ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi di Maggio 2010

SANTA GIOVANNA D'ARCO VERGINE

Post n°3657 pubblicato il 30 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Giovanna d'Arco, la figlia più piccola di una famiglia di contadini del villaggio di Domrémy, in Francia, nacque nel 1412, in un periodo in cui la nazione era sotto la dominazione inglese a seguito della sanguinosa Guerra dei Cent'anni. Inoltre, la regione era stravolta da una guerra civile che vedeva gli Armagnacchi, partigiani del re, schierati con gli inglesi contro i Borgognoni. Uno dei fattori decisivi di questo conflitto interno era rappresentato dal controllo della città di Orléans, situata in posizione strategica sulla riva della Loira. Una sola cosa avrebbe potuto salvare la Francia e farle superare il suo periodo più oscuro... un miracolo.

Alla morte dei re Enrico V di Inghilterra e Carlo VI di Francia, avvenute entrambe nel 1422, gli inglesi proclamarono Enrico VI, allora ancora bambino, re di Inghilterra e di Francia. L'erede legittimo al trono francese, Carlo VII, si rifiutò di abdicare ribadendo i suoi diritti di successione al trono, ma non potè far celebrare la sua incoronazione secondo il rito ufficiale che avrebbe dovuto tenersi nella città di Reims, allora sotto il dominio inglese. Nel frattempo, nel villaggio di Domrémy, la tredicenne Giovanna d'Arco trascorreva la sua adolescenza in preghiera. La giovinetta non solo era solita confessarsi più volte al giorno, ma spesso udiva "voci" celesti e aveva strane e sorprendenti visioni. Ella stessa racconta: La voce mi disse che dovevo lasciare il mio paese per recarmi in Francia. E aggiunse che avrei posto in assedio la città di Orléans. Mi ordinò di recarmi a Vaucouleurs, da Robert de Baudricourt, capitano della città, che avrebbe affidato alcuni uomini al mio comando. Risposi di essere una semplice ragazza che non sapeva andare a cavallo e ignorava come si conduce una guerra. Sin dall'inizio le fu comunicata la sua missione: era stata scelta da Dio per salvare la Francia e aiutare il Delfino Carlo VII, erede legittimo al trono. Per portare a compimento quanto le era stato comandato avrebbe dovuto indossare abiti maschili, brandire le armi e condurre un esercito. Un giorno, al suo ritorno dai giochi nei campi, Giovanna scopre che gli inglesi hanno invaso il suo villaggio. Nascosta in una credenza, assiste alla morte della sorella diciottenne, violentata e uccisa da alcuni soldati inglesi. In seguito a questo tragico evento, Giovanna viene mandata a vivere dagli zii in un villaggio vicino. Può sembrare alquanto improbabile che questa giovane ragazza innocente, che non era mai andata a scuola e non sapeva né leggere né scrivere, avrebbe un giorno condotto l'esercito francese alla vittoria sulla grande potenza inglese. Eppure nel maggio del 1428, Giovanna, eliminato ogni dubbio sulla sua chiamata divina in aiuto del re, scende in campo. Dopo aver lasciato per sempre l'unica casa che avesse mai conosciuto, Giovanna si reca a Chinon per incontrare il Delfino. In un primo momento, il re e i suoi sudditi non sanno cosa pensare delle parole di Giovanna. Informato sulle presunte "visioni" della ragazza, ma nutrendo al tempo stesso dei sospetti sulle sue intenzioni, Carlo incarica il suo migliore arciere, Jean D'Aulon, di prendere il suo posto. Arrivata al castello, Giovanna si accorge dello scambio e lo rivela apertamente, suscitando lo stupore del re che le concede un colloquio privato. Queste le sue parole a Carlo: Vi porto notizie dal nostro Dio. Il Signore vi renderà il vostro regno, voi sarete incoronato a Reims e scaccerete i nostri nemici. In questo sono la messaggera di Dio: concedetemi la possibilità e io organizzerò l'assedio della città di Orléans. Persuaso a credere alle parole di Giovanna, Carlo la mette a capo di un esercito con il quale raggiungere la vittoria sugli inglesi e assicurare la città di Reims per l'incoronazione. Nonostante siano molti a ritenere che la ragazza sia, nella migliore delle ipotesi, un'isterica innocua e, nella peggiore, una vera e propria minaccia non solo al trono, ma alla stessa vita del re, tutti percepiscono in lei un'aurea magica e un'irresistibile capacità di persuasione. Giovanna si presenta sul campo di battaglia con indosso un'armatura bianca e con un proprio vessillo. L'apparizione impressiona profondamente entrambi gli eserciti, non abituati a vedere una donna impegnata nei combattimenti. Schierata nelle trincee al fianco dei suoi uomini, la Pulzella d'Orléans conduce alla vittoria i francesi, rinvigoriti e ispirati dal loro nuovo comandante. Ma la battaglia non è ancora finita: Giovanna, determinata a sferrare un altro