ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi di Dicembre 2011

BUON ANNO, TUTTI I GIORNI, CON IL VERO SENSO DEL NATALE

Post n°6526 pubblicato il 31 Dicembre 2011 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Quante volte in questi giorni abbiamo sentito dire in giro o in televisione “Ma cosa ti aspetti dal nuovo anno?” oppure sotto Natale “Cosa ti porterà Babbo Natale?” o “Cosa ti ha portato la Befana?” in occasione dell’Epifania? Quante volte ci sono stati offerti a buon mercato oroscopi e previsioni per un 2012 sereno o almeno senza sorprese negative?
 
Ormai non siamo più tanto ingenui da credere al vecchio signore rubicondo col pancione, né alla brutta signora con la scopa, né a sedicenti studiosi delle stelle o forse sì; forse lo siamo perché davvero ci manca qualcosa, qualcosa per andare oltre, per puntare in alto, per guardare la realtà con occhi limpidi e il futuro con uno sguardo di speranza. Nessuno è esente perché anche cristiani “doc” ci fermiamo a volte a chiedere ad un bimbo “Che cosa ti ha portato Gesù Bambino?”. Sì, in fondo la domanda è più corretta e “cattolica” delle precedenti, ma la dice lunga su come ingenuamente consideriamo il tempo di Natale pur vivendolo da praticanti. Possiamo ridurre il Gesù Bambino alla stregua di Babbo Natale o della Befana?

Possiamo pensare che sia “uno” che porti i regali che troviamo sotto gli alberi? C’è un’attualità fatta di persone, situazioni, problemi, sofferenze, risorse, debolezze e ricchezze che non ha più bisogno di attendere qualcosa per il nuovo anno perché l’incarnazione di Cristo è già avvenuta e il Natale ci ricorda questo, cioè che tutto ciò che è davvero importante per l’uomo ci è già stato portato 2012 anni or sono! Possiamo crederci o no, ma questo è un fatto storico che ha cambiato la storia e l’ha resa storia della salvezza per tutti grazie all’azione dello Spirito Santo nella Chiesa e ai tanti uomini e donne che hanno persino dato la vita (e la danno ancora oggi!) nel nome di Gesù.

Non è questo un discorsetto edificante post-natalizio, poiché non si riempie lo stomaco di chi non ha nulla da mangiare con le belle parole, né si curano le malattie dicendo che Gesù si è fatto uomo, tanto più che non si riporta neanche la pace in famiglia o nel mondo se non ci si mette in gioco in prima persona e si va dal Natale verso la vita, dalla festa verso l’ordinario, dal passato al presente, dall’aver ricevuto un grande dono al donarsi.

Da cristiani non portiamo un bel niente se non annunziamo il rivoluzionario messaggio del Dio che si è fatto uomo ed è morto e risorto per tutti, se il messaggio concreto del Natale non si trasforma in annunzio pasquale, se il legno della mangiatoia non diviene il legno della croce, se il canto degli angeli non dice “Gesù è risorto”, se i pastori e i Magi non diventano apostoli! Ieri come oggi ci viene detto di amare Dio e amare l’uomo, e di farlo incondizionatamente.

(Quaderni Cannibali) - autore: Marco Pappalardo - donboscoland.it -

 
 
 

TE DEUM

Post n°6525 pubblicato il 31 Dicembre 2011 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Carissimi al termine di quest'anno raccogliamoci in preghiera e ringraziando per l'anno passato, per le gioie e per i dolori, offriamo al Signore l'anno che viene che possa essere consacrato a Lui, che possiamo vivere nella pace e nell'amore ogni giorno ed affrontare ogni giorno con la sua forza e la sua grazia.
Alla fine di questo  2011 vogliamo unirci con la Chiesa universale nel canto del Te Deum, la proponiamo anche e soprattutto per chi stasera è impossibilitato a recarsi a Messa. Sia questo il canto di lode a Dio e di invocazione per questo mondo così bisognoso di Dio.
   
