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VIVIAMO MAGGIO CON MARIA: LE MANI DI UNA MADRE - 21 MAGGIO -


La prima culla dell'uomo, la più naturale, la più bella, la più adatta è stata quella di nostra madre, quando per nove mesi ci tenne vicino al suo cuore. Noi, prima di nascere, siamo stati cullati dai passi, dal respiro e dal calore di nostra madre! E poi venne la luce e il primo contatto col mondo esterno. Ma le braccia di mamma furono le nostre prime tiepide fasce. Dall'intreccio delle sue braccia forse è nata l'idea del canestro, del paniere-culla o zana, delle pelli di renna dei lapponi, della navicella dei greci, della danda dei nostri bambini. Anche per il Figlio di Dio che si fa uomo una culla è indispensabile come per il figlio della più povera delle madri. Senza la culla non vi è famiglia; spesso da un'unica culla si è sviluppato un villaggio intero, un'intera città, un popolo. E mentre le madri col piede dondolano le culle e con le mani sferruzzano, rammendano o filano, il ritmo della storia corre con il dondolìo delle culle. Una culla piena è sempre un gran dono di Dio all'umanità. A Betlemme, Maria diede alla luce il suo Figlio primogenito, "lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia". E la luce della redenzione per tutti gli uomini si accese nella storia dei millenni cristiani, in una stalla, accanto al cuore trepidante della Madre del Verbo di Dio e degli uomini. Quanta riconoscenza deve l'umanità a lei, per aver cullato fra le sue braccia i primi sonni del Salvatore del mondo! E Dio benedica anche mille e mille volte le mani che, piene di amore, giorno e notte mi cullarono i primi sonni! Fioretto: Offrirà a Maria il mio cuore affinché lo lasci puro e innocente come quello di un bambino Giaculatoria: "Madre, stringi al tuo cuor l'Agnello santo che un dì bagnasti con materno pianto, offri al Padre per lui l’uman dolore perché scenda il conforto ad ogni cuore". Dalla rivista mensile religiosa "PAPA GIOVANNI" n. 4, realizzata dai ‘Sacerdoti del S. Cuore’ (Dehoniani)