attacco, raduna nuovamente le truppe per liberare per sempre la città di Orléans dalla dominazione inglese. Nonostante il valore con cui viene condotto l'attacco, gli uomini del suo esercito, già esausti, perdono ogni speranza quando la ragazza viene colpita in pieno petto da una freccia. I francesi si ritirano e si prendono cura della giovane donna ferita. Gli eserciti di Francia continuano a trionfare sugli inglesi, sempre più indeboliti, ma, ben presto, alla vista della carneficina causata dai numerosi scontri, Giovanna inizia a provare un profondo rimorso. Sopraffatta dall'entità del massacro, la Pulzella contatta gli inglesi proponendo loro di ritirarsi. Un estratto della lettera inviata da Giovanna al re d'Inghilterra nel 1429 ce la mostra come una paladina della fede: Sovrano d'Inghilterra, rendete conto delle vostre azioni al Re dei Cieli che vi ha conferito il vostro sangue reale. Restituite le chiavi di tutte quelle care città che avete strappato alla Pulzella. Ella è stata inviata dal Signore per reclamare il sangue reale ed è pronta alla pace se le darete soddisfazione rendendo giustizia e restituendo quanto avete preso. Sovrano d'Inghilterra, se non agirete in siffatta maniera, io mi porrò a capo dell'esercito e, ovunque sul territorio di Francia trovi i vostri uomini, li costringerò a lasciare il paese, anche contro la loro stessa volontà. Se non dovessero obbedire a questo ordine, allora la Pulzella comanderà che vengano uccisi. Ella è inviata dal Signore dei Cieli per scacciarvi dalla Francia e promette solennemente che se non lascerete la Francia, ella, al comando delle truppe, solleverà un clamore quale non si è mai udito in questo paese da mille e mille anni. E confidate che il Re dei Cieli le ha conferito un potere tale da rendervi incapaci di nuocere a lei o al suo coraggioso esercito. Come per miracolo l'esercito inglese si ritira. Si tratta di una vittoria sorprendente che consente l'incoronazione di Carlo a Reims. Una volta incoronato, Carlo VII sembra pienamente soddisfatto. Non altrettanto Giovanna, che decide di continuare a combattere. Le sue truppe, ridottesi ormai da varie migliaia a poche centinaia di uomini, sono stanche e affamate. Aulon la informa che non soltanto Carlo ha abbandonato l'intenzione di fare una guerra, ma sta ordendo dei piani per tradirla. Rinnovando la sua fede in Dio, la giovane si sente obbligata a continuare a combattere con determinazione fino a quando le "voci" non le ordinino altrimenti. Contro ogni parere, la Pulzella fa volta verso Compiègne dove ha luogo una battaglia durante la quale viene fatta prigioniera dai Borgognoni, un gruppo di mercenari che sostengono gli inglesi. Venduta al suo nemico, Giovanna si risveglia in una cella insieme alla sua Coscienza, che le appare nelle vesti di un misterioso uomo incappucciato. L'uomo incrina la volontà ferrea della giovane e le pone delle domande che la spingono a mettere in dubbio la veridicità delle sue visioni. Abbandonata da tutti, Giovanna viene accusata di eresia e di stregoneria. Ha quindi inizio il processo per dimostrare che è una strega. Più e più volte le vengono poste domande sulle sue visioni e sulla sua fede nella Chiesa Cattolica. Fra una seduta e l'altra, la giovane conferisce con la Coscienza, che critica la sua fiducia in lui e la sua ingenuità. Giovanna ne è devastata e comincia a perdere le speranze. Poco prima che il processo si concluda, viene chiesto alla Pulzella di rinunciare ai suoi intenti passati e di giurare di non indossare più armi o abiti maschili, pena la morte sul rogo. Giovanna acconsente e viene condannata alla prigione a vita. All'ultimo momento, però, la giovane donna si rifiuta di sottomettersi al giudizio di una corte inglese. La sua decisione fa di lei un'eretica impenitente e la destina a morte certa. Nel maggio del 1431, Giovanna d'Arco venne bruciata sul rogo nella piazza del Mercato Vecchio di Rouen. Tra il fumo e le faville, mentre già il suo corpo era avvolto dalle fiamme, fu udita gridare con voce forte, per sei volte Gesù!, poi chinò la testa e spirò. Siamo tutti perduti!-gridarono i carnefici-abbiamo bruciato una santa. Diciannove anni dopo, quando Carlo VII rioccupò Rouen, Giovanna fu riabilitata. Canonizzata nel 1920,  eroina tra le più fulgide della storia, Giovanna d'Arco  ha ispirato scrittori e musicisti, come Shakespeare, Schiller, Verdi, Listz e Shaw, perché simbolo di fede, di eroismo e di amore patriottico. Solo nel 1996, nella soffitta di una casa colonica francese, è stata rinvenuta quella che verosimilmente pare essere stata l’armatura di Giovanna, con tanto di segni coincidenti con le ferite che la santa riportò in battaglia. - [idm_buonagiornata] -