Te Deum
 
Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo è il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli e la candida schiera dei martiri
Le voci dei profeti si uniscono nella lode
la santa Chiesa proclama la tua gloria:
Padre di infinita maestà;
adora il tuo unico Figlio, e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria, eterno Figlio del Padre,
Tu nascesti dalla Vergine Madre per la salvezza dell'uomo.
Vincitore della morte, hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre.
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore, che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria nell'assemblea dei santi.
Salva il tuo popolo, Signore, guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore, di custodirci senza peccato.
Abbi pietà di noi Signore, abbi pietà.
Sia sempre con noi la tua misericordia: in te abbiamo sperato.
Tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno.

-Benediciamo il Padre, e il Figlio con lo Spirito Santo.
-Lodiamolo e glorifichiamolo nei secoli.
-Benedetto sei o Signore, nel firmamento dei cieli.
-Lodevole e glorioso e sommamente esaltato nei secoli.

 

Messaggio del 1 gennaio 1985 (Messaggio dato al gruppo di preghiera)

"Vorrei che per voi questo sia per voi un anno santo. Desidero che in quest’anno vi abbandoniate a me ancor di più. Pensate, io sono apparsa per la prima volta nell’anno 1981 e ora siamo nel 1985. Vedete da voi che ormai sono qui da lungo tempo. Ringraziate perciò Dio che mi permette di stare qui da tanto tempo. Ma nonostante un tempo così lungo, mi sembra che voi vi siate mossi molto poco. Perciò, ora che comincia un nuovo anno, cominciate anche voi a muovervi! Io vi benedico."

- IdM-Buona giornata! - Innamorati di Maria -



 
 
 

DON VERZE' E LO SMEMORATO "CORRIERE DELLA SERA"

Post n°6524 pubblicato il 31 Dicembre 2011 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Oggi, sul San Raffaele di don Verzè maramaldeggiano tutti. Sino a ieri, invece, ci si scappellava, alla grande. Con un’unica eccezione importante: Il Foglio di Giuliano Ferrara.

Sul Corriere della Sera del 18 dicembre, Aldo Grasso, scrive che delle porcherie di don Verzè sapevano tutti, dagli anni Ottanta. Sapevano Berlusconi (lui sa sempre a prescindere, per alcuni…), amico del prete manager; sapeva la regione Lombardia (una frecciatina a Formigoni sul Corriere è sempre buona, troppo ciellino); sapevano i “professori  dell’Università san Raffaele” (nessun nome viene però fatto)…

Sapevano tutto tutti, dunque. Però Aldo Grasso dimentica di inserire nella sua lista di coloro che sapevano, il Corriere della Sera. No, lì, dove scrive lui, sembra al Grasso, non sapevano nulla.

Pur avendo la sua sede, il Corrierone, proprio a Milano, nella patria di Verzè. Dove tutti sapevano, tranne il più importante organo di informazione della città. Pur essendo molti collaboratori del Corriere, da Emanuele Severino ad Edoardo Boncinelli, sul libro paga dell’Università Vita-Salute San Raffaele di don Verzè.

Anzi, ricordiamolo: il Corriere era uno dei grandi sponsor di don Verzè, nella sua veste improbabile di riformatore ultra-modernista della Chiesa cattolica. L’alter ego del cardinal Martini, tanto amato da Ferruccio de Bortoli. Qualcuno ricorda la pubblicità offerta dal quotidiano di via Solferino, al libro ereticale del cardinal Martini e dello stesso Verzè: “Siamo sulla stessa barca” (edizioni san Raffaele)?

Il libro piaceva, perché metteva in dubbio molte verità dogmatiche della fede cattolica.

Allora don Verzè tornava utile, come il sempre verde cardinal Martini. A proposito, costui sapeva? Il cardinale di Milano per tanti anni, non aveva mai avuto sentore dei comportamenti del prete manager fissato con la vita eterna, ma sulla terra? Eppure, anche senza conoscerne gli intrallazzi economici, si potevano conoscere le sue eresie propalate a piene mani.

