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DOMENICA DELLE PALME: L’INGRESSO MESSIANICO DI CRISTO


Il Vangelo di Luca (Lc 19, 28-40) avverte che “Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme”. Gesù ormai è profondamente deciso di avviarsi al compimento della sua missione, che avverrà a Gerusalemme la città santa. Proprio là egli dovrà subire la più infamante delle sconfitte: soggiacere ad un giudizio falso e arrogante, essere condannato a morte, portare la croce su cui sarebbe stato inchiodato e innalzato in mezzo a due malfattori come il più grande dei malfattori. Strano e paradossale destino! Eppure esso corrisponde puntualmente al progetto sapiente e potente del Padre celeste, secondo quanto dicevano le antiche profezie. Gesù ne era pienamente consapevole e ne aveva fatto la sua totale adesione filiale senza alcun tentennamento o umano ripensamento. Il suo incedere su di un puledro, mentre i discepoli lo osannano e lo acclamano: “Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore”, riconoscendolo vero Messia per Israele, fa capire che egli dimostra di essere l’inviato da Dio per la salvezza del popolo. Non solo i discepoli, ma anche le pietre grideranno la medesima ovazione. Tuttavia, dopo il suo ingresso trionfale, appare subito l’affronto nemico che si avventa contro di lui per catturarlo. Gli amici e la folla osannanti scompaiono; attorno a lui si fa un drammatico silenzio. É giunta l’ora delle tenebre, l’ora della sua umana sconfitta.. Eppure egli è il Messia, il salvatore e il redentore.  Questa la paradossalità della pasqua di Cristo: egli viene immerso nell’annientamento e nell’abbandono da parte dei suoi, assalito dal tradimento, aggredito dalle accuse menzognere e dagli insulti più umilianti, lacerato nel corpo dalla flagellazione e dalla coronazione di spine, avvolto da una estrema solitudine e umiliazione. Perché questo atroce indicibile dolore? Esso costituisce il substrato vigoroso o il terreno fertile da cui spunterà rigogliosa la vita e sprigionerà la liberazione totale e definitiva per una umanità rinnovata. Com’è possibile un simile passaggio razionalmente inconcepibile? Qui si rivela l’infinita potenza di Dio, il suo amore che sa trasformare la morte in vita imperitura, la sconfitta in vittoria gloriosa, il peccato nella grazia purificatrice. Lui solo, l’onnipotente Signore, può effettuare un così sorprendente e meraviglioso processo di trasformazione. Questo il senso profondo e vitale della pasqua, davanti al quale si resta con la meraviglia nel cuore e insieme nella gioiosa consapevolezza che tutto si è compiuto realmente ed efficacemente attraverso l’opera redentrice di Cristo, a cui sia lode e onore nei secoli. Anche noi ci associamo ai discepoli per acclamarlo e riconoscerlo nostro unico e vero Redentore e Salvatore. Non va dimenticato che nessun discepolo può discostarsi dal cammino tracciato dal Maestro, anzi è pressatamente invitato a restargli fedele fino all’ultimo. Solo condividendo la sua passione e la sua sofferenza, anche noi parteciperemo alla beatitudine della sua glorificazione. Non è facile, ma se restiamo avvinti alla grazia e alla misericordia divine, in esse troveremo l’aiuto necessario alle nostre deboli forze umane anche nei momenti più difficoltosi e dolorosi. Da qui sgorga la speranza intramontabile della fede cristiana nella pasqua di Cristo. - don Renzo Lavatori -Pontifex -