 
 
 

LA SANTISSIMA TRINITA'

Post n°3656 pubblicato il 30 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La solennità della Santissima Trinità è la festa del "Dio unico in Tre Persone". Con questo è già detto tutto, ma tutto resta ancora da capire, accogliere con amore, adorare nella contemplazione. Il tema ha una importanza centrale sul fronte missionario. Si afferma, con facilità, che tutti i popoli - anche i non cristiani - sanno che Dio esiste e che anche i 'pagani' credono in Dio. Questa verità condivisa – pur con alcune differenze, riserve e la necessità di purificare immagini e rapporti - è la base che rende possibile il dialogo fra le religioni, e in particolare il dialogo fra i cristiani e i seguaci di altre religioni. Sulla base di un Dio unico comune a tutti, è possibile tessere un'intesa fra i popoli in vista di azioni concertate a favore della pace, in difesa di diritti umani, per la realizzazione di progetti di sviluppo e crescita umana e sociale. Su questo fronte abbiamo visto gesti coraggiosi e positivi di intesa e collaborazione, promossi anche da grandi Papi, come Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II; ma sempre nella chiara consapevolezza che tutto questo è soltanto una parte dell'azione evangelizzatrice della Chiesa nel mondo. Per un cattolico l'orizzonte di relazioni fondate sull'esistenza di un Dio unico non è sufficiente, e tanto meno lo è per un missionario cosciente della straordinaria rivelazione ricevuta per mezzo di Gesù Cristo, rivelazione che abbraccia tutto il mistero di Dio, nella sua unità e trinità. Il Vangelo che il missionario porta al mondo, oltre a rafforzare e perfezionare la comprensione del monoteismo, apre all'immenso, sorprendente mistero del Dio-comunione di Persone. La parola 'mistero' è da intendersi più per ciò che rivela che per quello che nasconde. In questa materia è meglio lasciare la parola ai mistici. Per S. Giovanni della Croce "c'è ancora molto da approfondire in Cristo. Questi infatti è come una miniera ricca di immense vene di tesori, dei quali, per quanto si vada a fondo, non si trova la fine; anzi in ciascuna cavità si scoprono nuovi filoni di ricchezze". Rivolgendosi alla Trinità, S. Caterina da Siena esclama: "Tu, Trinità eterna, sei come un mare profondo, in cui più cerco e più trovo, e quanto più trovo, più cresce la sete di cercarti. Tu sei insaziabile; e l'anima, saziandosi nel tuo abisso, non si sazia, perché permane nella fame di te, sempre più te brama, o Trinità eterna". La rivelazione cristiana del Dio trino offre parametri nuovi sul mistero di Dio. Sia in se stesso, sia nei suoi rapporti con l'uomo e il creato, come pure per le relazioni fra le persone umane. Un anonimo ha trasmesso il seguente dialogo, scarno ma essenziale, tra un musulmano e un cristiano.