Prendiamo il successore di Martini, il cardinal Tettamanzi: un tempo sponsor dei pro life, poi cominciò a prediligere altre posizioni. Era lui il cardinale, dopo Martini, nella cui città don Verzè aveva organizzato la famosa università, in cui insegnavano personaggi come il prete spretato Vito Mancuso, oggi idolo di Repubblica (lui, sapeva?); come Roberta de Monticelli, avversa alla Chiesa su molte posizioni etiche, in particolare sul tema dell’eutanasia; come Massimo Cacciari; come Edoardo Boncinelli, lo scienziato che difende la clonazione e che sostiene che la vita umana non ha alcun senso perché Dio non esiste; come padre Enzo Bianchi, firma de La Stampa, anch’egli su posizioni ultra moderniste; come mons. Bruno Forte, il teologo “innovatore”, o come Luca Cavalli Sforza, che un giorno ebbe a dichiarare di sopportare tutte le religioni, tranne quella cattolica…
Martini, Tettamanzi, sapevano? Certamente conoscevano almeno le idee eterodosse di don Verzè, le sue eresie, le persone fieramente anti-cattoliche di cui si circondava.

E al Corriere? Quantomeno si conoscevano, e si apprezzavano, le idee dell’imbarazzante soggetto in questione. Potremmo, a dimostrazione, rispolverare un paginone intero del Corrierone: don Verzè che spiegava cosa avrebbe fatto lui se fosse stato fatto papa. Nientemeno. Sì perché il don sospeso a divinis ma poi lasciato fare senza disturbo, credeva di essere lui, il più adatto a ricoprire quel ruolo. Rileggete quell’articolo del 3 settembre 2010: il maniaco di grandezza, che comperava jet personali, cupole galattiche e altro ancora, mescolava dichiarazioni pauperistiche ridicole, con eresie evidenti.
Scriveva per esempio: “Se io fossi papa? Scenderei da solo, senza bardarture a star con la gente. Scenderei  non da sacri palazzi, ma da un semplice appartamento, come un buon parroco… Eliminerei il cardinalato e  tutte le disparità di sapore feudalesco…”. Tutta una critica, insomma, alla Chiesa, al papa vero, mescolando eresie, sciocchezze e finta umiltà. Ma al Corriere Verzè piaceva assai.

Come piaceva, per fare un altro nome, a Nichi Vendola, che nel 2010 ha sottoscritto un accordo con il Verzè per la nascita in Puglia della Fondazione san Raffaele del Mediterraneo.
Sì, perché al san Raffaele, oltre ai professori citati, si faceva ricerca contro le regole della Chiesa. Si difendeva e praticava la fecondazione artificiale, con il bollino del dottor Alfredo Anzani, responsabile della Segreteria del Comitato (per nulla) Etico del san Raffaele, e fratello di quel Giuseppe Anzani che ricopre la carica di vice presidente nazionale del Movimento per la Vita (pur sostenendo anche lui posizioni molto ambigue in campo bioetico sempre riguardo alla fecondazione extracorporea).

L’unico che non andava bene, al San Raffaele, era Angelo Vescovi, lo scienziato italiano, pioniere nello studio delle staminali, che però nel referendum del 2005 si schierò per la difesa dell’embrione. Vescovi non è cattolico, ma è serio: non poteva non dire la verità sull’embrione umano, e la disse più volte, soprattutto grazie al Foglio di Ferrara. Per lui si chiusero le porte dell’ospedale di Verzè. Così, tanto per rinfrescare la memoria a Grasso e al Corrierone.

- Francesco Agnoli - labussolaquotidiana.it -

 
 
 

31 DICEMBRE: L'ULTIMO CAPODANNO E POI LA FINE DEL MONDO?

Post n°6523 pubblicato il 31 Dicembre 2011 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Libri, trasmissioni televisive e film ci spiegano che il mondo finirà il 21 dicembre 2012. Lo assicura, dicono, una profezia degli antichi Maya. Che cosa c’è di vero?

