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RU486: PER I CATTOLICI RIBELLARSI E' GIUSTO


La verità sulla RU486 e sull’aborto chimico è la banalizzazione dell'aborto che già colpisce ampiamente la nostra società, e la sua pericolosità per la salute della donna. Inoltre si scarica sulla donna tutta la responsabilità dell'aborto con danni psicologici gravi. Quando fu approvata la commercializzazione della RU486 il direttore de “Il Foglio” Ferrara auspicò una rivolta politica, morale e religiosa. Nelle ultime settimane abbiamo sentito la voce della Chiesa che continua a difendere la vita umana ed in particola quella più innocente, oggi nella Messa del sacro crisma Benedetto XVI ha detto: "La lotta dei cristiani consisteva e consiste non nell'uso della violenza, ma nel fatto che essi erano e sono tuttora pronti a soffrire per il bene, per Dio. Consiste nel fatto che i cristiani, come buoni cittadini, rispettano il diritto e fanno ciò che è giusto e buono. Consiste nel fatto che rifiutano di fare ciò che negli ordinamenti giuridici in vigore non è diritto, ma ingiustizia" e che i cattolici non possono accettare le ingiustizie, prima fra tutte "l'uccisione di bambini innocenti non ancora nati". Ricordiamo che ha recentemente detto che il sostegno all'eutanasia è incompatibile con la dottrina cattolica. Vogliamo sottolineare che nel momento in cui ci si appresta a ricordare e celebrare la Passione di Gesù Cristo, il Papa mette al centro la difesa della vita umana e il rifiuto della violenza e dell'ingiustizia contro l'uomo. Ringraziamo il Cardinale Bagnasco, la Chiesa ed il Papa per il loro continuo contributo a sostenere i valori non negoziabili. Ci pare, come ampiamente sottolineato anche nell'enciclica “Caritas in veritate”, che la questione antropologica è al centro della questione sociale e non può esserne messa né in contrapposizione né in competizione. I politici che vogliono mettere al centro il bene comune e chiederci il loro consenso non possono che fare riferimento ai valori non negoziabili. In un periodo in cui la Chiesa è continuamente attaccata come istituzione, la libertà di religione e il ruolo pubblico della fede che educa alla difesa della vita e della famiglia non possono essere taciuti. Solo poche eccezioni nella classe politica (vedi la Regione Lombardia anche con l'assessore Colozzi e il ministro Sacconi) si sono espresse e hanno agito per impedire la diffusione dell'RU486; oggi "appare sempre più evidente la inadeguatezza del direttore dell'Aifa. Continua ad intervenire in maniera strana sulla RU486 e sembra sempre più un piazzista di farmaci" come ha detto l'on. Gasparri riassumendo in poche parole un'opinione diffusa. Oggi i nuovi Governatori del Piemonte e del Veneto Cota e Zaia hanno preso una posizione decisa a favore della vita, il cui obiettivo è ostacolare il più possibile la diffusione della RU486.Aspettiamo e auspichiamo che altri politici rilancino la battaglia per la vita contro la RU486; le recenti elezioni regionali hanno visto non a caso la sconfitta delle posizioni più laiciste e contro la vita (vedi Bresso e Bonino). Auspichiamo uno scatto da parte anche della classe medica. Rimane poi l'impegno di tutti i cattolici alla responsabilità educativa: l’ aspetto culturale e formativo-educativo è sempre più prioritario e decisivo. Il Papa nella Domenica delle Palme ha ricordato che Dio ci dà il “coraggio che non si lascia intimidire dal chiacchiericcio delle opinioni dominanti”, Cristo conduce “verso la bontà che non si lascia disarmare neppure dall'ingratitudine" e ha indicato ai giovani la felicità in un amore fedele. - Tanduo Luca e Paolo - CulturaCattolica -