- Diceva un musulmano: "Dio, per noi, è uno; come potrebbe avere un figlio?"
- Rispose un cristiano: "Dio, per noi, è amore; come potrebbe essere solo?"

Si tratta di una forma stilizzata di 'dialogo interreligioso', che manifesta una verità fondamentale del Dio cristiano, capace di arricchire anche il monoteismo ebraico, musulmano e delle altre religioni. Infatti, il Dio rivelato da Gesù (Vangelo) è soprattutto Dio-amore (cf. Gv 3,16; 1Gv 4,8). È un Dio unico, in una piena comunione di Persone. Egli si rivela a noi soprattutto come un "Dio misericordioso e pietoso" (I lettura); "Dio ricco di misericordia" (Ef 2,4). È questo il vero volto di Dio che tutti i popoli hanno il diritto e il bisogno di conoscere * dai missionari della Chiesa. Per questo, afferma il Concilio, "la Chiesa pellegrinante è missionaria per sua natura, in quanto essa trae origine dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo, secondo il progetto di Dio Padre" (Ad Gentes 2). Nei primi numeri dello stesso Decreto il Concilio spiega l'origine e il fondamento trinitario della missione universale della Chiesa, offrendo, tra l'altro, una delle più alte sintesi teologiche di tutto il Concilio.

PREGHIERA ALLA SANTISSIMA TRINITA’

Trinità Santa,
unico Dio infinito ed eterno,
ti rendiamo grazie per i tuoi mirabili interventi
nella storia della salvezza
e ti lodiamo nel tuo ineffabile mistero.

Nella tua immensa condiscendenza
hai colmato di grazia la Vergine Maria,
figlia di Sion e nostra sorella
rendendola madre e discepola del Figlio,
figlia amata del Padre,
tempio vivo dello Spirito Santo.

Contemplando Maria noi pensiamo a te,
adorabile Trinità,
e ci sentiamo con lei amati dal Padre,
redenti da Cristo e rinnovati dallo Spirito.

Una cosa sola ti chiediamo:
rendi le nostre Chiese tua autentica icona,
una sola comunità nel rispetto delle persone,
e nella ricerca di unità nell'amore.

Tu sei il Dio Uno e Trino,
che vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen.

( XX Congresso mariologico Mariano Internazionale 15-24 settembre 2000) -

[idm_buonagiornata] -

 
 
 

MESE DI MAGGIO CON MARIA: PREGA PER NOI ADESSO - 30 MAGGIO -

Post n°3655 pubblicato il 30 Maggio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