Per rispondere con una parola sola: nulla. Ammettiamo che gli antichi Maya abbiano davvero previsto la fine del mondo per il 21 dicembre 2012. Questo ci direbbe qualcosa sui Maya, ma nulla sulla fine del mondo. La cultura e le credenze dei Maya non sono “la verità” ed è bizzarro che qualcuno oggi le prenda come guida. Per esempio, i Maya credevano che gli dei avessero bisogno di sacrifici umani, un elemento assolutamente centrale nella loro cultura. Credevano anche che migliaia di sacrifici umani avrebbero reso i loro regni invincibili ed eterni. Non è successo: i regni Maya sono stati spazzati via dalla conquista spagnola.

Ma i Maya hanno, in effetti, previsto la fine del mondo per il 21 dicembre 2012?

No. Si tratta di una teoria inventata da un teorico del New Age nato in Messico ma cittadino statunitense, José Argüelles (1939-2011), a partire dagli anni 1970 e illustrata particolarmente nel suo volume del 1987 The Mayan Factor (in italiano Il fattore maya. La via al di là della tecnologia, WIP, Bari 1999). Argüelles ha ottenuto un dottorato e ha tenuto corsi in varie università, ma la sua materia è la storia dell’arte, non l’archeologia o la cultura Maya. Inoltre egli ha francamente dichiarato che molte sue teorie derivano da “visioni” che avrebbe avuto sotto l’influsso dell’LSD. Neppure un solo specialista accademico dei Maya ha mai preso sul serio Argüelles o le sue teorie sul 2012 e “ciarlatano” non è neppure la più severa fra le molte espressioni sgradevoli che la comunità accademica ha usato nei suoi confronti.

Su che cosa si basa l’idea della profezia Maya sul 2012?

Sul fatto che per i Maya questo mondo è iniziato a una data che può essere calcolata. Varie fonti danno diverse versioni, ma la data più diffusa corrisponde all’anno 3114 a.C. del nostro calendario. Da questa data iniziano cicli di anni chiamati b’ak’tun. Molti testi Maya parlano di venti b’ak’tun, dopo di che finirà questo mondo o ciclo. In una data fra il 21 e il 23 dicembre 2012, sempre secondo la versione più attestata dalle fonti del calendario Maya, finirà il tredicesimo b’ak’tun e inizierà il quattordicesimo. In genere la fine di un b’ak’tun per i Maya è occasione di celebrazioni e feste. Le iscrizioni e altre fonti che parlano di avvenimenti rilevanti in occasione della fine del tredicesimo b’ak’tun, nel dicembre 2012, fanno riferimento appunto a celebrazioni. Argüelles e i suoi sostenitori insistono sul Monumento 6 del sito archeologico Maya di Tortuguero, in Messico, che in corrispondenza della fine del tredicesimo b’ak’tun allude in termini peraltro confusi alla discesa di divinità e al fatto che “verrà il nero”. I commentatori accademici delle iscrizioni di Tortuguero pensano che si faccia riferimento anche qui a future cerimonie. In ogni caso, se si guarda al complesso dei testi di Tortuguero, si trovano riferimenti anche ai b’ak’tun dal quattordicesimo al ventesimo, per cui è certo che i Maya dell’epoca di questi monumenti (secolo VII d.C.) non pensavano che il mondo sarebbe finito nel nostro 2012, cioè alla fine del tredicesimo b’ak’tun. E non è neppure certo che i Maya pensassero a una fine del mondo con la fine delventesimo b’ak’tun (da cui comunque ci separa qualche millennio) perché prima del nostro mondo ce n’era stato un altro, e potrebbe dunque trattarsi della fine di un mondo e non del mondo. Rimane anche vero che delle credenze dei Maya noi abbiamo un quadro incompleto e frammentario.

