ideale, è anche il modo ideale per educare il proprio corpo, spirito ed anima. La Madre di Dio ci ha esortati nella piena libertà: ciò significa che, se siamo molto stanchi, o abbiamo lavorato duramente, o non siamo in buona salute, possiamo bere del tè o del caffè o mangiare persino qualcosa. DIGIUNARE A PANE ED EUCARESTIA Tutto ciò che Gesù disse e fece riguardo il pane era finalizzato alla preparazione del Suo uditorio per un nuovo banchetto, per il Pane che viene dal cielo, nel quale Egli stesso si spezzò e divise per la redenzione e la salvezza del genere umano. Nonostante tutto ciò che Gesù disse e fece per fare in modo che i Suoi contemporanei capissero: che il Suo Corpo ed il Suo Sangue dovevano essere offerti come cibo e bevanda per eccellenza, non venne capito. Il Suo uditorio respinse questo messaggio, fingendo che le parole fossero difficili e del tutto incomprensibili (Gv 6,52-60). Mentre noi, scegliendo, in determinati giorni, di non mangiare nulla, tranne che il pane, possiamo capire, mediante l’esperienza personale, quale è il vero significato del messaggio di Gesù. Ci è stata data così la possibilità di scoprire, attraverso la ragione ed il cuore, tutta la realtà del messaggio che Gesù ci ha proposto, rendendosi presente nel Pane Eucaristico! Con l’essere troppo attaccati al contenuto del nostro piatto, corriamo il rischio di perdere di vista il nostro nutrimento fondamentale nel quale Dio ci offre Sé stesso in un modo molto particolare. Per sentire la presenza, durante l’Eucarestia, di Gesù, Figlio di Dio in quel piccolo pezzetto di pane nel nostro corpo, dobbiamo essere prima disposti a soffrire la fame fisica. Altrimenti rischiamo di disprezzarne le briciole! Se consideriamo la pratica seguita dalla Chiesa dei primi anni, che i nostri fratelli ortodossi seguono ancora oggi, cioè quella dell’obbligo di digiunare per diverse ore prima di ricevere la Comunione, capiremo con più facilità quanto è stato detto prima. Se digiuniamo in questo modo per diversi giorni, la realtà diventerà ancora più evidente. Forse i poveri, che conoscono l’importanza ed il valore del pane quotidiano, comprendono meglio il valore del Pane che viene dal cielo. Mentre, il cuore del ricco non è stato aperto nei confronti di quel "piccolo" dono che nasconde un valore infinito! Una mia parrocchiana mi ha confidato che, da quando ha iniziato a vivere di solo pane ed acqua ogni venerdì, la Comunione è diventata per lei un evento più solenne. E’ stupita del piacere fisico che sente quando riceve quel piccolo pezzo di pane nella Comunione. Ogni volta rimane profondamente scossa perché è immediatamente consapevole che, attraverso questo pane, Gesù le viene più vicino! -[Info da Medju] - Gospa -