“Maria, Madre di Dio, prega per noi... adesso. Non vogliamo accumulare, capitalizzare sicurezze. Ci basta sa­pere che "adesso" preghi per noi, ci proteggi. Abbi pietà dei troppi "adesso" trascurati, ignorati, disattesi". (A. Pronzato). Prega per noi, adesso...
   A Maria - la Vergine dell'Avvento - chiediamo di ren­derci vigilanti nell’attesa, così che, finito l'unico corso della nostra vita terrena, possiamo entrare al banchetto nu­ziale ed essere annoverati tra i beati. A lei, da noi con­templata nella gloria della Città di Dio, chiediamo "la vit­toria delle prospettive eterne su quelle temporali, della vi­ta sulla morte"(Paolo VI). A lei, modello compiuto del di­scepolo di Cristo, chiediamo di saper essere "artefici del­la città terrena e temporale, ma pellegrini solerti verso quella celeste ed eterna; promotori della giustizia che li­bera l'oppresso e della carità che soccorre il bisognoso, ma soprattutto testimoni operosi dell'amore che edifica Cristo nei cuori" (Paolo VI).
   "Madre della speranza, cammina con noi! Cammi­na con l'uomo di questo inizio di Terzo Millennio, con l'uomo di ogni razza e cultura, d'ogni età e condizione. Cammina con i popoli verso la solidarietà e l'amore, cam­mina con i giovani, protagonisti di futuri giorni di pace. Hanno bisogno di Te le Nazioni che di recente hanno riac­quistato spazi di libertà ed ora sono impegnate a costrui­re il loro avvenire. Ha bisogno di Te l'Europa che dall'E­st all'Ovest non può ritrovare la sua vera identità senza ri-scoprire le comuni radici cristiane". (Giovanni Paolo Il)

Fioretto: Mi metterò nelle mani della Madonna e farò un atto di carità per perseverare nel cammino della sal­vezza.

Giaculatoria: "Se insorgono i venti delle tentazioni, guarda la stella, invoca Maria".

 Dalla rivista mensile religiosa "PAPA GIOVANNI" n. 4, realizzata dai ‘Sacerdoti del S. Cuore’ (Dehoniani)

 
 
 

GIANCARLO GIANNINI: NON ESISTE UN FUTURO SENZA TRADIZIONE. INDISPENSABILE DIFENDERE LE ORIGINI E I VALORI

Post n°3654 pubblicato il 29 Maggio 2010 da diglilaverita
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Conversare con Giancarlo Giannini, icona del buon cinema, é sempre un immenso piacere. Si presta volentieri e con grande cortesia al dialogo, schivando con esperienza, i colpi bassi che i perfidi giornalisti gli tendono di volta in volta: " so che siete pericolosi, ma ho una certa dimestichezza", ammonisce. Giannini, é reduce da un bel film, La bella società, nel quale in Sicilia e ad Enna recita la parte di farmacista, padre di un " bamboccione" viziato. Parla in perfetto siciliano. Giannini, sembra il Mimì metallurgico, come mai tanta passione per il siciliano?: " intanto perché amo la Sicilia, pur nno essendo siciliano. Poi ho studiato da siciliano calandomi in quella realtà sotto la guida di Turi Ferro, ne ho apprezzato le sfumature e modestamente me la cavo. Anzi le dico che il catanese, rispetto ad altri dialetti siculi, é il più espressivo". Un siciliano convincente, molto meglio di altri ,specie uomini di polizia da film, che lo parlano ma in modo improbabile: " ho capito a chi allude, non replico e dico che stimo tutti i colleghi, sono bravi, servito". Anche chi a Cannes ha sparato sull' Italia dopo un premio?: " le ripeto, le polemiche non sono il mio forte. Penso a me, io avrei evitato". Il film La bella società ( una pellicola che gode di poco battage, ma che, vi assicuriamo, merita davvero di essere vista), difende gelosamente valori e tradizioni di un tempo, contento?: " io ho sempre creduto nel significato della tradizione e penso che non esista un futuro certo senza la riscoperta e la valorizzazione del passato. Sbaglia chi nel nome di uno strano modernismo pretende di cancellare il passato e valori quali la famiglia, il legame con la terra di origine, l' amore tra padre e figlio, sono messaggi positivi. Noi attori abbiamo il dovere etico di lanciare messaggi di bene, e non di male, evitare la violenza in nome dell' amore". Lei fa il padre di un bamboccione che sembra un poco il figliol prodigo, ma non ostante i dispiaceri, lo perdona sempre: " la vita é misericordia, amore, tolleranza, mai debolezza. La parabola del Figliol prodigo mi ha affascinato, ma mi dica lei qual padre di buon cuore lascerebbe il figlio per strada. Io sono un padre molto legato ai figli senza opprimerli, mia moglie é più rigorosa. Io mi limito a dire, guarda che se guidi a duecento all' ora ti ammazzi, ma non lo massacro. Credo nel concetto di responsabilità". Che cosa apprezza nel papa attuale?: " io sono cattolico ed anche praticante e non mi vergogno a dirlo, forse oggi non é politicamente corretto. Ma ritengo che il Papa faccia il suo dovere di Papa a richiamare e sottolineare la differenza tra bene e male, non ribadendola allora tradirebbe il suo mandato. Oggi, in tempi di relativismo etico e culturale, abbiamo bisogno di chiarirci le idee tra quello che é bene e quello che é male, ovvero sul concetto del diritto naturale. Poi ognuno é libero di credere o no, la religione non si impone. Ma penso che molti guai siano cominciati con la caduta del senso di responsabilità tra i giovani. ecco perché il Papa come ogni educatore, fa bene a richiamare su queste verità". Poi aggiunge: " in sostanza é vitale capire che esiste una etica del bene ed una etica del male". Le piaceva la messa antica?: " eliminare il latino anche nelle scuole é stato un errore, proprio perché pensava di fare fuori la tradizione, le nostre origini. Molti non sanno da dove arrivano certe parole. In quanto alla antica liturgia, la mia opinione é che la messa essendo mistero e sacrificio tendente al trascendente al quale sarebbe bene guardare, non deve essere necesariamente compresa tutta. La fede é una sana irrazionalità mistica". Ora sta preparando un nuovo film: " sì, farò appunto la parte di un mistico, che per capire e vedere il mondo della gloria, é anche disposto alla morte, ma lui crede". - Bruno Volpe - Maddalena Cassano - Pontifex -