I Maya non avevano anche un’astrologia, sulla cui base prevedevano eventi felici oppure catastrofici, e in particolare una catastrofe nel 2012?

In linea concettuale si può dire che il calendario ci dice quando secondo un certo modo di calcolo termina un ciclo: ma che cosa succede alla fine di questo ciclo non ce lo dice l’astronomia ma la religione o l’astrologia. Il problema, però, è che non è neppure certo che i Maya avessero un’astrologia. Tutto quello che si può dire è che è possibile – ma non certo – che alcuni segni trovati in diversi codici (principalmente quello di Parigi – cfr. l’immagine –, acquisito dalla Biblioteca Nazionale della capitale francese nel 1832, ma ce ne sono di meno chiari anche altrove) mettessero in corrispondenza animali e costellazioni, creando una sorta di zodiaco, forse con significato astrologico. Siamo dunque in presenza di una congettura sull’esistenza di tredici simboli che potrebbero formare uno zodiaco e che secondo l’interpretazione più autorevole sono: due tipi diversi di uccelli (ma è difficile identificare quali siano), uno squalo o pesce “xoc”, uno scorpione, una tartaruga, un serpente a sonagli, un serpente più grande ma non identificato quanto alla specie, uno scheletro, un pipistrello, più due animali che corrispondono a zone del codice (di Parigi) troppo danneggiate per un’identificazione certa. Dal momento che non è neppure certo che esistesse un’astrologia Maya, ogni congettura su “previsioni” collegate a questa astrologia è del tutto insensata.

Ma gli attuali indios discendenti dei Maya prevedono la fine del mondo nel 2012?

Assolutamente no. Vari studi di antropologi ed etnologi mostrano che non attendono nulla di particolare per questo anno, anzi non hanno mai sentito parlare di presunte profezie.

Se si tratta di una bufala, perché è così diffusa?

Diversi studiosi dei Maya, piuttosto infastiditi, hanno parlato di una pura speculazione commerciale. È servita a lanciare diversi film, alcuni dei quali dal punto di vista meramente cinematografico sono anche ben fatti e gradevoli, purché li si consideri appunto dei semplici film e non si pretenda di ricavarne profezie autentiche. Da un punto di vista sociologico, forse si possono dire due cose in più. La prima riguarda l’enorme impatto della popular culture – romanzi, film, televisione – su un’opinione pubblica dove ormai è la vita a imitare l’arte e non viceversa e la fiction è considerata fonte d’informazioni sulla realtà (Il Codice da Vinci insegna). L’ultima puntata, del 2002, della popolarissima serie televisiva X-Files annunciava l’invasione degli alieni per il 21 dicembre 2012. Serie TV e film hanno una grandissima influenza su un pubblico “postmoderno”, dove i confini fra finzione e realtà si sono fatti davvero molto labili. La seconda osservazione parte da un fatto: l’idea della profezia Maya lanciata da Argüelles era parte integrante del New Age. Oggi il New Age è in crisi, ma ci sono molti che – per le più svariate ragioni – hanno interesse a rilanciarlo. La diffusione della presunta profezia sul 2012 è stata ed è una grande occasione di rilancio del New Age.

Ma della fine del mondo non parlano anche i cristiani?

Sì. Anzi, Papa Benedetto XVI nell’enciclica del 2007 Spe salvi lamenta che non se ne parli abbastanza, perché la prospettiva della fine del mondo e del Giudizio Universale, dove i sacrifici dei buoni e la malizia dei malvagi emergeranno agli occhi di tutti e saranno definitivamente giudicati, illumina l’intera storia umana. La Chiesa, però, ha sempre condannato il millenarismo, che pretende di detenere un sapere dettagliato, che va oltre la Sacra Scrittura e l’insegnamento del Magistero, sul “come” della fine del mondo e di poterne determinare anche il “quando”. La Chiesa annuncia la parola del Vangelo di Matteo (25, 13): “Non sapete né il giorno né l’ora”. E chi afferma di saperli s’inganna, e inganna chi gli presta fede.

