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LA PROVVIDENZA DIVINA


Dio ha cura di tutte le cose create perché positivamente le conserva, altrimenti ricadrebbero nel nulla immediatamente, e governa in modo che nulla accade o può accadere senza che Egli lo voglia o lo permetta. Questa cura che Dio ha delle cose create si chiama "la Divina Provvidenza". La ragione stessa ci fa vedere come esista questa Provvidenza. Dio infatti poteva non creare il mondo, lo creò liberamente. Ma una volta creato, non poteva abbandonarlo a sè, doveva curare che rispondesse al fine che Egli si era proposto creandolo. Oltre la ragione, è la rivelazione divina che viene ad insegnarci la verità della Provvidenza di Dio. Gesù nel Vangelo ce ne parla: "... Non angustiatevi per la vostra vita di quello che mangerete, ne per il vostro corpo di quello che vestirete. La vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai: eppure il Padre vostro celeste li nutre. E voi non valete più di essi? E chi di voi per quanto pensi e ripensi può aggiungere un cubito alla propria statura? Considerate come crescono i gigli del campo; essi non lavorano ne filano eppure vi assicuro che neppure Salomone, in tutto il suo splendore, fu mai vestito come uno di essi. Se dunque Dio riveste così l'erba del campo che oggi è e domani viene buttata nel forno, quanto a maggior ragione vestirà voi o uomini di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: "che cosa mangeremo, o che berremo, o di che ci vestiremo?". Di tutto questo infatti si occupano i pagani; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. VOI DUNQUE CERCATE SOPRATTUTTO IL REGNO DI DIO E LA SUA GIUSTIZIA, e TUTTE QUESTE COSE, (in quanto sono necessarie al conseguimento del fine) VI SARANNO DATE PER GIUNTA. Non vogliate dunque mettervi in pena per il domani, poiché il domani avrà cura di se stesso: a ciascun giorno basta il suo affanno" (Mth.6-25ss)IN CHE COSA CONSISTE LA PROVVIDENZA?Prima di tutto consiste nella "conservazione". L'opera creatrice di Dio, continua nel mondo non in quanto Egli lo crei un'altra volta, ma in quanto lo conserva: il concorso di Dio e necessario ad ogni istante perché tutto non ricada nel nulla. La Provvidenza poi, ha "cura particolare dell'uomo". Essa lo guida al fine eterno cui l'ha destinato e non l'abbandona neppure nella vita temporale, come ne fa fede la parola di Gesù già ricordata. Anzi i Santi nella loro vita con una fiducia illimitata nella Divina Provvidenza hanno fatto vedere come Dio assiste e provvede a coloro che in Lui confidano. Potremmo citare migliaia di fatti, accaduti anche in questi ultimi tempi, da Don bosco a Don Orione, morto recentemente, ma ci fermiamo a citare qualche caso dalla vita di colui che un autore ha chiamato "l'Angelo della Divina Provvidenza" San Giuseppe Benedetto Cottolengo. Questo Santo, senza un soldo, iniziava a Torino un'opera che si chiama La Piccola Casa della Divina Provvidenza. E detto "piccola" ma realmente e grande quanto una intera città. Tutti i derelitti della società, in ogni genere di male o di infelicità la sono raccolti. Basti dire che vi si consuma 1 q di sale ogni giorno per il condimento dei cibi, ma vi si consuma ancora 1 q di farina di grano ogni mese per preparare le ostie consacrate per la Santa Comunione. Là si prega giorno e notte e la preghiera ottiene dalla Provvidenza di Dio tutto quanto è necessario. Quest'opera grandiosa non ha un centesimo di entrata fissa, vive tutto sulla carità. Poco dopo l'inizio dell'opera sorsero delle difficoltà burocratiche, quando le Autorità pretesero di esaminare il bilancio preventivo, "La Piccola Casa", rispose il Santo, da i conti alla Provvidenza e non può cambiare sistema, si tengono i conti dei debiti e non di altro". Se gli si domandava come facesse a provvedere a tutto, rispondeva: Chi? Io? Io non provvedo a niente. Una volta una Suora dispensiera gli fece vedere l'ultimo marengo che restava. Il Santo lo gettò dalla finestra. Alla sera giunsero l'elemosine necessarie alle spese del giorno. Quante volte all'ora della refezione non c'era una briciola di pane. Il Santo radunava in Chiesa tutti a pregare, e dopo poco giungeva in quantità il cibo necessario, inviato da qualche sconosciuto. Ma non si cesserebbe più a raccontare soltanto le cose meravigliose che la Divina Provvidenza ha operato anche solo riguardo al Cottolengo.PERCHÉ DIO NON IMPEDISCE PECCATO?Dio non impedisce il peccato perché ha dato all'uomo la libertà e l'aiuto della grazia, affinché divenga egli stesso l'autore della propria felicità o perdizione, a secondo che coopera o resiste alla grazia. Dallo stesso abuso della libertà Dio però ricava il bene affinché sempre e dappertutto risplendano la Sua giustizia la Sua misericordia.PERCHÉ DIO VUOLE O PROMETTE I MALI FISICI CHE CI AFFLIGGONO IN QUESTA VITA?Per questi fini specialmente lo vuole o permette:1) Per punire il peccato. Per il peccato vengono le avversità ed i mali.2) Per convertire i peccatori. Quanti nell'ora del dolore hanno ritrovato la via che conduce a Dio, mentre nel momento delle gioie l'avevano dimenticata.3) Per provare i giusti e renderli degni dell'eterna ricompensa. I Santi hanno, attraverso la tribolazione, acquistato i più grandi meriti. Proprio per mezzo delle tribolazioni di questa vita si prepara in noi una grandezza incommensurabile di beni eterni.4) In vista di un bene maggiore. Noi non possiamo conoscere ciò che è meglio per noi. Dio lo sa. Se ad un bambino date una medicina amara, o il chirurgo lo incide, egli crede che gli sia fatto del male, mentre invece si opera la sua guarigione. Così noi, non conosciamo quello che è bene per noi, e tanti avvenimenti li consideriamo come un male, mentre se Dio non li avesse permessi ci saremmo incamminati verso la perdizione eterna.PENSIAMO CHE DIO E' PADRE AMOROSISSIMO: QUELLO CHE FA, LO FA PER IL NOSTRO BENE. CONFORMIAMO SEMPRE LA NOSTRA ALLA VOLONTÀ DI DIO. (La scienza delle scienze) - Giorgio Mastropasqua - Pontifex -