 
 
 

E' LA PEDOFOBIA LA NOSTRA CONDANNA

Post n°3653 pubblicato il 29 Maggio 2010 da diglilaverita
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Cosa ci si può attendere di buono da un’umanità che teme l’imprevisto peggio della peste e rifiuta i bambini come intrusi inquinanti e antieconomici?

Rovente dibattito sul Journal of Medical Ethics: “Fare figli è solo irrazionale o anche immorale”? Fior di filosofi quali Hayry, Bennett o Holm disputavano di recente tra queste due sponde con argomenti ferrei: “Far figli non dà vantaggi socioeconomici, dunque è irrazionale” dicevano gli uni, e gli altri rispondevano: “Ma ogni essere umano è destinato a soffrire, dunque farlo nascere è esporre un essere al dolore, cioè è immorale”. Non è fanta-filosofia, dato che erano davvero convinti delle loro affermazioni in cui l’ipotesi che far figli è un fatto naturale come respirare non era neanche accennato; fatto triste, ma da cui capiamo che il bambino è il vero “straniero” nel mondo di oggi. Non se ne fanno più. Quelli che nascono sono dei sopravvissuti al vaglio della diagnosi prenatale genetica di cui l’Italia ha il record mondiale: sette ecografie di media per gravidanza (ne basterebbero 1-2) e oltre 100.000 amniocentesi l’anno. Non si vedono più. Scomparsi dalle strade, per vedersi tra loro li ingabbiamo in “feste” e invece di giocare “fanno sport”. Una volta erano i padroni dei vicoli, oggi sono animali domestici che escono solo se il genitore ha tempo di scarrozzarli. Bambini cui è vietato toccare tutto - sporcarsi è follia - e questo li priva delle esperienze basilari e della prima prevenzione da allergie e infezioni; che non si possono permettere di sapere cosa è un fratello, un cugino, che non vedono più allevare i bambini più piccoli (le mamme non ne fanno più e ne parlano con spavento) e dunque non imparano ad allevarli quando toccherà a loro. Sono tutto tranne che “bambini”: “intrusi” finché non decidiamo che possono nascere, poi “bambolotti” da mostrare alle amiche, quindi “juke-box” dei desideri infantili frustrati dei genitori e infine degli “elisir di eterna giovinezza”… per noi vecchi. Perché al mondo ha cittadinanza solo chi può far a meno degli altri, e i bambini (così come gli anziani e i malati) non possono, dunque sono invisibili, valgono solo nella misura in cui ci scimmiottano o ci fanno far bella figura. E le famiglie con più figli sono guardate con sospetto, perché obbligano a fare i conti con i termini gratuità, o imprevisto, che sono al bando nella società occidentale governata da chi - come l’ONU - raccomanda di non far figli per prevenire il surriscaldamento globale (British Medical Journal novembre 2009). I bambini sono dei sovversivi: la società non li vuole. Si chiama pedofobia quest’avversione all’idea stessa di bambino, che fa trionfare la politica del figlio unico proprio come in Cina, solo che lì è un obbligo di legge, qui è un obbligo “sociale”, ma l’effetto (e la tragedia) è lo stesso. Nella società pedofobica il bambino si sente indesiderato: “Triste scoperta ragazzi, siamo facoltativi!”, scriveva Joaquin Lavado, e questa coscienza a detta di alcuni psichiatri genera una