- Massimo Introvigne -CESNUR  Centro Studi sulle Nuove Religioni - costanzamiriano.wordpress.com -

 
 
 

MASSIMO INTROVIGNE: LA VERITA' RELATIVA DELLA MASSONERIA

Post n°6522 pubblicato il 31 Dicembre 2011 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Negli ultimi mesi si è riacceso in Italia il dibattito attorno alla massonerie e sulla sua influenza sui poteri politici ed economici. Per orientarsi, pubblichiamo un approfondimento di Massimo Introvigne:

Che cosa rappresenta la massoneria in Italia oggi? Per rispondere a questa domanda occorre tenere presente che non esiste «la» massoneria ma piuttosto «le» massonerie, divise a livello internazionale in quattro grandi gruppi.

Il primo gruppo di massonerie costituisce l’«obbedienza» – i massoni usano questa espressione e non «denominazione» – della Gran Loggia Unita d’Inghilterra, riconosciuta dalla maggioranza dei massoni mondiali –circa sei milioni, benché manchi una statistica ufficiale comprensiva di tutte le obbedienze internazionali, e altre fonti stimino il totale tra i tre e i cinque milioni – come Gran Loggia Madre per tutto il mondo. Per essere riconosciuti da Londra sono necessarie la credenza in Dio come Grande Architetto dell’Universo, l’esclusione delle donne e il divieto di discussioni politiche dirette (quelle «indirette» sono di casa anche in Gran Bretagna) nelle logge. È su questa base che le massonerie maggioritarie dei più importanti Paesi latini – Francia, Spagna, America Latina – hanno perso a partire dal XIX secolo il riconoscimento della loro «regolarità», accusate di ammettere nelle loro fila atei e di occuparsi troppo direttamente di politica di partito. In questa situazione si trovava fino al 1972 anche la massoneria del Grande Oriente d’Italia, istituzione fondata nel 1805 e largamente maggioritaria nel nostro Paese – circa settecentocinquanta logge e oltre diciottomila affiliati –, che appunto nel 1972 era stata riammessa nella comunione con la Gran Loggia Unita d’Inghilterra. Da tale comunione è stata di nuovo esclusa nel 1993, in seguito al caso P2 e alle polemiche seguite a indagini giudiziarie sulle attività politiche e affaristiche di alcune logge, e alla crisi interna che ne è derivata.

Dal 1972 al 1993 chi non crede in Dio avrebbe dovuto essere escluso dalle logge del Grande Oriente d’Italia. L’allora Gran Maestro, Giuliano Di Bernardo, aveva tuttavia proposto una nozione di Dio come «principio regolatore» che, benché non formalmente condannata da Londra, era al limite di quanto può essere accettabile dalle massonerie «regolari» e aveva suscitato più di una obiezione. È stato tuttavia lo stesso Giuliano Di Bernardo a fondare, nella crisi massonica del 1993, una Gran Loggia Regolare d’Italia concorrente del Grande Oriente d’Italia – ma nettamente minoritaria: circa 3.000 affiliati distribuiti in un centinaio di logge –, riconosciuta dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra in occasione della sua comunicazione trimestrale dell’8 dicembre 1993. Alla gran maestranza di Giuliano Di Bernardo ha fatto seguito, dal 15 dicembre 2001, la nomina del nuovo e attuale Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia, Fabio Venzi. Giuliano Di Bernardo ha in seguito lasciato la Gran Loggia Regolare d’Italia – che rimane l’unica istituzione massonica italiana riconosciuta da Londra – fondando nel 2002 a Roma l’Accademia Internazionale degli Illuminati.

Veniamo al secondo gruppo. Dal 1961 le massonerie «liberali» che ammettono gli atei – tra cui i Grandi Orienti di Francia, Belgio e Germania – e la Gran Loggia d’Italia degli Antichi, Liberi e Accettati Muratori (A.L.A.M.) detta di Palazzo Vitelleschi, la seconda denominazione del nostro Paese – intorno ai 7.500 iniziati raccolti in circa 400 logge – dopo il Grande Oriente (che è detto a sua volta «di Palazzo Giustiniani» da una sua storica sede), hanno iniziato a riunirsi in diversi organismi internazionali, pure tra molte controversie. Oggi fanno parte del SIMPA (Segretariato Internazionale delle Potenze Massoniche Adogmatiche), egemonizzato dal Grande Oriente di Francia.

La Gran Loggia d’Italia A.L.A.M. è la più grande fra le numerose obbedienze concorrenti che derivano dalla scisma massonico del 1908 del pastore metodista Saverio Fera (1850-1915). Nella storia delle obbedienze che risalgono a Fera e al suo successore Raoul V. Palermi (1864-1948), dette spesso «di Piazza del Gesù», dal nome della piazza romana dove la principale ha avuto sede per molti anni, gli scismi sono frequentissimi. Questi scismi costituiscono un elemento decisivo per spiegare la compresenza in Italia di numerose obbedienze massoniche minori. Rispetto al Grande Oriente, nella Gran Loggia A.L.A.M. vi è stata una maggiore presenza di un elemento «cristiano»: dopo tutto, alle origini c’era un pastore protestante. Tuttavia questo elemento cristiano della Gran Loggia A.L.A.M: si è con il tempo diluito. In genere, le obbedienze liberali denunciano quello che chiamano «il dogmatismo e il conservatorismo sociale della massoneria anglosassone», ammettono gli atei e gli agnostici, e talora anche le donne – come fa la Gran Loggia A.L.A.M. e dal 2010 il Grande Oriente di Francia –, e non rinunciano a un’azione politica, particolarmente evidente in Francia. Il Grande Oriente d’Italia non fa parte del SIMPA, ma come si è visto non è neppure riconosciuto da Londra, e occupa una posizione anomala, a metà strada fra il primo e il secondo gruppo di obbedienze. C’è poi un terzo gruppo. La letteratura della Gran Loggia Unita d’Inghilterra denomina «massoneria di frangia» (fringe masonry) l’insieme delle obbedienze i cui interessi si situano soprattutto sul versante dell’occultismo e della magia. A partire dal secolo scorso questi interessi sono scoraggiati nella massoneria «regolare» e hanno quindi preso la strada di organizzazioni «di frangia». Le obbedienze «di frangia» più diffuse in Italia adottano una simbologia ispirata all’antico Egitto e costituiscono la famiglia – divisa in numerose obbedienze rivali – delle massonerie «egiziane», il cui antecedente storico è rappresentato dall’Alta massoneria egiziana creata nel Settecento da Cagliostro (1743 o 1749-1795).