sorta di sindrome del sopravvissuto, per la quale si devono cercare sensazioni estreme per confermare di esser vivi e si sente un senso di colpa: io sono vivo, ma altri (mio fratello, mia sorella) non erano idonei e sono stati “respinti”… per far nascere me. Come dicono i sociologi, vivono di riflesso dei desideri dei genitori: in fondo, in maggioranza sono arrivati a nascere perché erano “graditi”. Questo non aiuta ad un equilibrato sviluppo affettivo, ma c’è dell’altro. I ragazzi hanno accesso a tutto il sesso del mondo, ma divieto assoluto non solo di fare ma anche di pensare a far figli; vivono in un mondo che impone una sessualità commerciale precoce, ma che anche impone di non fare famiglia, e li obbliga a giocare col loro corpo che non conoscono e li disturba (il corpo sta all’adolescente come una mosca al naso del gatto), castrati moralmente perché tutto impone di fare sesso ma assolutamente non fare figli. E nella società pedofobica gli adolescenti, che un tempo pensavano di trasgredire abortendo, la rivolta la fanno facendo figli: ed è il boom delle gravidanze teenager (nonostante i 6 milioni spesi dal governo inglese in prevenzione e preservativi gratis), a sfida degli adulti, come il gruppo di 17 amiche negli USA che hanno deciso di restare incinte (i padri sono anonimi) tutte insieme; ed è un fiorire nelle di programmi TV su questo tema, da Juno a “16 and pregnant” a “Vita segreta di una teenager americana”, segno di una sete di qualcosa che manca, di un equilibrio rotto. In una società pedofobica fiorisce la pedofilia, follia figlia di uno sviluppo affettivo alterato e del vedere il bambino come un oggetto. Un tempo ce n’era meno forse perché lo sviluppo affettivo non veniva danneggiato dal sentirsi “programmati” e non “voluti”, dalla censura della sola idea di procreare e far famiglia. C’era meno pedofilia soprattutto perché non si vedeva il bambino come un oggetto, un “prodotto”, un bene di consumo, una “scelta”, un “diritto”. Se ci sono dei mascalzoni criminali, dei malati mentali che portano questo alle estreme conseguenze, che li usano, li violentano, li fotografano, che siano insegnanti, preti, registi o altro, c’è forse da stupirsi? E si deve solo far scattare le manette o ripensare al tipo di messaggio che respiriamo ogni giorno rispetto ai rapporti più umani, quelli verso la vita? Non ci stupisce la pedofilia in un mondo in cui i figli sono progettati in base al colore degli occhi, scartati prima di nascere se hanno minime anomalie magari curabili, cioè se tutti li guardiamo come guardiamo un’auto o un vestito nuovo. Scriveva nel 1963 Bob Dylan: “Avete sparso la peggior paura: paura di mettere figli al mondo. Poiché insidiate il mio figlio non nato e senza nome, voi non meritate il sangue che scorre nelle vostre vene”; la pedofilia è il miasma che scaturisce da questa paura, dal rifiuto di quello che non è programmabile, di un “tu” – il bambino – che per definizione non si possiede. Nasce da me ma non è mio. -  Carlo Bellieni - Membro Corrisp. Pontificia Academia Pro Vita - tempi -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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