Possiamo parlare anche di un quarto gruppo, Certamente «irregolari», nel senso di considerate non regolari dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra, che esclude le donne – oltre che «di frangia» –, sono le obbedienze femminili e miste nate con lo scopo precipuo di riconoscere alle donne a pieno titolo l’appartenenza massonica. La principale è l’ordine misto Le Droit Humain, fondato nel 1893 in Francia dalla femminista Maria Deraismes (1828-1894) e dal senatore Georges Martin (1844-1916). Dalle obbedienze femminili e miste vanno distinte le logge «di adozione«, semplici ausiliari della massoneria che organizzano le spose e le figlie dei massoni senza che queste ultime rivendichino in alcun modo una effettiva appartenenza all’ordine: di questo tipo è la Stella d’Oriente, che ha nel mondo circa tre milioni di adepte – e oggi anche adepti, dal momento che si presenta come un ordine misto, accogliendo pure simpatizzanti di sesso maschile della massoneria – e che esiste anche in Italia sotto il controllo del Grande Oriente d’Italia. In Italia – oltre a potere aderire al Droit Humain, che ha oggi dai duecento ai trecento membri fra uomini e donne – le donne che desiderano diventare massone a pieno titolo possono essere iniziate nella Gran Loggia d’Italia A.L.A.M. Alcune donne non sono però soddisfatte né dell’esperienza in questa obbedienza – accusata di riservare loro un ruolo comunque limitato, e dove peraltro a tutt’oggi si trovano la maggioranza delle donne massone italiane –, né della possibilità offerta dal Grande Oriente – a partire dal 1965 – di partecipare alle attività paramassoniche della Stella d’Oriente. Così, da una prima loggia nata nel 1972 a Reggello (Firenze), è sorto un movimento per una massoneria femminile indipendente che ha portato alla costituzione nel 1975 della Gran Loggia Femminile d’Italia, riconosciuta da quella Gran Loggia Femminile di Francia che è emersa negli anni 1970 come «Gran Loggia Madre» della massoneria femminile internazionale. Dissensi interni hanno portato nel 1979, dopo la scissione di diverse logge, alla costituzione di una separata Gran Loggia Tradizionale Femminile d’Italia, chiamata poi dal 1990 Gran Loggia Massonica Femminile d’Italia. Questa seconda realtà ha strappato alla Gran Loggia Femminile d’Italia l’agognato riconoscimento francese, e la rappresentanza dell’Italia nell’organismo internazionale C.L.I.M.A.F. (Comité de liaison internationale de la franc-maçonnerie féminine, «Comitato di collegamento internazionale della massoneria femminile»). La citata ammissione a pieno titolo delle donne, nel 2010, nel Grande Oriente di Francia non ha tolto vigore alle massonerie femminili, che mantengono la loro autonomia anche nei Paesi di lingua francese, così come in Italia.

I circa trentamila massoni – e massone – italiani sono dunque divisi, anche se nel complesso arcipelago – dove è facile perdersi tra nomi e sigle – Grande Oriente d’Italia e Gran Loggia d’Italia A.L.A.M. fanno la parte del leone. Sono anche relativamente pochi, rispetto ai milioni di massoni degli Stati Uniti. Ma è sbagliato credere che non siano influenti. Al contrario, è negli Stati Uniti che forse i massoni sono troppi. Secondo una battuta attribuita all’avvocato Giovanni Agnelli (1921-2003), in America è massone anche il benzinaio. E in ogni cittadina americana sono massoni tutti i professionisti di qualche importanza, tranne i cattolici. Essere massoni conferisce dunque minori privilegi. Ma in Italia, dove i massoni sono pochi e dove il senso di appartenenza si è forgiato in una lunga controversia con la Chiesa Cattolica, l’influenza nelle professioni e negli affari è ancora molto notevole, così come nell’amministrazione dello Stato.

Come La Bussola Quotidiana ha più volte ricordato, lo specifico della massoneria che disturba di più la Chiesa Cattolica non è l’aspetto economico o di carriera di queste influenze ma il progetto culturale soggiacente, la diffusione del metodo massonico il quale insegna che non ci sono dogmi né principi non negoziabili, ma che tutto è soggetto alla discussione e alla mediazione. Questo metodo instilla nell’iniziato una visione della verità come relativa e condizionata da variabili indipendenti che la determinano, tipica di un certo relativismo. Com’è evidente, si tratta di una posizione antitetica a quella della Chiesa, per cui esistono verità che non possono essere messe in discussione e principi che non sono negoziabili e che non dipendono dal consenso.

Per questo – con una posizione che riguarda tutte le massonerie – la Chiesa, con la «Dichiarazione sulla massoneria» del 1983 della Congregazione per la Dottrina della Fede, firmata dal suo prefetto di allora cardinale Joseph Ratzinger ma sottoscritta anche dal Papa Beato Giovanni Paolo II (1920-2005) così che dev’essere considerata Magistero vincolante per tutti i fedeli e tuttora vigente, ci ricorda che «rimane [...] immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l’iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione».

- Massimo Introvigne - labussolaquotidiana.it -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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